"Mi hanno tenuta nuda quattro ore in una stanza dell’aeroporto di Ciampino. Prima mi hanno accusato di essere una ladra di bambini, poi di traffico di clandestini e per ultimo di essere un corriere della droga". Ma Amina Sheikh Said, donna somala di 51 anni, sposata con un italiano e cittadina italiana, era solo una nonna che riportava in Italia i suoi quattro nipotini da Londra.
La donna tornava a Roma dopo aver fatto visita ai quattro figli che abitano a Londra, la donna somala che ha denunciato di essere stata vittima di ingiurie razziste. Era il 21 luglio. Insieme a lei aveva per mano quattro dei suoi nipotini, tre di un figlio e uno di un altro, bambini tra i sette e gli 11 anni. L’hanno chiamata negra; l’hanno "umiliata, maltrattata e oltraggiata" come hanno spiegano i rappresentanti dell’associazione Antigone che sostengono la battaglia di Amina. "Arrivata all’aeroporto di Ciampino – racconta l’associazione – la Polizia di frontiera esamina i documenti dei bimbi e decide che qualcosa non va. I minori hanno cognomi diversi tra loro".
Ispezione corporale. "L’accusano del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina". Ispezionano i bagagli. "Amina è condotta in una stanza e fatta spogliare per un’ispezione corporale. Le resta addosso solo il reggiseno. Due donne – racconta ancora Antigone – le dicono che si sarebbe dovuta sottoporre all’esplorazione anale e vaginale. Amina rifiuta. Chiede almeno che sia un medico a farlo". Le due donne incaricate dell’ispezione la ingiuriano: "Ti spedisco in carcere"; "Pazza negra te la faremo pagare"; "Come sei nera fuori lo sei dentro"; "Daremo i bambini all’assistente sociale". La sospettano di essere un corriere della droga. Per oltre quattro ore, Amina rimane svestita di fronte a un numero imprecisato di persone che entrano ed escono dalla stanza. Poi viene ammanettata e distesa su una barella, coperta da un telo di cellophane da imballo. Viene portata in ambulanza al Policlinico Casilino. Dalla perquisizione non emerge niente.
"Nessuno le rilascia alcun verbale", dicono le associazioni. "Delle perquisizioni effettuate non rimane traccia. Le annunciano che contro di lei è stato aperto un procedimento penale per resistenza a pubblico ufficiale".
Ma non finisce qui, perchè Amina è stata denunciata dal ministro Maroni, che ha deciso di costituirsi parte civile. Amina assieme al marito Luigi Mancuso, ispettore della tributaria, ha chiesto di farsi sentire dalla magistratura per ribadire le accuse. Nei giorni scorsi i suoi legali Mario Angelelli e Luca Santini dell´associazione "Progetto diritti" hanno presentato un esposto alla procura di Roma ipotizzando i reati di perquisizione arbitraria e minacce con l´aggravante dell´odio e della discriminazione razziale.
I controlli sui passaporti e una visita radiologica hanno poi accertato che la donna non aveva ingerito ovuli di droga e che quei quattro bambini erano effettivamente i suoi nipotini. Intanto la polaria di Ciampino, dopo aver smentito tutte le accuse, ha denunciato la cinquantunenne per calunnia.«È inquietante che il ministero dell´Interno invece di procedere preliminarmente a un´indagine amministrativa sui gravi fatti denunciati – incalzano gli avvocati della donna, Angelelli e Santini – prospetta azioni giudiziarie, per di più improponibili in questa fase, e senza aspettare che la magistratura concluda le indagini».