Firenze – Il Consiglio regionale
ha votato a maggioranza ( la destra ha votato contro) la legge che accorpa in
un’unica azienda le tre aziende per il Diritto allo Studio di Firenze, Siena e
Pisa. L’assessore alla formazione Simoncini parla di un risparmio di circa un
milione di euro. Si punta al superamento delle differenze di trattamento tra i
vari atenei. Una mozione proposta da Rifondazione comunista, Verdi, Sinistra
democratica e Comunisti italiani che chiedeva impegni precisi sul miglioramento
dei servizi agli studenti è stata respinta. Veniva chiesta la redazione del
piano e del regolamento dell’Azienda universitaria per il Diritto allo studio,
in modo da rendere chiaro il risparmio di risorse conseguente alla fusione. Veniva
chiesto il potenziamento dei servizi erogati agli studenti, privilegiando la
gestione diretta dei servizi, in particolare nel comparto della ristorazione. Chiedeva
infine la valorizzazione e la riqualificazione del personale e l’omogeneizzazione
di stipendi e qualifiche normative.
In commissione era stata accolta
la richiesta di Studenti di Sinistra di inserire nel nuovo consigli di
amministrazione tre rappresentanti studenteschi (uno per ateneo).
La riforma rischia di allontanare
l’università dai bisogni degli studenti che si ritroveranno senza
rappresentanza ( tre in tutta la
Toscana non sono certo in grado di rappresentare alcunché) e
con scelte non legate al territorio ma frutto di mediazioni tra lobby fatte a
Firenze, a cominciare dai servizi esternalizzati.