Pisa, 22.11.08. Dopo l’iniziativa da parte del Progetto Prendocasa, che questa mattina ha portato a termine la sua quinta occupazione a scopo abitativo, la bellissima giornata di mobilitazione di oggi è continuata con una manifestazione antirazzista che ha sancito definitivamente la contrarietà da parte della città alla politica securitaria intrapresa dalla giunta Filippeschi, arrivata al punto di proporre ordinanze come quella “anti-borsoni” o quella per lo sgombero dei campi rom. Già nei giorni scorsi, con l’uscita dell’appello firmato da numerose voci autorevoli che vivono e lavorano a Pisa, si era intuito che la denuncia del razzismo intrinseco in certe politiche portata avanti dall’Assemblea Antirazzista e da un ampio cartello di sigle non esprime il punto di vista di pochi perversi estremisti, bensì la viva preoccupazione dell’anima più profonda di questa città.
Oggi erano migliaia le persone che hanno voluto scrivere, spiegare, gridare che Pisa rifiuta qualsiasi tentativo di fomentare l’odio, la discriminazione, il razzismo, tanto più quando questo tentativo è portato avanti in maniera subdola e strisciante, da un’amministrazione che si fregia di essere attenta all’integrazione e rispettosa dei migranti, ma che poi per affrontare i problemi di chi per vivere è costretto a fare il venditore ambulante usa la polizia. Sono le 16:30 circa quando da piazza Sant’Antonio parte un ampio corteo: in cima, un camion sopra il quale una decina di ragazzi senegalesi suonano djembe. Subito dietro lo striscione d’apertura, che recita uno slogan tanto chiaro e semplice, quanto attuale: “NO AL RAZZISMO Sì AI DIRITTI”. Dietro, i tantissimi spezzoni della varie associazioni e realtà che hanno aderito alla manifestazione: c’è Rebeldia, Africa Insieme, il collettivo Precari Autorganizzati con lo striscione del Progetto Prendocasa, Università 2.0, e tanti altri.
Nel bel mezzo di Corso Italia compare un corteo improvvisato dal comitato genitori in difesa della scuola pubblica che, portando con sé tantissimi bambini, si unisce al grande corteo che proviene da Sant’Antonio. È ben presente dunque anche il mondo della scuola e dell’università, che dimostra così come le lotte di questi mesi contro i tentativi di distruzione dell’istruzione pubblica esprimono una critica globale all’inqualificabile operato di questo governo, e sono nutrite di ideali quali l’antifascismo e l’antirazzimo. Dopo corso Italia si arriva infine di fronte al Comune: qui una serie di borsoni che durante tutto il corteo sono passati di spalla in spalla vengono depositati di fronte all’ingresso di palazzo Gambacorti.
Dopo qualche intervento il corteo prosegue. Si passa il ponte, si attraversa Borgo e ci si dirige verso Piazza dei Cavalieri. Intanto dal camion alle musiche senegalesi si alternano gli interventi più diversi: tra gli altri, ci sono persone venute da Torino e Firenze per portare la solidarietà alla manifestazione pisana, ci sono i ragazzi della scuola italiana per migranti di rebeldia, che ribadiscono il loro no all’assurdo progetto delle classi ponte. Si arriva infine in piazza del Duomo. Il colpo d’occhio è suggestivo: una delle piazze più famose e belle del mondo, che raramente è stata meta di manifestazioni, viene invasa da un coloratisimo e soprattutto rumorosissimo corteo, che simbolicamente, ma non solo, si riappropria di quello che è il luogo di lavoro di tante persone presenti, ma purtroppo anche il luogo dove queste stesse persone subiscono quotidianamente vessazioni e insulti. Oggi piazza del Duomo è loro.
Il corteo si conclude in piazza Manin. È qui che è stato realizzato il primo presidio dell’assemblea antirazzista, e simbolicamente gli organizzatori hanno voluto concludere qui, dove tutto è iniziato, il grande corteo di oggi. Ciò non significa però che il percorso dell’assemblea antirazzista finisce lì dove è iniziato. Quello di oggi è solo un nuovo inizio, per un percorso che non si fermerà finchè le ordinanze non verranno ritirate.
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