Il sisma di magnitudo 5,8 della scala Richter si è verificato tra L’Aquila, Collimento e Villagrande alle 3.32. ‘‘Il bilancio dei morti e’ pesante, si parla di oltre 50 vittime”. Lo afferma il ministro dell’Interno Roberto Maroni, incontrando i giornalisti. Si continua a scavare tra le macerie.
Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha firmato un decreto per dichiarare lo stato di emergenza nazionale . Ed è stata convocata al ministero della Salute di Lungotevere Ripa, l’Unita’ di crisi per
far fronte all’emergenza terremoto. "L’Unita’ – si legge in una nota
del ministero – e’ presieduta dal ministro del Lavoro, della salute e
delle politiche sociali Maurizio Sacconi".
dei supermercati, anche nei campi sportivi. E, purtroppo, anche morti
in strada, cadaveri estratti dalle macerie dei palazzi crollati e
adagiati in terra coperti da un lenzuolo. Per le strade vagano decine
di giovani, vecchi e donne, molti con delle coperte sulle spalle, altri
ancora in pigiama; i volti tirati, lo sguardo ancora impaurito dopo la
scossa, violentissima, di questa notte.
E a rendere ancora più
difficile le situazione delle migliaia di sfollati, le continue scosse
di assestamento: l’ultima in mattinata che ha fatto crollare diversi
cornicioni e cadere tegole. (Ansa)
"Sono rimasto per tre ore sotto le macerie. Non riuscivo a liberarmi. Fortunatamente due travi hanno impedito al muro di crollarmi addosso": Guido Mariani, 23 anni, studente di ingeneria elettronica, ha gli occhi sgranati per lo shock, le mani e le ginocchia piene di lividi ed escoriazioni che si è procurato quando i soccorritori lo hanno estratto da una montagna di detriti. Accanto a lui il cadavere del suo amico e coetaneo con cui divideva l’appartamento da due anni, nel centro dell’Aquila, in via XX settembre, la zona più colpita dal sisma di stanotte. "I soccorsi sono arrivati dopo più di tre ore", accusa Guido. "Questa è una città piena di caserme eppure mi hanno tirato fuori i cittadini scavando a mani nude. Gridavo e invocavo aiuto", continua il giovane studente, "sentivo il mio cellulare squillare ma non riuscivo a raggiungerlo. Finalmente si è aperto uno spiraglio, delle mani si sono sporte, mi sono aggrappato e sono venuto fuori. Nella palazzina dove abito c’erano una ventina di appartamenti. Non so quanta gente è ancora lì sotto. Di fronte una scena da incubo: soccorritori scavano con le pale a mani nude, spostando i detriti alla ricerca di corpi o superstiti".
"Le scosse andavano avanti da dicembre, dice Lucia Di Cicco, 27 anni, che abita nel palazzo di fronte a quello completamente distrutto, in via De Bartolomei. Da mesi non dormivamo più. Ci sono state diverse scosse per tutta la serata e una, molto forte, verso le 22.30. Poi, all’improvviso, abbiamo sentito come un boato. Siamo riusciti a fuggire per le scale, semi soffocati dalla polvere. Ho guardato davanti a me e la palazzina di fronte non esisteva più".
Di fronte a piazzale Pasquale Paoli è radunata una piccola folla di carabinieri e vigili del fuoco. Che azzardano bilanci catastrofici. Nell’edificio c’erano venti appartamenti affittati quasi esclusivamente a studenti fuori sede.
La Casa dello studente. Un edificio di quattro piani sbilenco e come ripiegato su se stesso. Molti ragazzi, avvolti nelle coperte, sono riuniti seduti sull’aiuola, sorseggiano acqua e bevande calde. Hanno gli occhi spiritati di chi l’ha scampata per un soffio. "Eravamo al quarto piano", racconta Lucia, 23 anni di Lecce, studentessa di tecniche investigative. "Siamo scesi lungo le scale senza respirare per la polvere. Scrivetelo: siamo rimasti tre ore prima di vedere i primi soccorsi: è uno schifo. I telefonini non prendevano, ci ha aiutato soltanto la gente, i vicini. Non sappiamo quanti dei nostri compagni possono essere morti. Era da oltre un mese", aggiunge una donna calabrese di 35 anni, studente di infermieristica: "Continuavano a dirci che non c’era pericolo in questo sciame sismico. Ci sono state scosse molto forti anche alle otto e mezzo e alle 22, ma alle tre è stata come un’esplosione. Non so chi ci ha protetti, perché siamo ancora vivi".
(Repubblica)
Da Pisa la squadra di primo intervento formata da 9 persone è partita questa mattina alle 5, alle 8.30 si è mossa un’altra sezione composta da altre 12 persone tra cui il gruppo cinofilo di Pisa (a cui si è aggregato anche personale da Prato e Livorno) e personale specializzato per la ricerca di persone rimaste sotto le macerie con mezzi ed attrezzature idonee. (Pisanotizie)