Un giovane eritreo di 24 anni è stato aggredito sabato, verso le 4 del mattino, mentre camminava in via Fioravanti, a Bologna, con la moglie. La vittima: "Mi sono venuti addosso, non mi era mai successo. Sono amareggiato". I due aggressori, un italiano e un bosniaco, gli hanno chiesto una sigaretta. Al suo rifiuto l’hanno aggredito colpendolo al ventre. E’ stato dichiarato guaribile in sette giorni.
I due aggressori, che di fronte agli agenti del 113 hanno continuato ad insultare la vittima, sono stati
Hai una sigaretta?» Risposta: «No, mi dispiace, non fumo». La faccenda sembra finita lì, i due che hanno fatto la richiesta se ne vanno. L´altro, un ragazzo eritreo di 24 anni che sta camminando insieme alla moglie di 22, anche lei eritrea, percorre pochi metri, poi si sente afferrare per le spalle. Sono proprio loro, i due di prima.
Hai una sigaretta?» Risposta: «No, mi dispiace, non fumo». La faccenda sembra finita lì, i due che hanno fatto la richiesta se ne vanno. L´altro, un ragazzo eritreo di 24 anni che sta camminando insieme alla moglie di 22, anche lei eritrea, percorre pochi metri, poi si sente afferrare per le spalle. Sono proprio loro, i due di prima.
Lo aggrediscono, lo prendono a calci al basso ventre, gli sfilano il cellulare e intanto parte il solito copione di insulti razzisti: «Brutto negro di m., tornatene al tuo paese, non puoi stare qui». Qualcuno vede la scena e chiama il 113. Agli agenti che arrivano tanto in fretta da riuscire a mettergli le manette gli aggressori dicono: «Non abbiamo fatto niente. Come? Credete a quel negro di m, invece che a noi?».
I due, un bolognese di 22 anni con qualche precedente per lesioni e guida in stato di ebbrezza, e un bosniaco, regolare e incensurato, erano ubriachi. Sono stati arrestati per rapina, lesioni finalizzate alla rapina e ingiurie aggravate da motivazioni razziste. Il ragazzo eritreo è stato medicato all´ospedale Maggiore, guarirà in una settimana. Del furto del telefonino, che è poi stato ritrovato per terra dagli agenti, si era accorta la moglie, lui no.
E´ in Italia da un anno, fa il facchino. ”Sono molto amareggiato”, dice,” mi sono venuti addosso in due. Botte e insulti, non mi era mai successo”.
(fonte: La Repubblica)