Luc Rousselet, il dirigente sequestrato, "non si ritiene più nella situazione idonea per poter negoziare" con i dipendenti, ma "è fuori questione che possa lasciare lo stabilimento fino a che non si sarà ottenuto qualcosa", ha spiegato Jean-François Caparros, delegato sindacale di Force Ouvriere, precisando che l’uomo è stato trattato e nutrito "normalmente"; i sindacati si sono fatti garanti della sicurezza del dirigente ma "se non si arriverà a una trattativa, potranno esserci delle tensioni con i dipendenti". Lo stabilimento di Pithiviers dà lavoro a 235 persone ma nel dicembre del 2008 la direzione ha annunciato l’eliminazione di 110 posti di lavoro e il trasferimento di altri 40 presso una nuova società che dovrebbe essere creata sempre a Pithiviers entro la fine dell’anno.
I dipendenti chiedono "l’apertura di un nuovo negoziato sulle indennità di licenziamento, un bonus di trasferimento e un sussidio di disoccupazione di due anni", ha concluso Caparros. Non si tratta certo di un caso senza precedenti in Francia: solo il 12 marzo scorso l’amministratore delegato della Sony francese era stato virtualmente sequestrato dai dipendenti e costretto a passare la notte nella fabbrica di Pontonx-sur-l’Adour, che chiuderà ad aprile; e non si può evitare di notare come nelle ore immediatamente successive sia stato concluso un accordo che migliorava sensibilmente le condizioni di allontanamento dei lavoratori. Azioni causate dalla grave situazione di crisi e che per la maggior parte dei sindacati sono "legittime": "Non dico di approvarle, ma mettetevi nei panni di questi lavoratori che non hanno nulla da perdere", sottolineava un rappresentante di Force Ouvriere, mentre Cgt e Solidaires facevano notare come "la violenza fatta ai dipendenti vittime di un licenziamento è ben più grave".
Il governo di Parigi non ha finora criticato quanto accaduto e ha anzi definito "scandalose" le riduzioni del personale decise da molte aziende e giustificate con le necessità di tagliare i costi dettate dalla crisi. Fonte: Apcom