Pisa – Dopo le tante polemiche di
questi giorni sui campi Rom, il comune ha voluto tracciare un bilancio dei
progetti che interessano questa comunità. Il neo-sindaco Filippeschi si è
prodigato con insistenza nel denunciare l’eccessiva presenza di migranti di
etnia Rom sul territorio pisano, dando importanza agli attacchi trasversali da
destra e dalla stessa maggioranza al governo della città, e, costringendo più volte la Società della salute ad
intervenire sul tema. Il progetto, avviato nel 2001, secondo l’amministrazione
è stato positivo ma sta per concludersi. Il bilancio (dati ufficiali, ma probabilmente non reali) parla di cinque campi su
sei chiusi, di inserimento in alloggio di 77 nuclei familiari su 96 (per un
totale di 310 persone su 459. 179 bambini sono seguiti nel percorso scolastico.
“le città sottili” è partito dall’idea di eliminare il campo rom come concetto
urbanistico e sociale con il conseguente inserimento delle famiglie rom in
alloggi veri e propri. Alle famiglie non inserite cosa succederà? Saranno
costrette ad andar via?
Le polemiche di questi mesi hanno
comunque lasciato il segno. Il bisogno di casa riguarda tutti, migranti ed
italiani, e la guerra tra poveri fomentata dalla destra ha trovato spazio tra
coloro che non riescono ad avere un alloggio per colpa di una classe dirigente
troppo indulgente sulla speculazione in città. Di case vuote ce ne sono tante,
e probabilmente basterebbero per tutti coloro che ne hanno bisogno. Ma l’edilizia
sociale è ferma e il patrimonio dei privati non viene messo in discussione. Più
di 4mila alloggi vengono tenuti vuoti, facendo alzare di molto il prezzo di una
casa. In più al proprietario conviene affittare agli studenti (in nero), in
modo tale da poter riscuotere 350 euro a stanza. Fontanelli per 10 anni ha
sottaciuto le tante vergogne cittadine di interi palazzi risucchiati dal boom
speculativo.
La lettera di Macaluso
(ex-assessore alle politiche sociali di Pisa)
La lettera “Il Comune dà i
soldi solo agli stranieri”, pubblicata da “Il Tirreno” martedì 12 ottobre
mi obbliga nuovamente ad intervenire sul tema delle politiche d’integrazione
per i cittadini Rom promosse dall’amministrazione comunale. Mi chiedo come si
possa affermare che il Comune “non si preoccupi delle famiglie italiane”
quando è ad esse che, di fatto, è destinato il 96% dei 5,8 milioni che
costituiscono il bilancio delle politiche sociali comunali.
Per le politiche d’integrazione
dei Rom,infatti, spendiamo 240mila euro l’anno, appena lo 0,12% del bilancio
del Comune. Detto in altre parole, in media ad ogni cittadino le politiche
d’integrazione dei Rom costano l’equivalente di tre caffè all’anno. Una spesa
secondo noi assolutamente sostenibile e soprattutto necessaria perché
l’integrazione è uno strumento indispensabile per il benessere e la sicurezza
non solo dei Rom ma di tutta la città.
La lettera, poi, ripropone la
questione della Casa di Gello (e non di Coltano, come erroneamente si scrive
nella stessa): di nuovo ribadiamo che gli 80mila euro di cui si parla non sono
soldi tolti dal bilancio del Comune,bensì finanziamenti europei destinati
esclusivamente alle politiche abitative per i Rom che quest’amministrazione ha
saputo intercettare. Con essi abbiamo acquistato una porzione d’immobile che ha
consentito la sistemazione di una famiglia Rom composta da 25 persone. Tale operazione,
dunque, ha aiutato un nucleo familiare molto numeroso a trovare un tetto e ha
incrementato, sia pure lievemente, il patrimonio immobiliare del Comune. Senza
costo aggiuntivo alcuno per le tasche del cittadino contribuente.
Carlo Macaluso
Assessore Comunale alle
Politiche Sociali
Presidente Società della
Salute – Zona Pisa