Si vota in senato accademico sugli scontri in Sapienza

Pisa_Sui fatti della Sapienza, il senato accademico stamani ha approvato la mozione rportata di seguito, al termine della seduta gli studenti hanno indetto una conferenza stampa.
Ecco la mozione approvata all’unanimità:
“Il Senato esprime il proprio rammarico per gli scontri tra polizia e studenti, con deplorevole seguito di feriti e contusi, che venerdi’ scorso 6 marzo, sono avvenuti all’esterno della Sapienza in occasione della presentazione del libro del prof. Marcello Pera. La libertà di espressione e’ principio irrinunciabile che fonda la nostra Repubblica e che il nostro statuto richiama. Altrettanto irrinunciabile, a maggior ragione entro l’Universita’, e’ la possibilita’ di manifestare civilmente il proprio dissenso. L’unica condizione e’ infatti che la liberta’ degli altri non ne venga coartata. Il Senato esprime la propria preoccupazione davanti al ripetersi di episodi conflittuali che rischiano di avvelenare i rapporti interni all’Universitaà e alla cittaà: se si tratta di una tendenza, essa va subito contrastata. Il Senato chiede dunque a tutte le componenti dell’Ateneo di dare il proprio contributo perchè si ristabiliscano e si mantengano, anche in momenti oggettivamente difficili, dinamiche di confronto improntate al dialogo ed al reciproco rispetto, e si impegna in prima persona a farlo.” 
Come era probabile non è stato possibile al rappresentante dei collettivi in Senato, mettere a votazione tutt’altra mozione, che lo stesso aveva preparato nella tarda serata di ieri. 
Questo perché la mozione avrebbe rischiato seriamente di essere cestinata, mentre l’unico compromesso possibile all’interno del palazzo “alla giornata” si è trovato intorno ad una mozione che lascia molto amaro in bocca. L’amaro è dato dal rendersi conto ancora una volta di come le gerarchie d’Ateneo non vogliano assolutamente prendere in considerazione, partendo dalla drammaticità dei fatti, la ferma condanna dell’operato della Polizia.
Sarebbe stato importante condannare la militarizzazione dell’Ateneo e la presenza della polizia tesa a contrastare il libero svolgimento del dibattito e un libero confronto.Perché al di là della retorica dei soliti, il libero confronto prevede anche la contestazione, la critica radicale, giustificata dal fatto che in quel luogo si andava ad esprimere un personaggio a cui molto sarebbe da chiedere, sia riguardo la sua paternità sull’IMT, sia sulla sua produzione in campo editoriale.
Qualcuno ancora cerca di alludere al “gioiosamente intolleranti” degli studenti, come ad una forma di auto-dichiarazione d’intolleranza che risulta inaccettabile all’interno di un sistema democratico. Inutile cercare di far capire a qualcuno che non ci sente, che la forma ironizza sul significato e francamente, intollerante è la condotta dell’Ateneo nei confronti della vicenda. 
Dichiarare l’università zona franca non è possibile secondo i senatori, il messaggio è che lì, come altrove, vige la forza dello Stato che nelle sue forma coercitive è pronto a difendere i potenti di turno, dal rischio "dissenso". Chi ha sempre richiamato all’extraterritorialità delle strutture universitarie in nome dei principi culturali su cui esse si fondano, dovrà tacere ancora una volta.
Intanto a Torino caricano addirittura dentro Palazzo Nuovo, caricano i “violenti e antidemocratici” studenti antifascisti perché c’è da difendere chi dell’autoritarismo, dei valori liberticidi e della violenza contro i più deboli ha fatto la sua bandiera.
L’imbarbarimento nella gestione dei conflitti, questa è la parola d’ordine che passa di bocca in bocca, un imbarbarimento di cui sicure vittime sono in questo caso gli studenti, intenti a sostare di fronte alla loro facoltà, i carnefici invece sono quelli in divisa che si fanno scudo della silenziosa complicità degli amministratori. 
A Pisa la polizia, si apprende, non è stata chiamata dal Rettore.
È successo di peggio, non solo la questura ha imposto la blindatura di una facoltà pubblica per un dibattito altrettanto pubblico, ma addirittura ha ordinato a Pasquali di chiudere il rettorato, facendo saltare la seduta del consiglio degli studenti.
Il rettore ubbidisce e niente dice di fronte alle cariche indiscriminate della Polizia nei confronti degli studenti. Niente nemmeno dalla bocca del preside di Giurisprudenza Goldoni, ma chi lo conosce non si meraviglia del suo coraggio.
 
A fronte di tutto questo, la posizione del suddetto Pasquali è ancor più grave.
In senato ha dichiarato la sua sostanziale parità di vedute con il sindaco Filippeschi.
 
Queste le parole del nostro sindaco:”…Assistere ad episodi come quelli avvenuti sabato scorso davanti alla Sapienza, in occasione di una legittima presentazione di un libro di idee, lascia l’amaro in bocca e certamente non rende costruttivo il confronto delle idee. Gli atteggiamenti violenti non devono avere cittadinanza nell’Università e nella città di Pisa. Chiediamo a tutti, a partire dalle forze dell’ordine, di prevenire queste situazioni, per non arrivare a dover intervenire creando pericoli per chi deve garantire l’ordine e per chi manifesta. Noi ci facciamo, per le nostre responsabilità e i nostri compiti, garanti della possibilità di espressione del pensiero di tutti. Ma chiediamo a tutti il rispetto delle posizioni altrui.»
L’alleanza tra i palazzi è il segno di una difficoltà che si vive in quei luoghi, dove i conflitti vengono visti come problemi di ordine pubblico, da gestire, per questo si consiglia la questura nell’usare metodi più consoni per mantenere la pace sociale.
 
Tra gli studenti non manca il più realista del re, ma se si guarda dietro la maschera, si vedrà solo la stessa faccia del palazzo, solo con meno rughe.
Il conflitto invece per la piazza, gli studenti, i precari, i migranti, tutti coloro che pagano la crisi, è un momento per prendere la parola.
 
Il rappresentante dei collettivi, nonostante tutto, si è detto soddisfatto nel vedere un senato che "perlomeno ha discusso di quanto accaduto".
Già, di solito non si discute di tali cose ed in passato è successo che niente è uscito da quell’organo, nonostante i gravi fatti avvenuti.
Inutile quindi meravigliarsi, se non si è mai entrati in quelle stanze è difficile capire in che mondo vivano certi signori.
 
Rallegriamoci dunque, nel mondo dei morti qualcosa si è mosso.
Vinz 
Di seguito il comunicato dei precari della ricerca e della didattica:
 
I fatti inauditi che si sono verificati nel pomeriggio di venerdì 6 marzo, all’esterno della Sapienza, rappresentano una delle pagine più cupe della storia recente della nostra città. Le cariche ingiustificate e violente della polizia sugli studenti, picchiati e feriti, solo per aver osato contestare la presentazione di un libro nella loro università; la negazione di fatto di ogni spazio per il confronto e per la libertà di critica e di protesta; il silenzio delle autorità accademiche e di tutto il corpo docente, Rettore in testa. Mentre ancora riecheggiavano i rumori del presidio represso, il professor Pasquali partecipava alla presentazione in programma, porgendo al senatore Pera i saluti dell’Università, ostentando indifferenza per l’accaduto, anzi, affermando ripetutamente di non essere a conoscenza dei fatti. 

Ancora una volta il rettore dell’ateneo di Pisa ha dimostrato la chiara incapacità di gestire il dissenso all’interno dell’ateneo. Probabilmente l’ordine di usare il pugno duro è venuto dall’alto, dato il personaggio illustre oggetto della contestazione. Ma il Rettore aveva il dovere di proteggere i "suoi" studenti, che da giorni avevano annunciato il presidio alla Sapienza. Come aveva il dovere morale di interrompere la cerimonia e di sincerarsi delle condizioni fisiche dei contusi. 

Condanniamo fermamente la scelta di avallare una gestione poliziesca del dissenso, all’interno come all’esterno dell’università. È il segnale evidente della crisi in cui versa la locale gerarchia accademica, stretta fra i pesanti tagli del governo e la totale assenza di visioni progettuali di ampio respiro culturale (si pensi allo sconcertante tentativo in atto di smantellare le biblioteche di ateneo). 

Militarizzare l’università è una scelta politica vergognosa, ma è una scelta politica. Chi ha una coscienza democratica non può più tacere. Occorre che il corpo sano dell’Università di Pisa si dimostri capace di isolare i responsabili dell’accaduto, a partire dal Rettore in carica, fino a portare alla loro rimozione. Chi ricorre al manganello contro i propri studenti perde ogni diritto a guidare un’istituzione preziosa e delicata come l’Università. 

Per questi motivi oggi abbiamo presentato al Senato Accademico il documento allegato, chiedendo quanto segue:

1) al Senato accademico, al corpo docente e al comparto tecnico-amministrativo di quest’ateneo di esprimere assoluta condanna rispetto alla presenza delle forze di polizia nei locali dell’ateneo e all’uso della forza da parte di esse lo scorso 6 marzo
2) le dimissioni immediate e irrevocabili del Professor Marco Pasquali dalla carica di rettore." 

Assemblea dei ricercatori precari – Università di Pisa 
Nel frattempo pure Beppe Grillo si è accorto di quello che è successo a Pisa: 
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