La crisi si sente forte anche a Pisa. Il settore farmaceutico rappresenta in tal senso un buon esempio.
Da luglio si parlava della difficoltà di Abiogen, ex Gentili. La proprietà voleva licenziare 63 persone. Seguirono a settembre i presidi dei lavoratori che chiedeva un intervento istituzionale a difesa del posto di lavoro. In più vi erano in ballo altri 22 posti di lavoro precari che scadranno a dicembre.
Alla fine è stato raggiunto un accordo con i sindacati confederali interni:18 esuberi, 7 pensionamenti, 3 persone che usciranno volontariamente, 5 dirigenti che non hanno diritto alla mobilità. Rimarranno all’interno dell’azienda 20 persone. Altre, quelle della portineria e del settore grafico, avvieranno attività autonome col sostegno dell’amministrazione provinciale. Provincia che interverrà anche per chi dovrà lasciare, con un contributo alle aziende che assorbiranno le persone in mobilità, assistite anche da una società di outplacement e incentivate economicamente anche dalla stessa azienda.
Da luglio si parlava della difficoltà di Abiogen, ex Gentili. La proprietà voleva licenziare 63 persone. Seguirono a settembre i presidi dei lavoratori che chiedeva un intervento istituzionale a difesa del posto di lavoro. In più vi erano in ballo altri 22 posti di lavoro precari che scadranno a dicembre.
Alla fine è stato raggiunto un accordo con i sindacati confederali interni:18 esuberi, 7 pensionamenti, 3 persone che usciranno volontariamente, 5 dirigenti che non hanno diritto alla mobilità. Rimarranno all’interno dell’azienda 20 persone. Altre, quelle della portineria e del settore grafico, avvieranno attività autonome col sostegno dell’amministrazione provinciale. Provincia che interverrà anche per chi dovrà lasciare, con un contributo alle aziende che assorbiranno le persone in mobilità, assistite anche da una società di outplacement e incentivate economicamente anche dalla stessa azienda.
I sindacati affermano che è stato salvato il salvabile, nonostante le istituzioni, ad eccezione della provincia nella fase conclusiva, hanno fatto poco o niente per venire incontro alla crisi del settore farmaceutico. Critiche anche all’azienda, accusata di avere voluto fare il muro di gomma fin dall’inizio della trattativa e ad un sistema finale che – sempre fonte sindacale- farà spendere 500mila euro tra mobilità e incentivi per distruggere posti di lavoro anziché crearli. L’accordo ha avuto comunque il via libera dall’assemblea dei lavoratori, adesso l’auspicio è quello di trovare un nuovo punto di partenza per una azienda da sempre radicata sul territorio pisano.
Insomma a pagare la crisi del sistema produttivo è sempre il pubblico. La provincia pagherà gli errori dei manager dell’azienda farmaceutica con i soldi dei contribuenti.
Nel 2007 la Abiogen ha avuto un bilancio di più di 65 milioni di euro. E dove sono finiti questi soldi?
Insomma a pagare la crisi del sistema produttivo è sempre il pubblico. La provincia pagherà gli errori dei manager dell’azienda farmaceutica con i soldi dei contribuenti.
Nel 2007 la Abiogen ha avuto un bilancio di più di 65 milioni di euro. E dove sono finiti questi soldi?