Riportiamo di seguito il comunicato stampa di Rebeldia in merito ai nuovi decreti penali di condanna arrivati agli ex occupanti dell’ Ex Asnu:
Altri provvedimenti si abbattono su Rebeldia.
Dopo i 16 decreti di condanna penale per l’occupazione dello stabile dell’ex-ASNU di proprietà dell’Università avvenuta nel 2003, da pochi giorni sono stati notificati altri 17 decreti di condanna, che prevedono multe da 3.000 a 6.000 euro per ciascun manifestante.
Questa volta le denunce sono relative a quanto successo durante la conferenza stampa convocata di fronte allo stabile EX ASNU due giorni dopo lo sgombero, il 22 luglio. In quell’occasione, insieme con i due parlamentari Giovanni Russo Spena e Titti de Simone, lo spazio e’ stato nuovamente occupato per alcune ore.
L’obiettivo dell’occupazione, in questo caso, era puramente simbolico: si trattava di fare un breve incontro con i giornalisti per informare la citta’ sul recente sgombero. Tuttavia, sebbene l’intento pacifico fosse dichiarato, la Questura, in quel momento diretta dal questore Eugenio Introcaso, intervenne con una violenza assolutamente ingiustificata.
Gli agenti della DIGOS, capeggiati da Gianluca Greco, si introdussero pistole alla mano nello stabile per sgomberarlo immediatamente e impedire la conferenza stampa, bloccando i giornalisti che cercavano di entrare e distribuendo schiaffi e spinte a chi stava stava riprendendo la scena con le telecamere.
Questi fatti, insieme alle altre politiche repressive e anti-sociali applicate dalla questura di Introcaso, sono documentati nell’inchiesta "Il caso Pisa – Un’inchiesta sull’ordine pubblico nella nostra città", che gia’ all’epoca venne diffuso da Rebeldia fra le istituzioni e la societa’ civile. Oggi a quella vicenda, gia’ estremamente grave, si aggiunge questa nuova seria di pesanti provvedimenti, che giungono a ribaltare in modo inaccettabile i fatti, condannando per resistenza a pubblico ufficiale coloro che dai pubblici ufficiali sono stati malmenati con tanto di pistole alla mano, in un clima repressivo e violento che nella citta’ non si vedeva da anni.
A questi decreti di condanna ci opporremo, e la nostra non sara’ soltanto una sfida giudiziaria. Siamo dell’idea che nessuna Questura possa bloccare una conferenza stampa, e crediamo che stavolta sia in gioco, oltre alla battaglia per gli spazi sociali, anche la libertà di espressione.
Di fronte a tutto questo l’università che ha riconosciuto il ruolo del progetto Rebeldia affidandogli lo spazio dell’ex-Etruria nel 2004, deve adesso esprimersi su quanto avvenuto poco tempo prima in uno spazio di sua proprietà e deve rispondere della scelta fatta allora di chiedere lo sgombero.
Per questo chiediamo al mondo universitario di prendere parola per affermare che l’Università di Pisa e’ ancora luogo di confronto, sperimentazione e democrazia.
Laboratorio delle disobbedienze Rebeldia.