Rebeldìa e Legambiente: Regolamento Urbanistico, speculazione al posto delle Caserme

Se ne vanno via dalla città caserme, ospedali, si apre la sesta porta in un quartiere che ha bisogno di ben altro, e non si sa comunque cosa vi sarà in futuro in quei posti che oggi attirano l’attenzione di mattonai e investitori privati. Alle perplessità dei cittadini nessuno risponde. Riportiamo di seguito il comunicato di Rebeldìa e Legambiente sulla speculazione che si sta abbattendo sulla città.

Il prossimo 23 ottobre il
Consiglio comunale di Pisa deciderà in merito alle varianti al Piano
Strutturale ed al Regolamento Urbanistico (Delibera di Consiglio Comunale n. 58
e n. 59 del 22/07/2008) per la realizzazione di una nuova caserma in
Ospedaletto e la dismissione delle tre caserme "Curtatone e
Montanara", "Artale" e "Bechi Luserna" con conseguente
cambio di destinazione d´uso. Di seguito il documento di Rebeldìa e
Legambiente-Pisa presentato al comune contro questo progetto Osservazioni di
Legambiente Pisa e Rebeldia alla variante al Piano Strutturale adottata dal
C.C: n.58 e n.59 del 22/07/2008.

Riteniamo opportuno presentare
alcune osservazioni in merito alle varianti al Piano Strutturale ed al
Regolamento Urbanistico (Delibera di Consiglio Comunale n. 58 e n. 59 del
22/07/2008) per la realizzazione di una nuova caserma in Ospedaletto e la
dismissione delle tre caserme "Curtatone e Montanara", "Artale"
e "Bechi Luserna" con conseguente cambio di destinazione d´uso. Gli
aspetti che vogliamo mettere in evidenza sono sia di carattere generale
sull’operazione nel suo complesso, sia specifici sulle tre aree interessate.

In primo luogo è necessario
rilevare lo scarsissimo coinvolgimento ed interesse da parte
dell´amministrazione nel promuovere e costruire una discussione pubblica e
momenti di confronto su una delle trasformazioni che cambierà profondamente la
nostra città, come se la partecipazione fosse un ostacolo o un di più per
portare a termine i propri progetti (basti pensare che il periodo per le
osservazioni ha coinciso con la fine del mese di Luglio e il mese di Agosto).

In secondo luogo occorre
osservare che nel caso delle tre aree in dismissione si tratta di aree di
particolare pregio, per cui il tipo di intervento che si sarebbe dovuto
prevedere doveva avere, a nostro avviso, sia nella sua fase istruttoria, sia in
questa di approvazione, un’attenzione all´altezza di queste caratteristiche di
pregevolezza, partendo da un’attenta analisi del contesto urbano,
storico-artistico e sociale che è di fatto mancato, come si evince dalle
proposte avanzate. In merito al piano complessivo dell´operazione troviamo non
condivisibile l´idea fondante sulla base della quale verrà realizzato tutto il
progetto, in quanto comporterà che grandi aree pubbliche della città verranno
di fatto cedute ad interessi privati, senza nessun ritorno in termini sociali e
di fruibilità della città per chi ci vive e lavora. Ciò è dovuto all´impianto
costituente del progetto. Nei fatti il Ministero della Difesa otterrà dal
Comune di Pisa la realizzazione della nuova caserma, e il comune di Pisa, per
rendere appetibile l’operazione all’appaltatore, dovrà cambiare le destinazioni
d’uso in modo da massimizzare i profitti nella vendita delle tre vecchie
caserme. Partire da questo presupposto ha di fatto invertito le priorità della
città, anteponendo ai bisogni reali ed alle istanze dei cittadini, interessi di
natura economica. A dimostrazione di ciò il fatto che in tutto il progetto non
si pensa mai agli spazi che si liberano come bene pubblico da mettere a
disposizione della collettività, ma come metri quadrati da monetizzare quanto
più è possibile. Al riguardo riteniamo opportuno avanzare una osservazione
sulla credibilità del piano di fattibilità economica che risulta essere
assolutamente parziale e poco fondato. Da quanto emerge dalla documentazione
disponibile, e da quanto pubblicato su giornali e riviste del settore, emerge,
infatti, una forte discrepanza tra le cifre ricavate dalle vendite delle
vecchie caserme – pari a circa sessanta milioni di euro – e quelle previste per
la costruzione della nuova caserma ad Ospedaletto che come risulta dai piani
presentati dal Ministero della Difesa costerà intorno ai cento milioni di euro.
Dal punto di vista economico risulta, quindi, evidente che l´operazione non
regge e che tale forbice è destinata ad aumentare considerata anche la forte
crisi finanziaria che sta attraversando il mercato immobiliare e che è
destinata a perdurare a lungo. Ciò che si sta determinando è un piano
attraverso cui il Comune viene in possesso di spazi collettivi ed ha come unica
strategia la privatizzazione di questi, senza pensare ad alcun progetto
pubblico rivolto ai cittadini: si tratta di una grande occasione persa per
sempre per questa città. Al riguardo risulta assolutamente emblematico che nel
piano complessivo delle destinazioni d´uso delle tre vecchie caserme si
registri l´assenza totale di spazi pubblici e spazi per la cultura, per la
socialità e la fruibilità della città: 35% residenze di pregio, 20% uffici, 30%
ricettivo (nella caserma Artale è previsto un hotel a 5 stelle da 70 camere e
nella Bechi Luserna un hotel 5 stelle da 300 camere), 15% commerciale. Conseguentemente
sono previsti parcheggi per un totale di circa 1800 nuovi posti auto. Queste
considerazioni sono rafforzate da un´analisi più puntuale delle singole
varianti per ciascuna delle vecchie caserme:

1) Bechi Luserna Nel caso della
Bechi Luserna si procede ad una variante del Piano strutturale per cui
quest´area da parco urbano, secondo le indicazioni di De Lucia, viene destinata
ad uso residenziale. Crediamo che questa variante sia inopportuna e sbagliata.
Pisa, come molte altre città, ha bisogno di un parco urbano che funzioni da
polmone per la città e per chi la vive quotidianamente. Vogliamo anche
ricordare che l´altra area individuata dal Regolamento Urbanistico con
destinazione a parco urbano era quella di fronte al centro commerciale
Pisanova, che però, secondo il progetto vincitore per la nuova sede della
provincia, sarà interamente occupata da edifici, lasciando a verde solo i
ritagli. Considerando questa variante, che prevede la cementificazione
massiccia della Bechi Luserna, uno spazio di 120.000mq, risulta chiaro come
Pisa stia rinunciando per sempre alla possibilità di avere un vero parco
urbano. La scelta della variante in quest´area è di fatto determinata dal fatto
che questa caserma – a differenza della Artale e della Curtatone Montanara –
risulta essere quella più "remunerativa" in quanto priva di
particolari vincoli e quasi per nulla edificata. Per poter garantire il
presunto `equilibrio di bilancio´ occorre cementificare quanto più possibile
questa zona della città, facendo di fatto prevalere gli interessi economici.
Noi riteniamo che quest´area debba essere invece destinata a verde pubblico, un
grande parco che sia in relazione con l´area della cittadella e degli arsenali
che costituiscono un unico grande e preziosissimo comparto urbano da
valorizzare. La proposta di concepire questa zona come porta della città,
collocandovi il terminal degli autobus turistici, non tiene in considerazione
(non se ne fa mai menzione) i problemi di forte viabilità che già insistono
sull´Aurelia e che verranno aggravati dalla realizzazione di questo progetto.
Quella che sarebbe potuta essere un´occasione per costruire una nuova cerniera,
un nuovo legame con i quartieri del Cep e di Barbaricina, ad oggi fortemente
separati dal resto della città, si trasformerà così in una ulteriore cesura ed
allontanamento, aggravando i problemi di traffico e di inquinamento. Risulta
anche contraddittorio pensare un´area di parcheggio di autobus e macchine con
la forte presenza di strutture ricettive e commerciali. Cogliamo anche
l´occasione per avanzare alcune richieste di informazione in merito alla
destinazione che avrà l´attuale parcheggio degli autobus in via Pietrasantina
nel caso in cui venisse realizzato nell´area della Bechi Luserna un unico
grande terminal degli autobus. Registriamo, infine, che secondo le attuali
previsioni dell´amministrazione comunale lo 0% dell’area è destinato a spazio
pubblico.

2) Artale La caserma Artale si
trova di fronte all´orto botanico, attaccata al Santa Chiara e vicinissima a
Piazza dei miracoli, in una zona interessantissima in cui la presenza
universitaria è molto forte. Risulta inspiegabile come si siano potute pensare
e progettare le funzioni di questa area separatamente dal progetto di
riqualificazione e riorganizzazione del Santa Chiara. Non riteniamo che questa
sia la sede opportuna per entrare nel merito della moltiplicazione di strutture
ricettive e commerciali, ma rileviamo piuttosto che in un´area così ampia e in
un quartiere di fatto quasi integralmente occupato dall´università e da servizi
turistici, non si prevede nessuna destinazione d´uso rivolta a chi nel
quartiere abita e vi lavora. Parimenti non possiamo non criticare la scelta di
realizzare nell´area in oggetto esclusivamente residenze di pregio, prevedendo
anche la realizzazione di parcheggi.

3) Curtatone Montanara Per
quest’area valgono gli stessi rilievi fatti per la caserma Artale in merito
alle destinazioni d´uso riguardanti le residenze di pregio, con l´aggiunta
della preoccupazione che le aree verdi presenti in queste aree diventino verde
pertinenziale, non essendo previsto nessun utilizzo pubblico degli spazi aperti
presenti in questo complesso. Tenendo conto che questa caserma si colloca in
una zona residenziale, occupando una zona vasta tra cui parte dell´ex-convento
della Chiesa di San Martino, sarebbe stato adeguato a nostro avviso pensare
almeno in parte ad una destinazione d’uso che prevedesse funzioni pubbliche,
sociali e culturali.

Pisa 15 ottobre 2008 Legambiente
Pisa Progetto Rebeldia

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