Pisa: Daspo per una bandiera col Che. E niente Livorno. Ma che calcio è questo?

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Pisa – I tifosi della Curva Nord Maurizio Alberti sono
ancora nel mirino, vengono colpiti di nuovo da daspo, multe e censure. Non solo
un governo incompetente ha vietato la trasferta di Livorno, ma anche la
questura ha diffidato due tifosi per uno striscione (per niente “volgare”) e
per una bandiera argentina che nel mezzo riportava l’effigie del Che Guevara.
Così sono arrivate le diffide per gli striscioni non autorizzati. Dopo la
decisione di chiudere le porte dello stadio di Livorno (aperto solo per gli abbonati)
sembra che non ci sia veramente più spazio per affermare un’idea. Come conferma la Curva Nord, a dominare è la volontà di negare spazi
di agibilità tramite politiche di tolleranza zero.

Lo sport, tra paytv e presidenti finanzieri, non sa più dove
sbattere la testa. Le soluzioni che si configurano vanno nella direzione di una
visione del calcio all’inglese. Stadi privati per far ancora più ricchi i
Presidenti, con biglietti triplicati nel prezzo. La proposta della Lega è
quella di riproporre una nuova selezione del tifo, in base al censo. Come nella
civile Gran Bretagna, dove va allo stadio solo il benestante. Ma gli altri? Gli
altri si scontrano e si accoltellano nei pub limitrofi. E lo fanno non solo il
giorno della partita, ma ogni giorno. Questo conferma che il malessere che può esprimersi
oggi nei nostri stadi è un malessere che ha radici lontane, e non sarà certo arginato
da uno stato di polizia.

Mentre i ricchi del pallone parlano di interessi, clausole e
investimenti, viene vietato di andare allo stadio a coloro che nella Curva hanno
versato lacrime e dedicato gioie anche quando la squadra era tra i dilettanti. Strano
mondo, quello del calcio.

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