Mattarello (Trento): resistenza popolare contro una base militare

TRENTO – Ha scavato ben poco la
ruspa che a Mattarello dava il via all’inizio dei lavori della nuova caserma
militare: alle otto in punto di mercoledì scorso , data nella quale dovevano
iniziare i lavori, l’escavatore era stato circondato da una trentina di persone
del comitato contro la base. Qualcuno si è seduto dentro la benna, altri si
sono arrampicati sul mezzo raggiungendo la cima del braccio issando una
bandiera con scritto No alla base di Mattarello. All’operaio non è rimasto che
uscire dall’abitacolo e accettare l’interruzione – di fatto – dei lavori. Il
blocco dei lavori era stato chiesto tramite un’istanza al sindaco di Trento,
raccogliendo molte firme che tuttora si aggiungono numerose. "Abbiamo
chiesto la sospensione dell’iter di costruzione fino a che non fosse rivalutato
l’impatto non solo ambientale, ma anche economico, sociale e culturale di una
base di guerra sul territorio trentino", ci spiega Milo Tamanini di
Mattarello. A metà mattina tutti gli operai se ne vanno, lasciando l’escavatore
immobile e agghindato di bandiere No Base.

"Rimaniamo qui tutto il
giorno – dicono quelli del comitato – e sicuramente tutti i giorni fino a
giovedì". Per domani, infatti, era
stato lanciato un presidio in via Belenzani – sotto le finestre del palazzo del
Comune – per chiedere al sindaco di bloccare definitivamente i lavori della
base di Matterello, ma ieri mattina (17 giugno) la polizia è intervenuta
pesantemente contro i blocchi pacifici di decine di cittadin* che tentano da
quasi una settimana di opporsi alla costruzione di una nuova base militare sul
loro territorio.

A differenza della più conosciuta battaglia contro il Dal Molin a
Vicenza, quella di Mattarello dovrebbe essere una base destinata all’esercito
italiano. Ciononostante, resta evidente la compromissione di quest’opera con le
dinamiche della guerra globale.

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