Si è aperta il 6 Aprile a Torino davanti al gup Cristina Palmesino il processo a carico dei responsabili della società Eternit spa, che aveva stabilimenti a Cavagnolo (Torino), Casale Monferrato (Alessandria),
Bagnoli (Napoli) e Rubiera (Reggio Emilia), per i danni prodotti alla salute degli operai nelle lavorazioni di amianto, ritenuti responsabili della morte e delle malattie di migliaia di persone. Il maxiprocesso Eternit riguarda 2889 morti a causa degli effetti patologici dell’amianto,a scorrere l’elenco delle persone , che sono parti lese nel processo, si comprende perchè è stato definito il più grande processo a livello europeo, sia per le cifre della richiesta di risarcimento sia per le dimensioni della tragedia che, purtroppo, non si arresterà con la conclusione del processo stesso.
Sono 736 le "persone fisiche" che alla fine hanno chiesto di costituirsi parte civile -alla doppia udienza preliminare per il caso Eternit. Di questi, 290 si sono presentati direttamente nelle maxi-aule del Palazzo di Giustizia; gli altri hanno firmato una delega ai propri avvocati.
Al totale vanno aggiunti 29 enti (territoriali e non) da tutta Italia. Si tratta di Regione Piemonte (capofila), Regione Emilia Romagna, Regione Campania, Provincia di Torino, Provincia di Alessandria, Provincia di Reggio Emilia, Comune di Casale Monferrato, Comune di Cavagnolo (Torino), Comune di Rubiera (Reggio Emilia), Cisl Piemonte, Cisl Torino, Cisl Alessandria, Alca-Cub (lavoratori chimici), Cgil nazionale, Cgil Piemonte, Camera del lavoro di Alessandria, Cgil Campania, Fillea provinciale di Reggio Emilia, Camera del lavoro di Reggio Emilia, Cgil Emilia Romagna, Associazione nazionale vittime dell’amianto, Associazione italiana esposti amianto, Inail, Codacons, Medicina Democratica, Comitato per la difesa della salute nei luoghi di lavoro, Osservatorio nazionale amianto, Associazione vittime amianto nazionale italiana, Associazione esposti amianto regione Friuli Venezia Giulia.
Il clima attorno al Palagiusatizia è stato di grande compostezza. In aula si sono però presentati a sorpresa molti familiari di altre vittime di mesotelioma pleurico che avevano lavorato in altre aziende. Ognuno racconta una storia tragica e dolorosa. E’ la Spoon river dei morti d’amianto che chiedono giustizia. Toccante la testimonianza di un ex operaio di un’azienda del torinese, chiusa nel ’97, che a dieci anni dalla pensione si e’ ammalato di mesotelioma. "Mi è stato asportato il polmone sinistro -racconta davanti all’aula – e dopo due anni e mezzo il tumore è ritornato e ora sono in chemioterapia. Nella mia azienda si lavorano le resine e i medici mi hanno detto che c’era polvere d’amianto, cosa che non ho mai saputo. Sono venuto qua -conclude – perchè finora non mi sono mai rivolto ad un avvocato ma adesso che mi sono di nuovo ammalato la vicenda del processo Eternit mi ha convinto a farlo".
Il processo vede sul banco degli imputati gli ex vertici della multinazionale, il miliardario svizzero Stephan Schmidheiny, 61 anni, e il barone belga Jean Louis De Cartier, 88 anni: il pm Raffaele Guariniello, secondo cui sarà "un processo giusto sia per le vittime che per gli imputati", contesta il disastro doloso. Tra ammalati e deceduti ci sono 2.889 parti lese: lavoratori degli stabilimenti di Casale Monferrato (Alessandria), Cavagnolo (Torino), Rubiera (Reggio Emilia) e Bagnoli (Napoli), i loro familiari, i loro concittadini che abitavano vicino alle fabbriche e respiravano le fibre.
In tarda mattinata, conluse le operazioni di costituzione di parte civile, l’udienza è stata aggiornata al 22-23 aprile, quando saramno discusse le eccezioni della difesa. A margine del processo da registrare il no delle vittime alle proposte di risarcimento del magnate svizzero. L’offerta di indennizzo proposta da Stephan Schmideiny, titolare dell’azienda dal 73 all’86 non riguarderebbe infatti tutte le vittime dell’amianto, ma soltanto chi tra ex dipendenti o cittadini di Casale Monferrato ha contratto un’invalidita’ permanente superiore al 30% derivante da asbestosi, escludendo cosi’ il cumulo di invalidita’ e soprattutto coloro a cui è stata riconosciuta una broncopneumopatia da silicati, malattia professionale piuttosto frequente all’Eternit e indennizzata dall’Inail. Lo ha rivelato Nicola Ponderano, segretario della Camera del Lavoro di Casale Monferrato, anche lui ex operaio Eternit e ora coordinatore dei familiari delle vittime della citta’ alessandrina.
Proprio nei giorni scorsi infatti Ponderano avrebbe ricevuto dai legali dell’uomo daffari svizzero, convertitosi all’ecologia, una risposta negativa sulla richiesta di risarcimento, perche’ priva dei requisiti previsti. Schmideiny in particolare ha offerto nelle scorse settimane 60mila euro per gli ex lavoratori e, alla vigilia del processo, 30mila euro per i cittadini casalesi. ”Ci sono due cose che non quadrano – osserva Pondrano -: la prima e’ che a Casale Monferrato non si e’ mai fatta distinzione tra una malattia e l’altra, perche’ da noi quando ci si ammala si dice semplicemente che si e’ presa la polvere. La seconda e’ che per accettare la somma offerta da Schmideiny non bisogna costituirsi parte civile, ma i tempi di risposta, anche negativa rischiano di essere lunghi. E se il no arriva troppo tardi le nostre vittime non avranno la possibilita’ di costituirsi parte civile, visto che il termine scade con la prima udienza del dibattimento”. Per questo motivo alcuni degli avvocati dei sindacati, che si sono costituiti parte civile, stanno consigliando a chi ha contratto una malattia di costituirsi ugualmente, togliendosi dal processo in caso di accordo successivo. E’ quanto sostiene Oberdan Forlenzo, in rappresentanza di circa 500 potenziali parti civili. "Schmideiny vuol passare per benefattore facendo l’elemosina”, dice. L’offerta di Schmideiny riguarda secondo una prima stima circa 1.500 delle 3.000 vittime coinvolte nel processo. Dal canto loro i legali di Schmideiny, Astolfo di Amato e Guido Calo Allevo, si sentono pronti ad affrontare il rinvio a giudizio, senza chiedere un rito alternativo: ”Riteniamo di avere argomenti seri di difesa”, dice Di Amato. Oggi si e’ concluso intanto, con un’udienza piuttosto breve, l’appello delle parti civili.
Presenti non piu’ di una cinquantina di persone oltre agli avvocati. Il gup Cristina Palesino, ha rinviato l’esame al 22 aprile per le controdeduzioni e le repliche alle richieste di costituzione di parte civile, e prendera’ molto probabilmente una decisione entro l’udienza fissata per il 18 maggio.
di Davide Banfo e Lorenza Pleuteri (Repubblica, 8 aprile 2009)
"Secondo gli studi – si legge nel comunicato stampa di Legambiente – il numero di decessi in Europa occidentale passerà dai 5mila, registrati nel 1999, ai 9mila nel 2018 e nel solo periodo che va dal 1988 al 1997 sono stati registrati in tutta Italia oltre 9mila morti per tumore maligno alla pleura. Le regioni più colpite il Piemonte con 1.310 decessi, in Liguria con 1.082 e la Lombardia con 1.787 ma anche in Campania sono 529 i decessi registrati e in Emilia Romagna 610. Quasi tutte patologie sono associate alla diretta esposizione all’amianto e non solo per motivi di lavoro". (Reuters 6 Aprile)
Blog delle vittime: http://vittimeamianto.splinder.com/
Link di approfondimento: Considerazioni sull’avvenuto utilizzo dell’amianto in edilizia