Pacchetto sicurezza in arrivo. Tunnel senza uscita per i migranti di oggi e di domani.

E’ in arrivo il primo provvedimento, una tra i più attesi e annunciati del nuovo governo, in quanto intorno all’equazione prodotta tra immigrazione, irregolarità e criminalità si è giocata gran parte della vittoria elettorale.

Si tratta del "pacchetto sicurezza", di una serie di norme, redatte in circa 40 articoli, che andranno a modificare, è ormai chiaro, i contenuti del TU sull’immigrazione e non solo.

Un decreto e un disegno di legge. Nel primo c’è il reato d’immigrazione clandestina, la stretta sulla Gozzini per recidivi e autori di reati di strada e sulla sospensione condizionale della pena, i processi per direttissima se chi commette il reato confessa o il giudice ne presume la colpevolezza, l’espulsione per lo straniero condannato a una pena superiore a due anni. Nel ddl ci sarà il lungo capitolo dell’inasprimento delle pene per i reati che provocano grave allarme sociale, maltrattamenti, rapine, furti, violenze, violazioni di domicilio e la nuova fattispecie del reato di rapina in casa.

Ma il piatto forte è il nuovo delitto d’immigrazione clandestina che, al momento, suona così: rischia una pena da sei mesi a quattro anni lo straniero che entra o permane nel nostro territorio, violando le disposizioni della legge Bossi-Fini, e per il quale il giudice accerti, sulla base di elementi oggettivi, che possa commettere dei reati o che risulti pericoloso socialmente. Con questa norma finirebbe in carcere solo chi, tra gli extracomunitari, risulta effettivamente a rischio crimine, e non chi, pur essendo entrato illegalmente in Italia e pur non essendo in possesso di documenti, lavora, ha un reddito, punta a una sanatoria della sua posizione e quindi non rappresenta alcun pericolo per gli stessi italiani. Insomma, colf, badanti, e tutti gli altri che conducono una vita onesta e cercano di integrarsi possono stare tranquilli, si dice.

Resta da capire non solo se il nuovo reato possa passare per decreto e se Napolitano sarà disposto a controfirmare il testo, ma soprattutto come sarà possibile, di fronte a gente senza un nome, senza documenti, di cui spesso s’ignora la provenienza, capire, sapere o quantomeno presumere la pericolosità. Il governo s’avvia sulla stessa strada del decreto rumeni dove si prevedeva di allontanare solo chi aveva precedenti penali e quindi era potenzialmente pericoloso. Una via, come s’è visto, irta di difficoltà.

A ciò si aggiungono altre misure anti immigrazione, a cominciare dai commissari per l’emergenza rom. Dopo quello di Milano, ce ne saranno altri anche a Roma e Napoli, Torino si è messa in lista. E’ ancora da capire se queste misure troveranno un limite nella "libera circolazione" europea. È certa, per gli extracomunitari, la stretta sui visti d’ingresso turistici oltre i tre mesi, sui ricongiungimenti familiari (ma senza l’esame del Dna), sui Cpt in cui la permanenza passerà dagli attuali due a sei mesi.

E’ dunque chiara l’assoluta chiusura anche verso chi nella società italiana si sta integrando e magari pensa di far venire la famiglia. Infine, per i comunitari, il rigido rispetto della direttiva Ue: reddito minimo, assicurazione sanitaria, prova a carico dell’interessato della permanenza in Italia da meno di tre mesi. In sostanza, chi ce la fa bene, gli altri si arrangino – e questo solo per i comunitari, perché per tutti gli altri, per tutti i migranti cosiddetti "economici" o "per disperazione"(che fuggono cioè da guerre, situazioni di calamità..)non ci sono praticamente possibilità di restare e forse neanche più di entrare.

 

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