Alcuni militanti del collettivo Precari Autorganizzati, ricevuta la telefonata dei ragazzi in difficoltà, si recano sul posto durante l’operazione. In contatto telefonico con un legale cercano di assistere gli ambulanti, ma dalla polizia ottengono solo offese e minacce. Alle loro domande un agente risponde: “Non siamo in America, non ci serve alcun mandato, qui la legge siamo noi e facciamo come ci pare”.
Alla fine i senegalesi vengono portati via e la merce sequestrata, poco ci manca che non vengano portati via anche i ragazzi intervenuti in aiuto. Alcuni di loro, accompagnati dal legale, si recano in questura, ma ancora, a distanza di sei ore, non hanno avuto notizie.
Questa è la quarta retata in meno di due settimane alla ricerca di merce contraffatta.
E’ ormai chiaro che l’intenzione è quella di proseguire criminalizzando e rendendo impossibile lavorare e vivere a tutti gli ambulanti delle zone turistiche. Tra retate e ordinanze anti-borsoni si mira a ripulire la parte della città che la giunta vuole trasformare in una vetrina per compiacere commercianti e visitatori, e questo proposito viene attuato scatenando una caccia feroce alla categoria degli “abusivi” che attualmente rappresentatno il bersaglio più indifeso.
La situazione sta raggiungendo livelli esasperanti, il razzismo di certe ordinanze non è nemmeno più mascherato, si nasconde l’incapacità e la non volontà di affrontare i veri problemi della città andando ad attaccare le persone che rappresentano l’ultimo livello della gerarchia sociale, stranieri disperati che reclamano solo lavoro e dignità.
E mentre i veri criminali speculano su queste disgrazie, magari affittando stanze al nero per prezzi esorbitanti ai migranti, e mentre le forze dell’ordine vivono in un vero e proprio delirio di onnipotenza, legittimato a livello nazionale e locale da leggi e ordinanze che ricalcano quelle del ventennio fascista, la Pisa perbenista e benpensante si gira dall’altra parte, finge di non vedere e continua a dormire sonni tranquilli.