Morto un uomo durante le proteste contro il G20, i manifestanti chiedono l’apertura di un inchiesta

LONDRA – "Vogliamo sapere come è morto, ma la polizia non ci dice niente. Chiediamo un’inchiesta che faccia luce su quanto è avvenuto". Un centinaio di dimostranti sono tornati questa mattina sul luogo in cui mercoledì sera un loro compagno ha perso la vita in circostanze ancora da chiarire. La vittima, un uomo di circa trent’anni, sembra aver sofferto un collasso e perso i sensi: trasportato in ospedale, ci è arrivato privo di vita e tutti i tentativi di praticargli la respirazione artificiale sono falliti.
In attesa di un’autopsia per determinare le cause esatte del decesso, Scotland Yard afferma che sembra trattarsi di un infarto e ipotizza che l’uomo soffrisse di disturbi cardiaci.

L’uomo si era trovato a un certo punto dietro un cordone di poliziotti, fermato forse per accertamenti, e a quel punto avrebbe perso i sensi. E’ stato malmenato? Che cosa è successo? "La polizia è responsabile della sicurezza di coloro che arresta", dice Marina Pepper, attivista di un gruppo che si chiama "Solidarity Against Police Repressione", "chiediamo a tutti i manifestanti che erano ieri da queste parti di fornire testimonianze, ci rivolgeremo a un’avvocato per premere sulle autorità affinché sia lanciata un’inchiesta ufficiale". Dice un altro manifestante, che non vuole fornire il suo nome: "Ero con la persona che è morta. Eravamo in tre o quattro. Stavamo scappando, inseguiti dalla polizia che cercava di disperdere la manifestazione. Siamo finiti in quel vicolo, lui è inciampato, è caduto e non si è più rialzato".

Di repressione della polizia parlano anche altri gruppi di dimostranti, protestando per il modo in cui gli agenti hanno impedito per ore a chiunque di lasciare la piazza antistante la Banca d’Inghilterra: "Ci hanno tenuti come in gabbia, contribuendo a far salire la tensione". E stamane la polizia ha organizzato raid contro due case occupate, dove abitavano decine di "squatters" che hanno partecipato alle manifestazioni. Ufficialmente, le forze dell’ordine pensavano che nelle case ci potessero essere dimostranti sospettati di violenze. Tutti sono stati ammanettati, filmati, interrogati e più tardi rilasciati. Dice un giovane francese: "Hanno sfondato la porta, ci hanno presi a pugni, ci hanno puntato i mitra addosso come se fossimo pericolosi terroristi. E’ stato ridicolo e vergognoso…".

(tratto da repubblica.it)

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