Quel che è accaduto a Ponticelli è un atto inaudito e gravissimo di violenza a sfondo razziale.
Lo hanno dichiarato l’Unione delle Comunità Ebraiche, il Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, intellettuali ed artisti come Gad Lerner, Carlo Lucarelli, Franca Rame o Bernardo Bertolucci, la vicepremier spagnola, parlamentari europei di diversi schieramenti.Persino il Ministro dell’Interno Maroni, che pure sta preparando misure gravemente discriminatorie contro i Rom, ha dovuto definire “orribile” il tentativo di pogrom a Napoli.
Eppure, nella nostra città all’indomani dei fatti di Ponticelli nessun amministratore ha condannato le violenze. Mentre altrove si bruciavano i campi nomadi, qui nessuno ha espresso solidarietà – anche solo come “atto dovuto” – alle vittime dei roghi: al contrario, si è parlato ancora una volta di sgomberi, smantellamento dei campi “abusivi”, ripensamento del programma Città Sottili, persino degli alloggi per i Rom di Coltano, frettolosamente definiti “villette” (?).
La Giunta comunale appena insediata, insomma, non si preoccupa di contrastare il razzismo. E non si preoccupa nemmeno di difendere la storia di questa città, le straordinarie energie sociali che sa esprimere: le tante associazioni e i tanti volontari che hanno costruito una cultura diffusa dei diritti; le scuole che hanno accolto, inserito e valorizzato gli alunni stranieri; i quartieri dove vivono insieme, pacificamente, i residenti “storici”, gli studenti, i migranti, i Rom.
Una città viva, solidale e accogliente, che proprio per questo ha potuto produrre, a livello istituzionale, il programma “Città Sottili”: l’unico in Italia che, pur tra mille contraddizioni, ambiguità e ripensamenti ha tentato la strada dell’inserimento abitativo delle famiglie Rom. Tutto questo non interessa il nuovo Sindaco e la nuova giunta.
Nel momento in cui si verificano in tutta Italia gravissime violenze a sfondo razziale contro i Rom, i nostri amministratori si adeguano al clima dominante, “dimenticano” di condannare i fatti di Ponticelli e parlano di sgomberi, allontanamenti, espulsioni.
Ma a che servono gli sgomberi? Roma, Milano, Pavia, Opera, Bologna e adesso Napoli hanno provato ad allontanare i cosiddetti “nomadi” dai rispettivi territori. Ci sono riusciti? I Rom se ne sono davvero andati? Non si è verificato piuttosto ciò che era prevedibile, e cioè lo spostamento dei “campi” pochi metri più in là, l’ulteriore emarginazione delle famiglie? In compenso, le politiche repressive hanno suscitato le ire degli organismi internazionali: tanto l’ONU (attraverso il suo organismo di tutela dei diritti umani, il CERD), quanto il Consiglio d’Europa hanno duramente condannato l’Italia per la segregazione, la discriminazione e l’esclusione delle comunità Rom. Dunque, si sono violati i diritti delle persone, si sono attirati gli strali della comunità internazionale, si sono spesi inutilmente soldi pubblici (perché, è bene ricordarlo, sgomberi ed espulsioni costano, e chi paga sono i contribuenti), senza ottenere neppure i (discutibili) risultati attesi.
Alla Conferenza Europea per i Diritti dei Rom tenutasi nel Gennaio scorso, però, gli osservatori internazionali avevano elogiato il Comune di Pisa per la sua politica in controtendenza, che oggi non interessa più il nostro Sindaco.
Noi chiediamo che il Consiglio Comunale si esprima pubblicamente, e condanni gli episodi di Ponticelli: senza questo atto – che a noi sembra ovvio, normale, persino dovuto – ogni discussione sui “campi Rom” nel nostro territorio rischia di essere viziata dal clima nazionale di odio e di ostilità. Proprio a partire dalla condanna – senza se e senza ma – della violenza razzista, vogliamo che le nostre istituzioni locali definiscano una politica, tenendo conto sia del patrimonio di esperienze maturate in questa città, sia delle raccomandazioni degli organismi internazionali sulle politiche in materia.
È per questo che abbiamo scritto un ordine del giorno per il consiglio comunale, su cui chiediamo a tutti in consiglieri, a tutte le forze politiche, ma anche al Sindaco e alla Giunta, di esprimersi.
Africa Insieme, ass. Mezclar, lab. Disobbedienze Rebeldia.