* Style Definitions */
table.MsoNormalTable
{mso-style-name:”Table Normal”;
mso-tstyle-rowband-size:0;
mso-tstyle-colband-size:0;
mso-style-noshow:yes;
mso-style-parent:””;
mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt;
mso-para-margin:0cm;
mso-para-margin-bottom:.0001pt;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:10.0pt;
font-family:”Times New Roman”;
mso-ansi-language:#0400;
mso-fareast-language:#0400;
mso-bidi-language:#0400;}
Pietrasanta (LU) – L’odissea dell’inceneritore del Pollino
non ha mai fine. Per anni i cittadini hanno denunciato la situazione di grave
inquinamento in cui versava la zona, con ripercussioni altrettanto gravi sulla
salute, ma non sono stati ascoltati. La
gente lamenta un grande numero di malattie cancerose alle vie respiratorie, si
ricordano i risultati di un’indagine della clinica pediatrica dell’università
di Pisa che aveva focalizzato nell’area compresa tra Viareggio e Pietrasanta un
picco di pubertà precoce nelle bambine, che diventano donne, ma non nella
statura e nel fisico, che resta quello della pubertà.C’è voluta una lettera
anonima e l’entrata in gioco di una multinazionale francese, la Veolia, capace
di mettere le mani su tutto, dai rifiuti all’acqua che ha rilevato lo
stabilimento dalla Termomeccanica.
Quest’estate una lettera anonima
denunciò che l’inceneritore superava di molto i limiti imposti dalla legge sull’emissioni
di monossido di carbonio; in più denunciava la chiusura della Linea1 del
termovalorizzatore di Falascaia, un’informazione questa che, per protocollo
applicativo, avrebbe dovuto essere inviata all’amministrazione provinciale dall’azienda
gestore dell’impianto.
Il tutto ruota intorno alla
manomissione del software che controlla e monitorizza le emissioni. Di chi è la
responsabilità? La Regione “vuol far chiarezza” ed il 24 settembre tramite l’assessore
Anna Rita Bramerini sarà a Falascaia, a visitare l’impianto di incenerimento,
dopo aver fatto prelievi su latte e miele, La Veolia, che ora dovrà investire
un pò di soldi sulla messa in sicurezza dell’impianto, ha già proceduto a
scaricare le responsabilità sulla vecchia gestione. L’unica cosa certa è che
monossido di carbonio e diossine invadono il territorio di Pietrasanta.
I Comitati hanno richiesto, oltre
l’immediata chiusura dell’impianto di Falascaia, che venga effettuata una
perizia strutturale alla quale possa partecipare anche un tecnico nominato dai
rappresentanti dei cittadini; che venga revocata l’autorizzazione per lo
smaltimento di 59mila tonnellate di rifiuti e che il Comune di Pietrasanta, sulla
base di una relazione dell’Azienda Usl 12, prenda provvedimenti concreti.
L’impianto, in Comune di Pietrasanta, gestito dalla T.E.V. Srl, all’interno
di un contratto di project financing, è un termovalorizzatore della frazione
combustibile dei rifiuti urbani con produzione di energia elettrica relativa ad
una potenza superiore ai 6 MW.
l’impianto è corredato da sistema di trattamento fumi sia a secco che ad umido.
Oltre al trattamento di tutti i reflui liquidi ed al monitoraggio delle
emissioni al camino, l’impianto è corredato da un sistema di rilevamento al
suolo delle immissioni in atmosfera. Il combustibile utilizzato è CDR derivante
dalla lavorazione dei rifiuti urbani, nella misura del 41% di questi ultimi,
che si svolge nell’impianto di selezione di Pioppogatto. Presso
l’impianto di termovalorizzazione è allocata la stazione di trasferimento di
rifiuti urbani e di selezione di rifiuti ingombranti, così come la discarica di
Falascaia dove sono stati confinati (setto di betonite e capping di HDPE) i
rifiuti urbani e gli output di incenerimento del preesistente impianto, il
tutto di proprietà Ersu.