Venerdì 19 giugno alle ore 21.30, si terrà presso lo Spazio Antagonista Newroz di Pisa lo spettacolo NON E’ UN CUORE PER DIO, da Nazim Hikmet, a cura di Paola Bolelli e Letizia Giuliani. Riportiamo di seguito una presentazione dell’iniziativa a cura degli organizzatori.
J. Bonnot
Sei la mia schiavitù sei la mia libertà
Sei la mia schiavitù sei la mia libertà
sei la mia carne che brucia
come la nuda carne delle notti d’estate
sei la mia patria
tu, coi riflessi verdi dei tuoi occhi
tu, alta e vittoriosa
sei la mia nostalgia
di saperti inaccessibile
nel momento stesso
in cui ti afferro
Nazim Hikmet
1949
Sei la mia schiavitù sei la mia libertà
sei la mia carne che brucia
come la nuda carne delle notti d’estate
sei la mia patria
tu, coi riflessi verdi dei tuoi occhi
tu, alta e vittoriosa
sei la mia nostalgia
di saperti inaccessibile
nel momento stesso
in cui ti afferro
Nazim Hikmet
1949
NON È UN CUORE PER DIO è uno spettacolo che ci consente di rivivere alcuni dei momenti più importanti del XX Secolo, attraverso le poesie del poeta turco Nazim Hikmet. Nazim Hikmet Ran nacque a Salonicco il 20 novembre 1902 da una famiglia aristocratica turca. Studiò sociologia presso l’università di Mosca e diventò membro del partito comunista turco negli anni Venti, dopo aver scoperto i testi di Marx e della rivoluzione sovietica. Conobbe Lenin, Esenin e Majakovskij, che ebbe su di lui un’importante influenza. Fu uno dei primi poeti turchi ad usare i versi liberi.
Hikmet è diventato, mentre era ancora vivo, uno dei poeti turchi più conosciuti in Occidente e i suoi scritti sono stati rapidamente tradotti in diverse lingue. Condannato per marxismo fu il solo scrittore d’importanza ad evocare i massacri ai danni degli armeni del 1915 e 1922. Dopo il suo ritorno clandestino in Turchia nel 1928, Hikmet scrisse articoli, sceneggiature teatrali ed altri scritti. Fu condannato alla prigione per il suo ritorno irregolare ma amnistiato nel 1935. Nel 1938, fu condannato a 28 anni e 4 mesi di prigione per le sue attività anti-naziste e anti-franchiste e per essersi opposto alla dittatura di Kemal Ataturk, scontandone 12 in Anatolia, nel corso dei quali venne colpito da un primo infarto.. Fu l’intervento di una commissione internazionale composta tra gli altri da Tristan Tzara, Pablo Picasso, Paul Robeson e Jean-Paul Sartre a favorirne la scarcerazione nel 1950.
Anche da libero fu perseguitato: due tentativi di ucciderlo e il servizio militare a 50 anni, malato. Privato della cittadinanza turca, fu costretto a rifugiarsi all’estero, accolto con affetto ovunque; solo gli Stati Uniti gli negano il visto. Morì esule a Mosca nel 1963. Fino all’ultimo giorno, Nazim Hikmet ha vissuto pienamente, scrivendo, viaggiando, discutendo, amando il mondo e la gente, pieno di speranza e fiducia nell’avvenire dell’umanità. Nel 2002 a cento anni dalla su nascita, a seguito anche alla petizione firmata da oltre mezzo milione di cittadini turchi, il governo turco ha deciso di ridare a Nazim Hikmet la cittadinanza turca toltagli nel 1951.