Cariche sugli studenti anche a Barcellona. Processo di Bologna: matrice comune delle lotte.

La violenza repressiva contro gli studenti che alzano la voce e manifestano contro la distruzione dell’università pubblica e del sapere libero sta prendendo piede nella nostra città, in Italia e in tutta Europa.

Oggi anche a Barcellona – dopo Roma (questa mattina alla Sapienza) e
molte altre città italiane – la polizia ha caricato con violenza
inaudita gli studenti che manifestavano.

Già la settimana
scorsa c’era stata una grande manifestazione di tutte le università di Barcellona, culminata
con l’occupazione dell’Universitat Pompeu Fabra. Domenica è stata sgomberata, assieme anche al Rettorato. Oggi nel tardo pomeriggio gli studenti protestavano contro gli sgomberi e contro la violenza dei mossos d’esquadra.  Ebbene, la manifestazione, che raccoglieva circa un migliaio di persone, è stata nuovamente repressa al suo arrivo in Plaça Sant Jaume
Numerosi studenti sono stati arrestati. Molti sono i feriti.
 

Il fattore comune delle lotte sta proprio nella matrice europea del processo che sta distruggendo il mondo della formazione: il processo di Bologna. [per saperne di più vedi il sito ufficiale]

Questo, nato nel 1988 quando 29 ministri dell’istruzione europei si
incontrarono a Bologna per sottoscrivere un
accordo (noto come la Dichiarazione di Bologna), mira ad armonizzazione i sistemi di istruzione superiore. L’obiettivo è realizzare entro il 2010 uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore. I Ministri dell’Istruzione dei paesi partecipanti si incontrano ogni due anni per valutare i risultati raggiunti, formulare ulteriori indicazioni e stabilire le priorità per il biennio successivo. Dopo il primo incontro a Bologna nel 1999, i Ministri si sono riuniti a Praga nel 2001, a Berlino nel 2003, a Bergen nel 2005, a Londra nel 2007. Il prossimo incontro si terrà 28-29 Aprile a Leuven e Louvain-la-Neuve (Belgio).

Un appello per un contro-summit sta già girando. Le mobilitazioni studentesche che in questi mesi hanno percorso l’Italia non sembrano affatto accennare a fermarsi e il piano europeo è ancora tutto da combattere. 

  Zeliha Passos

 

 

 

 

 

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