Honduras: un golpe tutto sudamericano, tra militari massoni e servizi segreti

Honduras senza pace.
Un colpo di stato che si confà perfettamente alle tecniche ed alle strategie golpiste in centro e sud america degli apparati militari e massoni di quelle aree del secolo scorso.
Un esercito che decide di rovesciare un governo per le scelte politiche che esso porta avanti. Non deve essere andata giù la volontà del Presidente eletto Manuel Zelaya di avvicinarsi al fronte di coloro che in quell’area hanno deciso di opporsi allo strapotere politico ed economico degli USA.
E visto che Obama ha deciso di non proseguire frontalmente l’offensiva contro l’identità bolivariana e socialista, la borghesia ha dovuto alzare il tiro contro il Governo in carica, appoggiandosi sull’esercito. Ma qualcosa è andato storto e giovedì (ad accompagnarlo ci dovrebbe essere il presidente dell’Oea Miguel Insulza) vedremo se il Presidente in carica avrà la forza politica di tornare in sella: dopo aver ricevuto la solidarietà di tutto il mondo (Gli Stati Uniti e la Germania hanno sospeso i programmi di cooperazione con l’Honduras, mentre i paesi del Sistema d’integrazione centroamericana, Sica, e la Repubblica Dominicana hanno deciso di isolare politicamente, economicamente e commercialmente il paese centroamericano.
Dura anche la posizione del Gruppo di Rio, che riunisce tutti i paesi latinoamericani, che ha chiesto l’immediato ritorno di Manuel Zelaya alla presidenza ed ha disconosciuto il presidente golpista.
I presidenti dei paesi che fanno parte dell’ALBA hanno inoltre deciso di ritirare i propri ambasciatori ed hanno chiesto alla comunità internazionale di isolare totalmente l’Honduras. Il Venezuela di Chávez ha invece sospeso la somministrazione di petrolio., ora tocca al popolo difendere dall’arresto Zelaya).
Intanto, gli autori del golpe hanno anche provveduto a far tacere gli organi di informazione interni al Paese. "Il silenzio mediatico è impressionante" secondo Peacereporter che aggiunge: " Sono state chiuse tutte le radio e tutti i canali televisivi non legati alla destra politica hondureña e al governo golpista. Dunque, è praticamente impossibile per la popolazione avere accesso all’informazione. Le uniche fonti sono quelle internazionali".
E’ probabile che il governo golpista continui con la stretta nei confronti dei mezzi di informazione e del personale giornalistico presente nel Paese. Alcuni giornalisti arrestati ieri sono stati rilasciati quasi subito ma "alla troupe di Telesur, ad esempio è stata obbligata a non diffondere le immagini prese in Honduras e a non dare informazioni di nessun tipo. E non c’è nemmeno la conferma della notizia che vedrebbe alcuni reparti dell’esercito solidarizzare con i manifestanti".
Nel frattempo, a Tegucigalpa la tensione resta altissima.
La prima misura adottata dal presidente spurio dell’Honduras è stata quella di reprimere la popolazione che chiedeva in modo pacifico il ritorno di Manuel Zelaya e la realizzazione di un referendum, che proponeva la creazione di una Assemblea Costituente e l’avvio di un processo per riformare la Costituzione.
Recita testualmente l’articolo 3 dell’attuale Costituzione: "Nessuno deve obbedienza a un governo usurpatore e nemmeno a chi assume funzioni o posti pubblici attraverso l’uso della forza delle armi o usando mezzi o procedimenti che rompono o disconoscono ciò che questa Costituzione e le leggi stabiliscono.
Gli atti compiuti da tali autorità sono nulli. Il popolo ha il diritto di ricorrere all’insurrezione in difesa dell’ordine costituzionale".
Sembra invece che l’attuale presidente, che ha assunto la carica grazie a un vero e proprio colpo di stato, stia facendo carta straccia di questo articolo.
I movimenti di truppe élite che si sono registrati durante tutta la mattinata di lunedí 29 giugno sono stati il preludio ad un attacco brutale che ha provocato vari feriti, arresti ed ha scatenato la caccia ai leader delle organizzazioni popolari che in questi giorni si sono mobilitati in tutto il paese.
È il caso di Carlos H. Reyes, segretario generale dello STIBYS, uno dei sindacati più combattivi del paese, il quale è riuscito a fuggire alla cattura ed attualmente si trova nascosto in un luogo non precisato.
Dopo i gravi fatti di lunedí esiste la chiara percezione che nei prossimi giorni la repressione possa aumentare, grazie anche allo sconcertante silenzio mediatico da parte di tutti i mezzi d’informazione nazionali, l’oscuramento di TeleSUR e l’arresto dei suoi giornalisti e l’occupazione da parte dell’Esercito della compagnia statale di telefonia, Hondutel.
"Eravamo di fronte alla Casa Presidenziale chiedendo pacificamente il ritorno alla democrazia e l’Esercito ha ricevuto l’ordine di reprimerci. Hanno iniziato a sparare pallottole di gomma e lacrimogeni -ha raccontato un membro dei movimenti sociali che, per ovvi motivi, ha voluto mantenere l’anonimato.
Hanno prima fatto entrare battaglioni dell’Esercito da un lato del viale ed immediatamente dopo, i corpi speciali che si trovavano all’interno della Casa Presidenziale da questa mattina sono scesi in strada ed è iniziata la persecuzione. È stata una repressione brutale contro tutte le persone che si trovavano lì.
Hanno sequestrato la democrazia ed ora ci stanno reprimendo e perseguitando in tutta la città, aggredendoci ed arrestandoci.
Ho visto molte ambulanze e ci sono vari feriti e detenuti, benché le notizie siano ancora molto frammentarie. Micheletti dice che non si è trattato di un colpo di stato, e come dovremmo chiamare ciò che è successo negli ultimi due giorni? Per il popolo honduregno e la comunità internazionale non c’è alcun dubbio che si tratti di un colpo di stato", ha dichiarato mentre si puliva gli occhi arrossati dai gas lacrimogeni.
(peacereporter.net) 
 
C.Muraglione 
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