Pisa, 30 Aprile 2009. Stamattina il Tirreno ha pubblicato un’inchiesta dedicata all’ordinanza antiborsoni compiuta da uno dei giornalisti che lavorano per la testata. Il giornalista, con l’intento di verificare la realtà che si nasconde dietro il tanto parlare che ultimamente si è fatto a proposito dell’ordinanza antiborsoni, si è “mascherato” da venditore abusivo e ha tentato di vendere finta merce contraffatta – il falso di un falso dunque – ai turisti presenti in Piazza dei Miracoli. Il risultato è stato che ha potuto muoversi indisturbato tra Duomo e Battistero tentando di abbordare potenziali clienti senza ricevere alcun tipo di attenzione da parte delle forze dell’ordine presenti. Nonostante l’articolo del Tirreno in cui si documenta la singolare iniziativa presenti non poche ambiguità – pare infatti che lo scopo dell’inchiesta sia stato verificare l’effettiva applicazione e l’efficacia dell’ordinanza, e non il suo carattere discriminatorio – il dato che emerge è chiaro e scontato: come in tanti ripetono da mesi, il provvedimento approvato ha una chiara matrice razzista. Nonostante infatti l’inviato del Tirreno abbia vestito i “panni” dell’abusivo, abbia materialmente tentato di vendere merce, e non ai margini della piazza, come sono costretti a fare tanti migranti, ma fin sulla porta dei monumenti, non è stato minimamente infastidito da chicchessia. Perché? Nonostante il Tirreno accenni soltanto, con una mezza battuta di spirito, al fatto, è chiaro che il motivo per cui il giornalista non è stato notato è che aveva tutte le caratteristiche del venditore abusivo tranne una: il colore della pelle. Abbiamo dunque, ancora una volta, l’ennesima riprova che il provvedimento approvato, nonostante tante chiacchiere, è un provvedimento diretto esclusivamente a certe persone, e dunque è razzista.
J. Bonnot