Contro l’approvazione dell’ordinanza anti-borsoni: appello dell’Assemblea Antirazzista

Dopo la recente approvazione dell’ordinanza anti-borsoni, pubblichiamo di seguito l’appello promosso dall’Assemblea Antirazzista di Pisa.  

APPELLO CONTRO L’APPROVAZIONE DELL’ORDINANZA ANTIBORSONE

Dopo mesi di polemiche, anche l’ultima delle ordinanze che il sindaco Filippeschi aveva annunciato sin dal suo insediamento, sta per essere approvata. La pressione della Confesercenti alla fine ha prevalso sui numerosi appelli al buon senso e alla solidarietà che in questo periodo sono stati ripetutamente rivolti al sindaco da più settori della società civile: associazioni, cooperative che operano nel sociale, intellettuali, migliaia cittadini solidali scesi in piazza. Il sindaco ha sempre risposto alle proteste affermando la possibilità di una coesistenza tra ordinanze e integrazione. Bene, ora che l’ordinanza antiborsone sta per essere emanata, ci chiediamo quali siano le contromisure che il sindaco intende adottare sul versante “integrazione”. Ad oggi i segnali sono sconfortanti. In ogni intervento pubblico, l’amministrazione non ha fatto altro che ribadire il lato repressivo del provvedimento: la legalità va ripristinata e dunque i venditori ambulanti del Duomo e dei parcheggi devono “scomparire”. E se questo provvedimento verrà applicato, purtroppo, possiamo stare certi che effettivamente questi uomini e donne “scompariranno” negli ingranaggi repressivi che la legge Bossi-Fini ormai da sette anni ha sapientemente elaborato per gestire il fenomeno dell’immigrazione. Ciò che attende chi oggi campa del suo borsone è, nel migliore dei casi, una multa che ovviamente non sarà in grado di pagare, ma nel peggiore (e certamente più frequente), la segnalazione alle autorità come clandestino, la deportazione in un Centro di Permanenza Temporanea, l’espulsione. Questa è la realtà che si cela dietro l’ordinanza antiborsone. In questo contesto, sembra assai difficile trovare uno spazio di coesistenza con misure di integrazione. Probabilmente il sindaco millanterà la possibilità di concedere ai clandestini un permesso di soggiorno per motivi umanitari, ma sappiamo bene che per tale provvedimento non basta l’approvazione dell’amministrazione comunale e della Questura, ma serve il nulla osta del Ministero dell’Interno, le cui politiche sull’immigrazione sono ben note a tutti. È evidente dunque che la via dell’integrazione non può andare di pari passo con le misure repressive che oggi si vogliono approvare, ma deve essere praticata subito e in sostituzione delle ordinanze, se c’è una volontà di offrire la possibilità di una vita dignitosa a che oggi vive in una condizione di precarietà e povertà estreme. Ricordiamo che il fenomeno del cosiddetto “abusivismo” danneggia in primo luogo chi è costretto a praticarlo: dietro la spersonalizzante e criminalizzante etichetta di “abusivo”, si cela la realtà complessissima e drammatica di persone che vivono e lavorano nel nostro paese in uno stato di apartheid, senza alcun diritto. Chiediamo pertanto a tutti i collettivi e a tutte le associazioni, ed in particolare alla Consulta degli Stranieri, di far sentire la propria voce contro questa ordinanza che esclude ogni possibilità di riscatto sociale per i migranti che andrà colpire. Assemblea Antirazzista

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