Questa notte, all’uscita del centro sociale Pedro di Padova, un giovane operaio di 31 anni, che aveva appena assistito ad un concerto rap, è stato aggredito e pestato da quattro sconosciuti.
Dopo averlo circondato e insultato – “Mi hanno dato del bastardo”, ha detto – lo hanno colpito a calci e pugni, tanto da rendere necessario il ricovero nell’ospedale cittadino, a causa delle numerose contusioni al volto.
Nonostante le forze dell’ordine non si siano ancora pronunciate sulle ragioni dell’aggressione, la mente non può fare a meno di correre all’aggressione del Primo maggio scorso a Verona, in cui ha perso la vita Nicola Tommasoli, e la matrice politica fascista sembra evidentemente la più probabile.
L’episodio si configura, dunque, come l’ennesimo di un’escalation di violenza che l’estrema destra sta alimentando in una regione, il Veneto, da cui arrivano segnali sempre più preoccupanti di odio e rifiuto del diverso, sia esso un migrante, un omosessuale, un comunista, un anarchico o semplicemente, come nel caso di Tommasoli, un giovane italiano che non si uniforma ai costumi e alle idee del branco e che, come tale, inquina il territorio che il branco crede di possedere.
E se le aggressioni a giovani all’uscita dei centri sociali sono certamente episodi che vengono portati avanti dalle frange dell’estrema destra nazifascista, esse avvengono in un clima di tensione e di paura che forze ben più rappresentative e influenti contribuiscono ad alimentare, e che coinvolge ampie fasce della popolazione.
E non vogliamo qui chiamare in causa soltanto la Lega e le sue ronde padane, ma anche le altre forze politiche, del centro-destra e non solo, che hanno costruito il consenso sulla paura della gente, e i mass media, in cui giornalisti senza spina dorsale si prestano quotidianamente a fare da cassa di risonanza per veicolare intolleranza, xenofobia e razzismo in un contesto sociale che sarebbe già abbastanza difficile anche senza la loro opera di terrorismo.
Questo episodio avvenuto a Padova, l’ultimo di una lunga catena, dimostra quindi quanto sia necessario tenere alta la guardia per arginare quella che si sta configurando sempre di più come una “marea nera” che sale dalle fogne delle nostre città, e ci chiama a partecipare al corteo antifascista che sabato 17 maggio percorrerà le strade di Verona per manifestare il rifiuto del fascismo, del razzismo e di qualsiasi forma di intolleranza.