hezbollah il 12 agosto 2006: l’emittente TV del movimento sciita ne ha
mostrato le bare. Ieri la stampa libanese aveva lasciato aperto lo
spiraglio che almeno uno fosse rimasto in vita. I corpi saranno
sottoposti all’esame del Dna per rivelare la loro identità, dopodiché
Israele rilascerà cinque prigioneri libanesi e i resti di 200 miliziani
palestinesi e libanesi uccisi durante la guerra in Libano del 2006.
settimana di questo mese, l’esercito di occupazione israeliano ha
arrestato circa 130 cittadini palestinesi della Cisgiordania. La media
è di 13 al giorno, compresi invalidi, bambini e ragazzi. Il Centro Palestinese per la Difesa del Detenuto,
nel suo rapporto diramato sabato 12 luglio, ha dichiarato che durante
gli arresti "l’esercito di occupazione ha usato forze speciali e agenti
travestiti da arabi che avevano l’obiettivo di uccidere i cittadini
palestinesi dopo averli arrestati". Killer veri e propri, dunque. Inoltre, le
forze israeliane hanno utilizzato cani-poliziotto per terrorizzare i
sequestrati e i loro familiari, in particolare i bambini e le donne.
Il
rapporto ha aggiunto che Nablus è la città più colpita, con 47
cittadini rapiti, a cui fa seguito Ramallah, con 23, Betlemme con 21,
Hebron con 14, Jenin con 14, Tulkarem con 11.
Il
Centro ha condannato infine "le continue aggressioni israeliane contro
le province della Cisgiordania, la campagna di arresti contro cittadini
inermi, i mezzi vili e privi di ogni rispetto umano durante le
invasioni diurne e notturne". Attualmente nelle prigioni israeliane sono rinchiusi più 11 mila detenuti. John
Ging, direttore operativo dell’UNRWA nella Striscia di Gaza, ha
dichiarato che "nonostante l’impegno palestinese alla tregua e alla
fine del lancio dei missili contro obiettivi israeliani, i passaggi non
sono stati aperti e la situazione continua a peggiorare".
In un discorso ufficiale durante una cerimonia per gli invalidi di Deir al-Balah, nella Striscia di Gaza centrale, Ging ha spiegato:
"La situazione di Gaza è ancora deludente per la popolazione. La gente
ci dice: ‘C’è la tregua ed è un bene, è cessato il lancio dei missili,
e anche questo è buono, ma i valichi non aprono così da poter
soddisfare i nostri bisogni e noi continuiamo a soffrire". E
ha espresso la speranza che vengano aperti velocemente tutti i passaggi
per far entrare i prodotti necessari alla vita quotidiana.
E
ha sottolineato che a ottobre dell’anno scorso, "quando venivano
lanciati i missili, la quantità di carburante inviata a Gaza era più di
quella che entra oggi", ma ha detto di augurarsi che la tregua venga
rispettata e che non riprenda il lancio dei razzi.
Ging
ha chiesto agli abitanti di Gaza di alzare la voce e chiedere di
togliere l’assedio, e ha aggiunto che l’UNRWA, nonostante le
difficoltà, "proseguirà nel sostegno ai palestinesi e starà dalla loro
parte".
(infopal.it)