“Nessuna sanatoria per gli immigrati irregolari”. “Via i campi rom”. “Ma le badanti…”

Mancano quattro giorni all’approvazione del pacchetto sicurezza. Il Ministro degli Interni Maroni, a Varese per celebrare la festa della Polizia, inebriato dallo spirito di accoglienza e tolleranza che in questi giorni si può respirare a pieni polmoni in Lombardia, come nel resto della penisola, ha dichiarato che non ci saranno più sanatorie per gli immigrati irregolari, equiparando questo genere di provvedimenti all’indulto:
"Non ci può essere sanatoria per chi è entrato irregolarmente, per chi violenta una donna o rapina una villa. Escludo la possibilità di fare delle sanatorie – ha ripetuto Maroni – la sanatoria appartiene alla stessa categoria dell’indulto e noi siamo contrari all’indulto e alle sanatorie indiscriminate".
 
Salvo poi accorgersi che un’espulsione di massa degli immigrati irregolari dal paese, oltre a causare il collasso di interi settori della nostra economia, quali l’edilizia o l’agricoltura, alle quali è indispensabile poter attingere ad una riserva infinita di lavoratori assolutamente sfruttabili, non sindacalizzati e disperati, avrebbe lasciato soli centinaia di migliaia di anziani e disabili bisognosi di assistenza. Alcuni dei quali, magari, accompagnati al seggio elettorale dalla badante rumena irregolare, lo hanno pure votato.
 
Dunque ha subito aggiunto: "Terremo conto naturalmente di quelle situazioni che hanno un forte impatto sociale, come le badanti", seguito a ruota nelle dichiarazioni dal Ministro per l’Attuazione del Programma Rotondi, che con l’intelligenza cui ci ha abituati e che tutti gli riconosciamo, ha detto: "Le badanti rappresentano una risorsa per l’Italia. Pugno di ferro contro chi delinque, ma per colf e badanti bisogna guardare con un’attenzione diversa", e da Mara Carfagna (Pari Opportunità), una vita dedicata alle cause dei più bisognosi (mica si danno i ministeri a caso, in Italia…): "Il giusto e doveroso giro di vite sull’immigrazione non può non tener conto del problema relativo a badanti e collaboratori domestici ancora non regolarizzati, senza i quali l’Italia vivrebbe un dramma socio-assistenziale che coinvolgerebbe le famiglie con minori, anziani e portatori di handicap".
 
Ed ecco Bossi, come poteva mancare, che nel replicare alle critiche del vice-premier spagnolo alle politiche sull’immigrazione annunciate dal nostro governo, ha detto: "Loro sono stati i primi a sparare sugli immigrati, noi invece li abbiamo già qui e abbiamo il problema inverso, il problema di metterli fuori", aggiungendo poi, riguardo alla caccia al rom in corso in Campania, che "se lo Stato non fa il suo dovere, lo fa la gente. La gente dopo un po’ si rompe le scatole". Un filantropo, non c’è che dire.
Ma tranquillo Senatùr!
La soluzione ce l’ha già il Ministro della Difesa La Russa, altro statista di assoluto riguardo: "Io non vedo la possibilità che rimangano in Italia i campi rom, specie se costituiti da centinaia di persone. Possono essere possibili soltanto dei mini campi: dieci persone al massimo su cui esercitare un controllo efficace". E lo dice uno che viene da una tradizione politica che di campi se ne intende, eccome.
In attesa del pacchetto sicurezza che il primo Consiglio dei Ministri approverà a Napoli la prossima settimana, questo è il quadro che emerge dalle dichiarazioni di coloro che dovranno approvarlo: teniamoci gli immigrati indispensabili, e magari facciamo sembrare che stiamo facendo loro un favore.
Non una parola riguardo alle politiche di accoglienza e integrazione.
 
Immigrati irregolari = criminali, ma la Camorra che organizza le incursioni contro i rom, no, quella è gente per bene che non ne può più, poverini.
 
Dalla “opposizione” parlamentare, invece, non emerge neppure un quadro, nessuna dichiarazione. Vi hanno rubato la lingua? Sarà stato il solito rom…
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