Svezia: scontri e tensione a Malmoe, il quartiere dei migranti

Tensione altissima a Malmoe, in Svezia, dove la polizia pattuglia in maniera massiccia le strade di Rosengaard, un quartiere abitato in prevalenza da migranti, teatro da qualche giorno di incidenti e scontri tra manifestanti e forze dell’ordine. Gli scontri sono comiciati con lo sgombero forzato di un gruppo di
migranti da un’ex moschea (il 18.12.08)
, occupata in seguito alla decisione del
padrone di riappropriarsi dei muri. Già il 24 novembre l’edificio che
aveva ospitato il centro culturale musulmano era stato occupato e poi
sgomberato senza problemi.

Finora sono stati 22 gli arresti, gli scontri sono stati talmente
violenti che la polizia di Malmoe ha chiamato rinforzi da Stoccolma e
dalla vicina Danimarca: sono stati schierati oltre 200 agenti in assetto antisommossa. Quest’oggi una scuola è andate in fiamme dopo
il ripetuto lancio di bottiglie molotov. Incendiati anche cassonetti della spazzatura e veicoli.

Al terzo giorno di rivolta dei giovani immigrati di Svezia comincia a
delinearsi meglio il carattere di questa rivolta partita da una zona
periferica e molto popolosa di Malmoe: similarmente alla dinamica di
inizio delle rivolte nelle banlieues francesi nel 2005, o alla rivolta che
sta infiammando la Grecia, quel che ha fatto scattare l’indignazione è
stato un fatto circoscritto (lo sgombero dai locali), il quale si è poi
trasformato in altro, potenziato dal protagonismo dei giovani immigrati
che stanno partecipando alla sommossa. Le proteste svedesi sono
probabilmente anch’esse da ascrivere al disagio dei giovani immigrati
dentro la società dell’oggi, il che non può che quindi avere diretti
collegamenti e ragioni economiche e sociali.

Nemmeno loro voglion pagare la crisi!

 
 
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