Nei prossimi mesi il quartiere “zona stazione” vedrà l’avvio dei lavori per la realizzazione di un progetto del Comune di riorganizzazione urbanistica dell’area che prevederà lo spostamento del terminal degli autobus e la costruzione di un nuovo palazzo di 6 piani. Tale edificio dovrebbe avere sede in via battisti 51; dove, attualmente, vive il Progetto Rebeldia.
Come sempre più spesso sta accadendo, anche il cosiddetto progetto della “VI porta”, è stato pianificato ed approvato dall’amministrazione comunale seguendo logiche poco lungimiranti, senza prendere in considerazione minimamente l’incredibile evoluzione che caratterizza un quartiere di frontiera come quello in oggetto. Senza capire le necessità e i bisogni di coloro che vivono e/o attraversano i luoghi in questione; relegando, quindi, il quartiere al ruolo di passivo spettatore delle sue trasformazioni.
Come Progetto Rebeldìa pensiamo che il quartiere non debba essere un elemento inerte e rassegnato che subisce le scelte dell’amministrazione che, tra l’altro, assecondano sempre più spesso gli interessi di privati (costruttori, commercianti). La nostra idea è quella di un quartiere che progetta e si progetta, che partecipa, discute e propone, rifiutando la delega politica sulle trasformazioni urbane e sociali che lo riguardano. Crediamo che, oggi più che mai, sia necessario rilanciare percorsi che coinvolgano nella pianificazione del quartiere e dei suoi cambiamenti direttamente coloro che vi risiedono e vi transitano; pensiamo, infatti, che la partecipazione e la possibilità di prendere parola, diventando protagonisti del proprio progetto urbano, siano strumenti irrinunciabili della “democrazia urbana”. Di fronte ad un progetto di città che cambia velocemente, non possiamo e non vogliamo rinunciare alla sfida della riflessione comune, del confronto e della condivisione delle diverse competenze, al fine di mettere al centro del dibattito i bisogni, i vissuti e le attese di chi il quartiere lo vive.
Il modello della partecipazione dal basso, come principio da perseguire nelle scelte che riguardano i cambiamenti del territorio, acquista ancor più importanza divenendo elemento cruciale quando parliamo di luoghi complessi come le zone intorno alle stazioni ferroviarie. In un quartiere variegato e vario quale la “zona stazione”, tradizionalmente territorio marginale e di marginalità che, con le sue numerose sfaccettature e particolarità, esprime una “delicatezza sociale” da tutelare e valorizzare, un progetto calato dall’alto, misurato esclusivamente sul valore economico ricavabile, avrebbe un effetto distruttivo e deflagrante sul tessuto sociale, la vivibilità e la sostenibilità ambientale del quartiere stesso.
E’ fondamentale che la peculiarità e la policromia della zona stazione vengano registrate, in modo che i diversi bisogni delle diverse soggettività che animano l’intreccio di strade che si irradiano dalla stazione verso il cuore della città, trovino tutte la loro voce e vengano, quindi, messe in relazione per costruire una condivisione più ampia possibile delle scelte progettuali; creando ponti tra le persone e non costruendo muri di cemento alti 6 piani.
Noi vorremmo che a decidere sulle trasformazioni della città fossero i cittadini; in tale direzione abbiamo costruito questo appuntamento di inizio Autunno dal titolo “Voci di quartiere, esperimenti sociali di riqualificazione urbana”, che vuole essere un laboratorio di progettazione ed elaborazione di proposte concrete da presentare all’amministrazione, a partire dalla riflessione collettiva e dalla partecipazione, la più ampia possibile: dai residenti pisani e stranieri, ai lavoratori del quartiere (uffici pubblici, conf-commercio, informa giovani, etc) ed ai commercianti italiani e stranieri; dagli utenti dei vari servizi presenti, agli studenti che vanno a scuola nel quartiere o lo attraversano soltanto come accade per i pendolari verso Pisa e da Pisa; proponendo così come modello di sperimentazione di un percorso partecipativo per la risoluzione dei problemi urbani e sociali.
La costruzione di questo ambizioso percorso di partecipazione vedrà il contributo , nella prima giornata, attraverso lo svolgimento di dibattiti, della Rete del nuovo municipio, un’associazione che svolge da anni attività intorno alle tematiche della democrazia partecipativa e delle nuove forme di cittadinanza; la Fondazione Michelucci e la sua esperienza sui temi dell’architettura e dell’urbanistica contemporanea in particolare riguardo i più scottanti problemi delle periferie, del disagio abitativo, delle migrazioni e della salute; Legambiente che metterà a disposizione la sua competenza in termini di urbanistica e vivibilità di una città e l’intervento dell’Università, che tanto spesso ha giocato e gioca un ruolo rilevante nelle trasformazioni “non partecipate” di questa città.
Il percorso di partecipazione di “Voci di quartiere” prevede, inoltre, un momento preliminare di ascolto dei bisogni, che si realizzerà attraverso la somministrazione di un questionario di 28 domande che mira a raggiungere più cittadini possibile e ad interpellarli su come vedono il quartiere e quali sono i loro bisogni e i loro desiderata e la realizzazione di piccole inchieste che facciano da “zoom” sulle necessità e sui vissuti di particolari gruppi sociali quali i pendolari, gli anziani, etc.. . Verranno elaborate, ancora, un’analisi socio-economica e demografica del quartiere e dei suoi cambiamenti in termini qualitativi e quantitativi ed un’analisi sui luoghi di incontro presenti nel quartiere. Foto, storie, video e mappe forniranno ulteriori spunti per le varie discussioni. Nelle giornate del 3/4 avranno spazio i lavori aperti alla cittadinanza dei tavoli tematici, 5 in tutto, aree verdi, mobilità, marginalità, beni culturali e vivibilità, che si avvarranno dei materiali raccolti e prodotti, per discutere e costruire il progetto di riqualificazione del quartiere assieme ad architetti ed ingegneri che si impegneranno nella stesura del piano da presentare all’amministrazione comunale.
Infine Domenica 5, nel pomeriggio, si svolgerà l’assemblea plenaria di tutti i tavoli di lavoro.
Programma dettagliato:
Venerdì 3 ottobre
h.17.00
Proiezione del video: “Voci senza quartiere”, a cura di Africa Insieme
A seguire il dibattito:
I Quartieri delle stazioni: mobilità e questione sociale una necessaria interconnessione
h. 20.00
Aperitivo della caffetteria Machu Pichu
h.21.00
Proiezione del video: “Interferenze Urbane 1.0”, a cura di rmc
A seguire dibattito:
L’urbanistica partecipata: alcune esperienze concrete. I casi di Roma e Milano
Intervengono:
– Alfredo Alietti, docente di Sociologia Urbana e di Comunità dell’Università di Ferrara
– Armando De Salvatore- Architettura delle convivenze Milano
– Nicola Solimano, Fondazione Michelucci Firenze
– Osservatorio Nomade Stalker – Roma
Introduce: Sonia Paone, docente di Scienze per la Pace dell’Università di Pisa
Sabato 4 ottobre
Dalle 10.00 alle 18.00
Tavoli di lavoro: Aree verdi e spazi sportivi, Marginalità, Migranti, Mobilità, Patrimonio artistico e spazi culturali
h.19:00
Lettura musicale del racconto inedito "via della Faggiola numero 19" di Luca Ricci alla presenza dell’autore Lettura: I sacchi di sabbia Musica: UP
h.20.30 cena sociale a cura Cibo Libero KC
dalle 23.00 Musica Live
Domenica 5 ottobre
Dalle 10.00 proseguimento dei tavoli di lavoro
h.17.00 Assemblea plenaria per definire le linee guide per un nuovo progetto di riqualificazione urbanistica del quartiere della stazione
Promuovono:
Associazione Più SUD http://www.plusud.org/index_flash.html
Carta – www.carta.org
Corso di Laurea in Scienze per la pace dell’Università di Pisa – http://pace.unipi.it/
Fondazione Michelucci – www.michelucci.it
Legambiente Pisa – www.legambientepisa.it/
Progetto Rebeldìa – www.rebeldia.net
Associazione Rete del Nuovo Municipio – www.nuovomunicipio.org
tutte le info su: www.rebeldia.net