La scure dell’Fbi si abbatte sulla crisi dei mutui, assumendo le dimensioni di una vera e propria retata su Wall Street, ritenuta da più parti la responsabile della crisi dei mutui subprime. L’operazione ‘malicious mortgage’, lanciata il 1 marzo dalle autorità federali e dal dipartimento di giustizia, ha portato all’arresto di 283 persone, di cui 173 già condannate, su un totale di 406 incriminati. Solo nelle ultime ventiquattro ore gli arresti sono stati 60.
A finire ammanettati, nell’ambito di un’altra indagine avente per oggetto sempre i mutui subprime, sono stati anche due ex manager di Bear Stearns, accusati di frode, complotto e insider trading. Ralph Cioffi e Matthew Tannin, gestori di hedge fund falliti che facevano capo a Bear Stearns, sono stati prelevati dalle rispettive abitazioni a Manhattan e nel New Jersey. Le prove a loro carico sarebbero schiaccianti. Lo ha rivelato l’ex procuratore federale William Mateja, secondo cui i due avrebbero mentito sulla liquidità e sugli investimenti nei due fondi da loro gestiti, crollati a giugno 2007, che hanno dato il via alla crisi mondiale.
I dati diffusi dal Dipartimento di Giustizia e dall’Fbi non lasciano adito a dubbi sulla volontà delle autorità di volerci vedere chiaro su una crisi che ha messo in ginocchio l’economia e i mercati americani. "Le frodi relative ai mutui e ai titoli collegati rappresentano una minaccia per la nostra economia, per la stabilità del mercato immobiliare e per la tranquillità di milioni di americani", spiega il viceprocuratore generale, Mark Filip, sottolineando che l’operazione dimostra "l’impegno e la determinazione del Dipartimenti di giustizia nel combattere schemi criminali e aiutare il ripristino della stabilità e della fiducia nei mercati immobiliari e del credito. L’operazione ha fatto emergere 144 casi di frode, con perdite per 1 miliardo di dollari, con arresti solo nelle ultime 24 ore di 60 persone a Chicago, Houston, Miami e altre decine di località statunitensi.
"L’operazione mira a distruggere individui e gruppi coinvolti in frodi sui mutui. L’Fbi – spiega Robert S. Mueller, direttore del Fedral Bureau of Investigation – continuerà a dirigere le indagini e combattere contro le frodi che minacciano la nostra economia". Nel corso di una conferenza stampa, Mueller ha poi rivelato che sarebbero 19 le grandi società finanziarie sotto inchiesta.
Nell’ambito di un’altra indagine, sempre incentrata sui mutui subprime, sono finiti in manette Cioffi e Tannin, sui quali pesa l’accusa di inganno a scapito degli investitori: dalle indagini sarebbe infatti emerso che i due ex manager erano perfettamente al corrente del cattivo stato di salute dei fondi, anche se pubblicamente affermavano il contrario rassicurando e allo stesso tempo ingannando gli investitori.
A inchiodare Cioffi e Tannin sarebbe uno scambio di e-mail: Tannin dal suo indirizzo di posta elettronica privato proponeva a Cioffi di discutere della chiusura degli hedge fund. Proposta che Cioffi accettava invitandolo nella sua casa in New Jersey. "Il mercato dei subprime è un vero schifo – scriveva Tannin a Cioffi -. Se riteniamo che il rapporto dei cdo (collateralized debt obligations) è in ogni sua parte accurato penso che dovremmo chiudere i fondi ora. La ragione è che se il rapporto cdo è corretto allora l’intero mercato dei subprime sta crollando". Ambedue erano a conoscenza delle difficoltà dei fondi ma, nonostante questo, quattro giorni dopo, nel corso di una conference call, Cioffi, pur dichiarando che i risultati dei fondi speculativi erano in calo, constatava apertamente che non c’erano problemi di liquidità e che il portafoglio titoli era solido.
Il fallimento dei fondi è costato agli investitori 1,6 miliardi di dollari. "Il suo fondo è stato il primo a fallire e questo lo rende una preda facile, ma non significa che abbia fatto qualcosa di sbagliato", spiega l’avvocato di Cioffi, Edward Little, sottolineando che "perdere soldi non è un crimine". "Il mio cliente è innocente ed è il capro espiatorio per un’estesa crisi dei mercati", afferma invece uno dei legali di Tannin, Susan Brune. "C’è molta pressione politica ad andare avanti nelle indagini in questo settore", constata Dan Richman, ex pubblico ministero e ora professore alla Columbia Law School. Nell’illustrare i risultati preliminari dell’indagine e spiegare le motivazioni alla base dell’arresto di Cioffi e Tannin, le autorità sottolineato che "gli arresti degli ex manager di Bear Stearns danno un segno della enormità e della grossolanità della loro cattiva condotta. Hanno gravemente violato la fiducia pubblica", tradendo gli investitori che regolarmente non venivano messi al corrente dell’andamento reale dei propri investimenti.
I due manager sono accusati di cospirazione e frode e per Cioffi è scattata anche l’accusa di insider trading: avrebbe trasferito 2 dei 6 milioni di dollari dei suoi investimenti nei due hedge fund su un altro fondo. Entrambi infatti avevano fatto credere agli investitori che i due fondi sarebbero stati fonte di guadagno sicuro e stabile senza rivelare invece che erano a rischio crack.
Cioffi e Tannin non sono i primi a scivolare su uno scambio di e-mail: prima di loro si erano cacciati nei guai con la posta elettronica Henry Blodget (Merrill Lynch), Jack Grubman (Citigroup) e Frank Quattrone (Credit Suisse First Boston).
tratto da (rainews24)