Riportiamo di seguito l’appello redatto da un gruppo di studenti, specializzandi, dottorandi, ricercatori-docenti precari e lavoratori strutturati ed esternalizzati delle biblioteche: "Salviamo le biblioteche D’Ateneo".
Nel seguente appello che ognuno può firmare su internet all’indirizzo: http://www.firmiamo.it/salviamolebibliotecheateneo, si chiede al Rettore di Pisa di convocare un Senato Accademico pubblico e straordinario per parlare del futuro sulle politiche bibliotecarie dell’Ateneo, visti i preoccupanti tagli.
Appello: “Salviamo le biblioteche d’Ateneo”
Le biblioteche rappresentano una delle risorse culturali più importanti per lo sviluppo civile e culturale della società e nel nostro territorio una larga parte è costituita da biblioteche universitarie, aperte non solo al mondo accademico, ma anche ai cittadini che ne vogliono usufruire.
Il futuro di queste strutture appare però messo in discussione dalle recenti scelte dell’Ateneo pisano: per questo studenti, specializzandi, dottorandi, ricercatori, personale strutturato ed esternalizzato delle biblioteche, riuniti in assemblea il 17 marzo, hanno deciso di lanciare un appello, con lo scopo di allargare la riflessione sulla direzione intrapresa.
I tagli annunciati si aggirano intorno al 30%, e rendono più pesante la prevista diminuzione dei fondi messi a disposizione dai dipartimenti: si mette così a serio rischio sia il normale funzionamento delle biblioteche che il futuro dei lavoratori, soprattutto di quelli esternalizzati.
Al momento non sono ancora stati rinnovati i contratti che in passato le singole sedi avevano attivato con collaboratori esterni (già a casa da alcuni mesi) come i tecnici informatici e i catalogatori. Si attueranno anche probabili riduzioni sull’orario di apertura delle strutture, soprattutto nella fascia dalle 20:00 alle 23:00: un provvedimento già annunciato in alcune sedi, senza nessuna precedente comunicazione ai lavoratori.
Il nuovo regolamento prevede inoltre una riorganizzazione di tutto il comparto bibliotecario, con un accentramento finanziario e un nuovo organo decisionale, il Comitato di indirizzo e di controllo.
Tale comitato estromette di fatto il personale tecnico dai processi decisionali, in nome di un augurato snellimento amministrativo, che in realtà non avviene, poiché aumentano i passaggi burocratici. Questo nuovo regolamento è una delle prime iniziative che avverranno nell’Ateneo in nome della cosiddetta razionalizzazione che è parte integrante delle trasformazioni previste con il nuovo statuto.
Anche altri elementi meritano attenzione. Un incremento di spesa deriverà dal complicato sistema di abbonamento ai gestori elettronici fornitori di riviste, per via di un meccanismo perverso che “alimenta” un oligopolio di case editrici per pubblicare i risultati di una ricerca già finanziata con soldi pubblici. A fronte di quest’ultimo aumento, la riduzione dei fondi colpirà ancor più la gestione delle strutture e l’acquisto di monografie e di riviste cartacee, linfa vitale delle biblioteche.
Per discutere questi problemi chiediamo al Rettore di indire un Senato Accademico straordinario e pubblico, con oggetto: “Le politiche bibliotecarie dell’Ateneo: quale futuro?”, allo scopo di permettere a chi prende le decisioni di illustrare il nuovo progetto e chiarirne le ragioni, e di lasciare a tutti i soggetti interessati la possibilità di intervenire dando il proprio prezioso contributo.
Crediamo che la buona salute dell’Università pubblica passi anche e soprattutto attraverso un sistema bibliotecario aperto e trasparente, di ottima qualità, gestito da figure professionali qualificate con buone condizioni di lavoro, in sedi ampie, decorose e possibilmente unificate in pochi grandi poli: per questo chiediamo di sottoscrivere questo appello.
un gruppo di:
studenti, specializzandi, dottorandi,
ricercatori-docenti precari,
lavoratori strutturati ed esternalizzati delle biblioteche