Biblioteche universitarie pisane, continua la protesta.

Dopo il comunicato della lista studentesca Sinistra Per…, un altro comunicato è stato diramato dall’assemblea per la salvaguardia delle biblioteche. Intanto, tra il personale bibliotecario strutturato, si alza qualche voce di protesta, un avvenimento nuovo per questa categoria che ha sempre avuto difficoltà nell’esprimersi a difesa del proprio settore. Ci volevano insomma i tagli e i bruschi modelli di riorganizzazione dell’Ateneo pisano. Tra gli studenti delle liste vincitrici alle elezioni (Sinistre per, capofila), invece, la posizione rimane quella dei "più realisti del re".
 
Ad oggi, con i nuovi dati emersi e con cifre che parlano chiaro, la situazione si fa sempre più drammatica. Di seguito riportiamo il comunicato dell’assemblea per la salvaguardia delle biblioteche, in fondo riportiamo il link a un articolo interessante, riguardante un’intervista fatta a una direttrice di biblioteca da parte della redazione di "numerozero" giornale on.line dell’Ateneo, curato da un gruppo di studenti.
Vinz
 
EMERGENZA BIBLIOTECHE!!!
 
In anticipo sui tagli derivanti dalla legge 133/08, confermati nell’ultima finanziaria, e dalla legge 1/2009, i quali graveranno sul fondo di funzionamento ordinario del nostro Ateneo a partire dal prossimo anno, l’Università di Pisa ha deciso di effettuare un consistente contenimento di spesa che si ripercuote fin d’ora su alcuni servizi essenziali.
La dotazione complessiva per le biblioteche è stata decurtata in media del 33%, secondo i dati resi pubblici recentemente. A queste cifre bisogna sommare le riduzioni disposte dalle Facoltà, cui a breve si aggiungeranno anche quelle dei Dipartimenti.
 
La situazione, dunque, è assai problematica, alcuni lavoratori esternalizzati hanno già perso o perderanno a breve il lavoro, e si corre il rischio di assistere impotenti a una progressiva paralisi delle strutture, le quali già adesso versano in gravi difficoltà finanziarie.
 
Il varo del nuovo regolamento del Sistema bibliotecario di Ateneo ha generato confusione e immobilità gestionale: la totale assenza di stanziamenti ha fatto sì che la vantata opera di razionalizzazione si rivelasse una chimera. Il passaggio ad un unico centro di spesa, l’assenza della componente studentesca nel ruolo di indirizzo e controllo, la creazione di nuovi organismi, la conversione delle strutture bibliotecarie da centri di spesa a centri di responsabilità sono interventi che avrebbero avuto bisogno di una fase intermedia sperimentale, di un serio impegno in termini d’investimenti e di comunicazione (all’interno e verso l’esterno dell’Ateneo), di correttivi in corso d’opera, per non rischiare di peggiorare l’esistente.
 
Nell’ultimo decennio, infatti, nonostante la carenza costante delle entrate, l’Ateneo ha visto crescere un sistema bibliotecario d’eccellenza, orientato a sviluppare centri bibliotecari funzionali e unificati a discapito delle vecchie biblioteche di dipartimento, realtà obsolete che spesso somigliavano a “prolungamenti” degli studi dei docenti, costituite da una serie di fondi librari decentrati e spesso inaccessibili agli utenti. Il pericolo, adesso, è quello di tornare indietro almeno di dieci anni, con gravi danni per l’intera comunità.
 
E’ evidente che i tagli imposti incideranno sulla qualità e sulla stessa sopravvivenza di tutti quei servizi che le biblioteche, per potersi definire tali, devono essere in grado di offrire. Già all’inizio di quest’anno, nel periodo di sospensione che ha preceduto l’insediamento del nuovo organo di indirizzo e controllo e l’avvio della nuova gestione amministrativa, molti servizi hanno subito un arresto di quasi tre mesi (per esempio il prestito interbibliotecario), e molti sono stati gli ostacoli incontrati nello svolgimento quotidiano del lavoro, compresa la fornitura di materiale d’uso ordinario (cancelleria e persino carta igienica), a causa dei gravi ritardi nell’assegnazione dei fondi di cassa.
 
I bibliotecari strutturati hanno espresso, in una recente assemblea sindacale, perplessità e sdegno contro manovre cadute senza preavviso sui lavoratori, i quali si vedono adesso costretti a navigare a vista nell’adempiere le loro mansioni, umiliati e ignorati dalla dirigenza dell’Ateneo; essi inoltre denunciano che a breve si assisterà ad una grave riduzione, se non alla completa interruzione, degli acquisti di monografie e a una contrazione generalizzata delle spese di gestione, preludio di una probabile diminuzione degli orari di apertura delle strutture.
A tutto ciò, come ci è capitato più volte di sottolineare, l’amministrazione poteva sottrarsi scegliendo altre strade, pur in una congiuntura di ristrettezze finanziarie.
 
Riportiamo qualche cifra, parziale e a solo titolo indicativo: il taglio alle biblioteche per il 2009 si aggira intorno ai 250.000 euro, eppure nel bilancio previsionale di quest’anno l’Ateneo stanzia 108.000 euro per le cerimonie d’apparato, 200.000 euro di spese per il funzionamento degli organi di governo e 520.000 euro per le indennità di carica, di cui 62.750 destinati al Rettore. Non sarebbe stato più opportuno eliminare gli sprechi e i privilegi più o meno grandi, evitando di colpire un settore, come quello bibliotecario, che a differenza di altri non ha mai accumulato debiti, né è stato al centro di dubbie operazioni finanziarie (si pensi al caso della casa editrice Plus)?
 
Chiediamo una presa di posizione ufficiale e per iscritto da parte dei Senatori (presidi e rappresentanti di area), affinché in sede di assestamento di bilancio vengano azzerati tutti i tagli alle biblioteche, sia quelli centrali sia quelli relativi alle strutture scientifiche e didattiche; l’amministrazione deve assumersi l’onere dei necessari trasferimenti di risorse: al voluto accentramento regolamentare e gestionale non può infatti corrispondere una de-responsabilizzazione finanziaria a carico delle strutture “periferiche”. Chiediamo inoltre di riconsiderare il bilancio di Ateneo, di modo che quest’arduo frangente economico non gravi una volta ancora sui servizi essenziali, sugli studenti e sui lavoratori non strutturati.
 
Torniamo a proporre una discussione e un confronto in merito all’interno della seduta del Senato accademico del 9 giugno (o in una seduta straordinaria da tenersi necessariamente entro il 18 giugno), aperta al pubblico e a delegati, con diritto di parola, di bibliotecari, ricercatori e docenti non strutturati, i quali non godono dei diritti di rappresentanza negli organi di governo.
I servizi che le biblioteche e i bibliotecari dell’Università offrono sono fondamentali per lo sviluppo culturale e sociale di tutta la comunità. Salvaguardiamoli!
 
Un gruppo di: studenti, dottorandi, specializzandi, precari della ricerca e della didattica, lavoratori esternalizzati e strutturati delle biblioteche
Di seguito il link all’intervista di “numerozero”.
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