Due sole date italiane, una nella città di origine dei giovani Stearica (Torino) e l’altra qui a Pisa, al Caracol, che ormai ci ha abituati a gustare concerti veramente interessanti, a prezzi accessibili (7 euro ieri sera).
Senza tante ipocrisie, la maggior parte dei presenti era lì per Damo Suzuki, ex leader storico dei Can, gruppo di punta della scena krautrock anni ’70, direttamente per noi dalla cittadina tedesca di Colonia.
È comunque giusto spendere un paio di righe proprio per i torinesi Stearica.Il gruppo conta diversi anni di gavetta alle spalle e una serie di collaborazioni degne di nota nel loro cd “Oltre” (il primo dopo dieci anni di lavoro), prodotto nel 2007, tra le più importanti vedi: Dalek, Amy Denio, Jessica Lurie e Nick Storring.
Inoltre i tre ragazzi hanno fatto da spalla in numerosi concerti in giro tra Italia, Europa e USA, a personaggi del calibro di Nomeansno, GirlsAgainstBoys, The Ex, Karate, ecc… Prodotti da Massimo Pupillo degli Zu, questi torinesi fenomenali, sono un mix di sperimentazione post-rock e psichedelia elettronica, il tutto in salsa rigorosamente indie.
Parlando di ieri sera, la formazione era la seguente, un basso con un paio di effetti, il batterista con a disposizione un campionatore sulla sua sinistra, e il chitarrista con a disposizione una schiera di effetti a pedali e un piccolo synth, il tutto con un mixerino da gestire.
Durante il concerto sono apparsi disordinatamente anche vari strumenti, difficilmente riconoscibili, oggetti tribali, a corda, semplici carillon e altri oggetti, insomma strumenti incontrati per caso e inseriti ad arte in un curioso gioco di sperimentazione.
Dare una definizione di genere a quello che abbiamo sentito ieri sera è molto difficile, i torinesi sicuramente si possono accostare a famosi gruppi post-rock come i Tortoise, con dei pezzi che richiamano anche agli ancor più famosi Fugazi.
Il batterista ha tenuto incessantemente il ritmo, quasi a sconfinare nell’universo punk, energico e pieno di spunti, su cui si inseriva il basso pronto ad entrare nella cassa toracica di chi si trovava di fronte alle casse. Il chitarrista che usava pure il synth (non è stato fermo un secondo) si sbizzarriva a sperimentare attraverso una serie di effetti di distorsione e con un deciso uso del delay sulla chitarra elettrica.
Per inciso, ha colpito molto la maglietta del batterista “Bologna Violenta”, richiamo all’artista trevigiano (di istanza a Bologna) Nicola Manzan, geniale quanto eclettico musicista lanciato in questo progetto tra il grind-core e qualche accenno elettronico (vedi “the battle against nimesulide”), un pazzo amante dei film trash polizieschi anni ’70 (tipo “Milano odia: la polizia non può sparare”). Diciamo che piace vedere l’innesco di questa sorta di pubblicità orizzontale tra gli artisti indipendenti della scena italiana.
Tornando al concerto, incredibile serata di fronte ad un gruppo carico di energia e voglia di sperimentare e guarnito dalla voce dell’ineguagliabile Damo Suzuki.Damo, sudato fradicio ha cantato per tutto il tempo senza mai fermarsi, una maratona per un non più giovanotto, che potrebbe fare invidia a molti ventenni.
La sua voce era l’estasi e la giusta ciliegina sopra il lavoro degli Stearica, la sua presenza era un mix di misticismo e cultura underground. Vederlo così, capello lungo e grigio, baffo eccezionale e con la sua statura opposta alla sua imponenza vocale, è stato veramente bello. Oltre a poter dire di aver visto una pietra miliare della cultura underground tedesca, un artista tout-court, la sensazione finito il concerto era di aver visto qualcosa di unico che difficilmente si ripresenterà in quella stessa forma.
Grazie davvero agli organizzatori, dispiace solo pensare che il concerto ha stentato ad iniziare perché il locale per quanto piccolo stentava a riempirsi.
Alla fine comunque il locale si è riempito e il calore continuava a salire. Damo alla fine del concerto era bagnato fino in fondo ai pantaloni, è sceso dal palco e ha voluto stringere le mani a tutta la prima e seconda fila, con quella sua faccia simpatica e la sua modestia, ha mandato il pubblico in delirio. Atmosfera punk, oltre alla ovvia presenza di pubblico adulto e maturo, pronto a non perdersi il mito nippo-tedesco del krautrock e del progressive.
Purtroppo mancavano all’appello molti dei più giovani, quelli che fanno la ressa per le dancehall e che si lasciano sfuggire un così bel momento per soli 7 euro.
Due date sole, la sera prima a Torino (a casa degli Stearica praticamente) e una qua da noi. Se ve li siete persi, cercate di rimediare andandovi a vedere perlomeno gli Stearica, un giorno di questi, chissà che non ci sorprendano con altre mirabolanti collaborazioni. State sicuri che riparleremo di loro.
Vinz