Il
Progetto Rebeldìa convoca una assemblea cittadina per mercoledì 21 maggio alle
ore 21.30 in
via Battisti 51/633. Per questa data invitiamo tutte le associazioni, le
realtà di base, i collettivi, i partiti, i sindacati e i singoli cittadini a
partecipare ad un incontro per discutere insieme di un’altra città, che metta
al centro i diritti, la partecipazione e la difesa di tutti i laboratori che
portano avanti pratichesociali solidali ed alternative. In questa occasione
avremo modo di presentare la manifestazione che promuoviamo per il 7 giugno a
difesa del nostro spazio, vista la recente ingiunzione di sgombero dalla nostra
sede. L’assemblea verterà, quindi, sugli argomenti che trovate di seguito
nell’appello di convocazione della manifestazione. Speriamo in una vostra
partecipazione ed adesione. Progetto Rebeldía: Acklab – Africa Insieme –
Babilon-mediateca – CiboliberoKC – Chicco di senape – Ciclofficina –
Cinemaltrove – Cinematic- Distretto di Economia Solidale – El Comedor
Estudiantil Giordano Liva – Emergency Pisa – Equilibri Precari – Gruppo
d’Acquisto Solidale Pisano – LIPU-Pisa – Ingegneria Senza Frontiere –
Caffetteria Critica Machu Picchu – Mezclar-Ambulatorio migranti – ¡Mosquito!-
Osservatorio Antiproibizionista – Laboratorio delle disobbedienze Rebeldía –
Rebeldía Media Crew – Rebeltheater – Scacchi Insorgenti – Gruppo TNT Lavoro non
lavoro- Trinacria Gio Family Underground Pisa
SABATO 07 06 2008 DIFENDI REBELDIA, L’ALTRA
CITTA’ CHE R-ESISTE MANIFESTAZIONE CITTADINA Concentramento ore 17:30 Piazza
Sant’Antonio – conclusione in Piazza Carrara con concerto degli Assalti
Frontali Il nostro appello è rivolto a tutte e tutti coloro che credono e lavorano
quotidianamente perché un’altra città sia veramente possibile. Il nostro
appello è rivolto a tutte e tutti coloro che non sono disposti ad accettare
quella restrizione della democrazia e dei diritti, che nel nostro paese e nella
nostra città si vuole realizzare. Il nostro appello è rivolto a tutte e tutti
coloro che credono nella partecipazione dal basso, nel quotidiano fare società,
contro ogni guerra globale permanente, contro il predominio del mercato, contro
il razzismo, contro la precarietà del lavoro e della vita, per il rispetto
dell’equità sociale, dei diritti e della salvaguardia ambientale. Il nostro
appello è rivolto a tutte e tutti coloro che in questi anni hanno lavorato con
il Progetto Rebeldìa, l’hanno intercettato, hanno partecipato ad iniziative ed
assemblee, fatto spettacoli e concerti, o sono semplicemente venuti a
trascorrere una serata . L’amministrazione comunale di fatto vuole cancellare
questa esperienza e in più di un anno e mezzo non ha mai dato nessuna risposta
alle nostre richieste di integrazione nell’area di via Battisti per garantire
la continuità, l’unità, la stabilità ed il radicamento territoriale delle
nostre attività. Si tratta, dunque, di un problema di volontà politica, di come
si intende il concetto stesso di riqualificazione di un’area della città, di
decidere su quali progetti si vuole investire. In questi giorni, inoltre, si
sta cercando di provare a stringere il cerchio contro di noi e ci è stata
recapita una lettera da parte della Cpt proprietaria dell’area in cui si
richiede di lasciare immediatamente lo stabile: in caso contrario si provvederà
con ogni mezzo necessario alla liberazione della stessa. Per questo abbiamo
deciso di convocare una grande manifestazione cittadina per il 7 giugno a
difesa del Progetto Rebeldìa. Il Progetto Rebeldìa non è solo una rete di 27
associazioni, non è solo uno spazio sociale per decine di attività, un luogo di
incontro e produzione politica e culturale per centinaia di soggetti. Il
Progetto Rebeldìa è una pratica quotidiana di cittadinanza, uno spazio pubblico
ed includente, un luogo prezioso in una società che divide, marginalizza e
mette in concorrenza. Il Progetto Rebeldìa vive e lavora nel quartiere della
stazione, e qui vogliamo essere integrati, perchè pensiamo di essere un fattore
di riqualificazione fondamentale in un contesto sociale desertificato, in una
zona di frontiera. Questa manifestazione vuole essere una occasione per l’altra
città che non si piega alle speculazioni edilizie, al lavoro nero, alla
repressione nei confronti dei migranti, per prendere parola, per continuare un
cammino. Questa manifestazione vuole essere l’occasione perché oggi i movimenti
e le reti sociali diffuse in città mandino un messaggio chiaro alla nuova
amministrazione guidata dal sindaco Filippeschi che inneggia alla tolleranza
zero, allo sgombero dei campi rom, al restringimento degli spazi sociali, alla
precarietà ed alle esternalizzazioni dei servizi, alla trasformazione delle
grandi aree pubbliche in residenze di lusso per una Pisa a misura solo di
pochi. Noi pensiamo ad un’altra città fatta di luoghi aperti e corpi liberi di
circolare, dove l’invisibile diventa visibile. E’ questa la città che vogliamo
a fronte di una Pisa sempre più povera nella capacità di garantire realmente
l’accesso ai servizi, alla scuola, alla sanità, alla casa. Non vogliamo una
città in mano agli imprenditori e ai grandi proprietari immobiliari, che
rischia di vedere il suo territorio sempre più devastato. Vogliamo invece una
città che si sviluppa grazie alla partecipazione, una città di tutte e tutti
coloro che la abitano, a cui devono essere riconosciuti uguali diritti nella
sostanza oltre che nella forma. La città che noi stiamo costruendo investe
sull’incontrarsi e mescolarsi delle differenze, capace di rispondere ai bisogni
della sua multiforme cittadinanza; una città generosa delle sue strade e delle
sue piazze, dei suoi mille edifici di proprietà pubblica da sottrarre alla
speculazione e all’incuria, capace di aprire le scuole e le università ai
quartieri, impedendo la costruzione di ghetti e l’innalzarsi di muri tra chi vi
abita, lavora, studia, vive. Una città che pensa il proprio futuro in cui sia
riconosciuto che lo sviluppo culturale e il fermento artistico, necessari per
la crescita sociale e civile di una città e dei suoi cittadini, hanno bisogno
di spazi per poter nascere, crescere e arricchirsi. Difendere Rebeldìa e
vincere la battaglia perché il Progetto rimanga in via Battisti è l’occasione
per tutte e tutti noi per iniziare a costruire questa città che non c’è.
Difendere Rebeldìa oggi significa schierarsi dalla parte degli ultimi, di chi
non ha riconosciuti i propri diritti e viene sempre più criminalizzato o
marginalizzato nei luoghi di lavoro e per le strade. La nostra proposta è
quella di ripartire dalla manifestazione del 7 giugno per costruire un’altra
idea di città, ripartire da un lavoro nei quartieri a cominciare da quello
dello stazione moltiplicando esperienze come quelle del Progetto Rebeldìa che
lì è e lì pensiamo che debba rimanere. E’ ora di prendere la parola, è il
momento di scendere in piazza, E’ il nostro tempo, è il tempo di difendere il
Progetto Rebeldìa.