Giovane in coma picchiato da neofascisti

Verona – E’ un ultras neofascista il ventenne che ha confessato l’aggressione.
Era già stato responsabile di aggressioni a sfondo razzista e violenze
negli stadi.
Il
giovane, che sarebbe di una famiglia benestante della città, si è
costituito questa mattina presso la Digos di Verona dopo che i
poliziotti avevano di fatto stretto il cerchio attorno a lui.
Accompagnato da un avvocato di fiducia, il ragazzo ha così confessato
davanti ai magistrati. In passato, a quanto si è appreso, era stato
sottoposto a Daspo. La polizia è arrivata al giovane, secondo quanto si
apprende da fonti investigative, indagando su ‘ambienti politicizzati’
della città scaligera sui quali la stessa Digos aveva chiuso
un’indagine pochi mesi fa. Indagine che aveva portato all’iscrizione
nel registro degli indagati di 17 giovani che si erano resi
responsabili di aggressioni analoghe, di stampo razzista, a quella in
cui è rimasto vittima Nicola Tommasoli.

DUE AGGRESSORI FUGGITI ALL’ESTERO
Sono
stati individuati dalla polizia ma sono già fuggiti all’estero, a
quanto si apprende negli ambienti investigativi, altri due giovani che
la notte del primo maggio hanno partecipato all’aggressione con il
ventenne fermato oggi. Il fermato è stato condotto in carcere a
Montorio. La questura di Verona ha convocato per domani alle 11 una
conferenza stampa congiunta Polizia e Carabineri.

SI CERCA SOLUZIONE IN FILMATI
Sono
ancora molto gravi le condizioni di Nicola Tommasoli, il tecnico di 29
anni picchiato da un gruppo di balordi in centro a Verona la notte del
Primo maggio.

Il giovane lotta contro al morte nel reparto di
terapia intensiva dell’ospedale di Borgo Trento: momenti di angoscia
per i genitori che sono al suo capezzale chiusi assieme agli amici più
cari in una stanza accanto al figlio. "Sono realista non voglio
illudermi – dice il papà Luca che, come rileva l’Arena si aggrappa a
ogni flebile speranza – i medici dicono che c’é stata una piccola
ripresa poi rientrata. Non so che pensare". Sul fronte delle indagini i
carabinieri, con i quali da ieri collabora anche la Digos della
questura scaligera, coordinati dal pm Francesco Rombaldoni, stanno
passando al setaccio ogni fotogramma delle videoriprese di tutte le
telecamere della zona teatro dell’aggressione.
Per ora, da quanto
si è appreso in ambienti investigativi, nelle mani dei militari ci
sarebbero dei fotogrammi che ritraggono da lontano alcune figure di
spalle che si allontanano. Un appello affinché gli autori
dell’aggressione si costituiscano è stato lanciato anche dal sindaco
Flavio Tosi.

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