Viareggio: Il gpl era per Cosentino, leader Pdl Campania, “l’uomo dei casalesi”, secondo 4 pentiti di mafia.

Il carico di Gpl che ha provocato il disastro di Viareggio era diretto all’Aversana Petroli di Casal di Principe. Si tratta dell’azienda appartenente alla famiglia del sottosegretario all’Economia Nicola Cosentino, leader campano del Popolo della libertà. ‘L’espresso’ ha contattato la ditta per chiedere un commento, senza ricevere risposta. Ma in ogni caso le Ferrovie dello Stato tendono a escludere responsabilità legali dell’acquirente del gas. Se, come dichiarato dai vertici della Gtx, la ditta di trasporti austriaca proprietaria del convoglio, è il cliente a doversi occupare del treno durante il viaggio "come accade con un’auto presa in affitto", ciò non riguarda gli incidenti provocati da guasti.

La vicenda viene ricostruita da L’espresso nel prossimo numero in edicola venerdì. I 14 vagoni di Gpl erano diretti allo scalo di Gricignano d’Aversa, nel Casertano, a pochi chilometri da Casal di Principe. L’Aversana Petroli riceve in media un carico a settimana, che poi viene distribuito alle stazioni di rifornimento della provincia di Caserta e di Napoli. Si tratta della principale azienda della famiglia Cosentino: 80 milioni di euro di fatturato, fondata nel 1975 da papà Silvio ‘o Americano’, come lo chiamavano tutti per i rapporti di affari con gli Alleati nel primo dopoguerra. Poi il gruppo si è ingrandito e ora è composto da Aversana gas, Aversana Petroli; Ip Service (pompe di benzina); Immobiliare 6C e Agripont. La gestione è nelle mani dei fratelli Mario, Giovanni e Antonio Cosentino.

Nel 1997 la Prefettura di Caserta negò all’Aversana il certificato antimafia per un appalto pubblico. Mario Cosentino, fratello del sottosegretario, è infatti sposato con Mirella Russo sorella di Giuseppe Russo, alias ‘Peppe ‘u Padrino’, condannato all’ergastolo per associazione mafiosa e omicidio. Anche Tar e Consiglio di Stato hanno poi confermato il no al documento.

Nonostante le sentenze, il certificato venne infine concesso dal prefetto di Caserta Elena Stasi, poi eletta alla Camera con il Pdl. Quattro pentiti di camorra nell’ultimo anno hanno parlato di rapporti tra Nicola Cosentino e i boss casalesi: relazioni negate dal sottosegretario.

Nicola De Feo per l’Espresso

Vi riportiamo il seguente articolo di Reportonline.it, pubblicato il 28 ottobre 2008. Tale articolo riporta la notizia delle dichiarazioni di 4 pentiti di mafia che avrebbero identificato Nicola Cosentino, come uomo vicino ai casalesi. Naturalmente il sottosegretario ha sempre smentito tutto:

Nicola Cosentino: i casalesi al governo?

Martedì 21 Ottobre 2008

Quattro pentiti accusano l’attuale sottosegretario all’economia, con delega all’editoria e stampa, di aver avuto rapporti con i casalesi Sono quattro i pentiti di camorra che accusano Nicola Cosentino, sottosegretario all’Economia, nato in quella Casal di Principe a cui le luci dei riflettori dedicano molto tempo ultimamente. Le accuse sono più o meno le stesse, aver intessuto uno stretto rapporto con i casalesi. Nel corso dell’operazione Spartacus 3 della Procura di Napoli avvenuta il 30 settembre scorso, il pentito Domenico Frascogna ha raccontato ai pm che Cosentino è stato il postino dei messaggi di Francesco Schiavone, detto Sandokan. L’attuale sottosegretario avrebbe trasmesso ordini del capoclan, condannato a tre ergastoli per reati che vanno dall’omicidio sino all’associazione di stampo camorristico.

I fatti narrati da Frascogna risalgono tra la fine del 1995 e l’inizio del 1996 quando il boss è latitante e Cosentino è eletto consigliere regionale per Forza Italia con una vagonata di voti (una preferenza su tre in provincia di Caserta va a lui), allenamento prima dell’ascesa in Parlamento nell’anno successivo. Nella cittadina dell’aversano Schiavone ed il suo clan regnano incontrastati grazie agli affari legati ai rifiuti ed al calcestruzzo con il supporto di una larga serie di fiancheggiatori. Secondo Frascogna, quando Sandokan vuol far sapere qualcosa ai suoi, si rivolge a Mario Natale, avvocato proprietario di decine di immobili che circola su una Ferrari 550 Maranello e che è stato arrestato proprio durante l’operazione dello scorso settembre con l’accusa di essere il cassiere dei casalesi.

Frascogna riporta d’aver visto il sottosegretario che andava insieme ad altri uomini a casa di Nicola Panaro (boss legato a Schiavone arrestato a settembre) per consegnare una missiva del capo ma non finisce qui, il pentito dichiara di aver partecipato ad un incontro a cinque con Cosentino, l’avvocato Natale che consegnavano la solita lettera ai boss Raffaele Diana e Vincenzo Zagaria. Le dichiarazioni risalgono al 1998 e la Procura le ha ritenute credibili tanto da allegarle all’ordinanza d’arresto ai casalesi ma non si sa se saranno prova d’accusa contro il fascicolo aperto contro il sottosegretario.

Il suo nome non è mai pronunciato direttamente ma solo il soprannome di famiglia ereditato dal padre “o’Americano”, così troviamo Gaetano Vassallo, imprenditore di camorra, accusare Cosentino come il controllore del consorzio per la raccolta dei rifiuti attraverso l’Eco 4 che gestisce la costruzione degli inceneritori. Michele Francillo, un altro pentito, dice che Raffaele Letizia – altro boss legato a Sandokan – aveva rapporti con Cosentino per ottenere appalti. Sin dal 2000, Carmine Schiavone, cugino del boss, parlava di rapporti intessuti tra Cosentino e casalesi per le elezioni amministrative del 1982 quando il sottosegretario militava nel Partito socialdemocratico.

GLI AFFARI – Il 9 ottobre 1993 a Santa Maria Capua Vetere, davanti al notaio Raffaele Orsi siedono Nicola Cosentino ed i cinque fratelli da un lato e dall’altro Mario Schiavone, cugino e cognato di Sandokan, accompagnato dalla moglie Clelia Nappa (sorella della moglie di Sandokan). Sono li per una compravendita di un terreno di due ettari al confine tra i comuni di Casale e Villa di Briano, il prezzo è 40 milioni. Strano che una famiglia intera si riunisca per un affare così piccolo visto il fatturato annuale che conta circa 20 miliardi di lire.

Nel maggio 1993 Carmine Schiavone, cugino di Sandokan, si pente e comincia a parlare. Nell’agosto dello stesso anno racconta gli acquisti immobiliari fatti da Mario per nascondere dietro ad un prestanome i soldi del padrone, qualche mese dopo avviene la compravendita. Nel luglio del 1998, cinque anni dopo, la Dia arresterà il capo dei casalesi in un bunker pieno d’armi con il cugino Mario. Cosa se ne dovevano pare di quel terreno agricolo i Cosentino che sorge di fianco ad un allevamento di bufale di proprietà degli Schiavone – ad oggi – non è dato saperlo.

Gli affari per la famiglia Cosentino sono molto forti da queste parti, il tribunale di Santa Maria Capua Vetere è in un condominio ideale per famiglie ed indovinate a chi risulta la proprietà? Nella provincia di Caserta, a Sparanise, inoltre, sorge una centrale elettrica osteggiata dalla popolazione ed entrata in funzione nel 2007 ed indovinate chi c’era al fianco dell’allora ministro Marzano per confermare la costruzione? E chi è il sindaco di questa cittadina di poco più di settemila abitanti? Antonio Merola, fedelissimo di Cosentino.

CENTRALE ELETTRICA – La centrale elettrica è il principale business della famiglia Cosentino. La sua storia inizia nel 1999 quando nasce a Roma con capitali campani, la Scr, che compra per 2,2 milioni di euro i terreni dell’area industriale di Sparanise. Una parte di quei terreni è venduta all’immobiliare di famiglia (la 6C) con sospetti che la Scr sia legata alla famiglia Cosentino.

Nel marzo 2001 la Ami, l’azienda municipalizzata di Imola, si impegna ad acquistare i terreni rimasti nelle mani della Scr ma ad una sola condizione, all’interno di quei terreni dovrà sorgere una centrale elettrica. Un diktat subito accettato dal sindaco di Sparanise, legatissimo ai Cosentino che difatti individua proprio in quei terreni l’ideale per la costruzione facendo felici sia la Ami (adesso in Hera) che la Scr. La centrale costruita e con tutta la documentazione in regola viene messa in vendita nel 2003, compra tutto il gruppo svizzero Egl che versa 9,3 milioni di euro nelle casse della Scr, più altri 1,2 per il diritto di superficie più una partecipazione del 5% sugli utili prodotti dall’energia di Sparanise.

Chi c’è dietro questa Scr? C’è una fiduciaria di schermata scoperta dai colleghi Enzo Palmesano ed un allora sconosciuto Roberto Saviano che nel 2004 parlano chiaramente della famiglia Cosentino.
Nel giugno 2008 arriva una parziale conferma delle indagini dei due giornalisti perchè la Scr si fa rappresentare nel consiglio di amministrazione della Hera da Giovanni Cosentino ed accanto al fratello del sottosegretario appare anche Enrico Reccia, imprenditore che è stato presidente del collegio sindacale della cooperativa, Europa 2001, nella quale era seduto anche Salvatore Della Corte, arrestato nel 2006 dai Ros con successiva condanna a due anni e quattro mesi perchè considerato un imprenditore che aiutava il clan Zagaria per i suoi affari nel nord Italia

ALTRI AFFARI – Oltre la centrale, c’è il gasolio. Ci sono un gruppo di aziende tutte riconducibili a Giovanni, Mario ed Antonio Cosentino che si occupa di carburanti, il fatturato ammonta a 100 milioni di euro nel 2007 contro i 30 del 2003. Tra il 2002 ed il 2003 Eni ed Agip hanno permesso ai Cosentino di espandere la rete d’infrastrutture con l’acquisizione di 150 distributori. Al governo all’epoca c’era Berlusconi ma nessuno ha sollevato richieste di conflitto d’interessi perchè Nicola è fuori dall’azionariato delle società così il gruppo cresce parallelamente.
Il gruppo è composto da Aversana gas, Aversana Petroli, Ip Service (distributori di benzina), Immobiliare 6c ed Agripoint, che ha appena acquistato una fattoria di 180 ettari a Pontinia, provincia di Latina.

IL CERTIFICATO ANTIMAFIA – Il punto cardine degli affari di famiglia è la Aversana Petroli, fondata nel 1975 da papà Silvio, chiamato “O’Americano” per i suoi rapporti stretti d’affari con gli Alleati nel primo dopoguerra. Per cinque anni la società tenta di ottenere il certificato antimafia per distribuire il carburante che arriva solo nel 1980. Nicola sceglie la politica, entra in consiglio comunale a soli 19 anni nelle file del Psdi ed a 21 anni è consigliere alla Provincia di Caserta. Nel 1983 diventa assessore prima ai Servizi sociali e poi alla Pubblica istruzione e le forniture del gas alle scuole aumentano sotto la sua gestione.

Sino a pochi mesi fa, la pompa di benzina più vicina alla centrale elettrica di Sparanise era dei Cosentino con la gestione di un boss, Giuseppe Papa condannato per omicidio illo tempore. Circa un mesetto fa, la pompa è stata sequestrata dalla Procura in compenso però le centrali elettriche non hanno mai avuto problemi di criminalità. Solo una volta si è avuto un principio di blocco, nel 1997 quando la Prefettura nega il certificato antimafia per un appalto pubblico per pericolo di infiltrazione mafiosa.

In Prefettura si analizzano i matrimoni dei fratelli Cosentino: Giovanni, 64 anni, è sposato con la figlia del boss Costantino Diana. Mario, 43 anni, con Mirella Russo, sorella di Giuseppe, soprannominato “Peppe’ u’Padrino” condannato all’ergastolo per associazione mafiosa ed omicidio. Antonio è stretto amico di un soggetto con precedenti gravissimi che vanno dal tentato omicidio, associazione mafiosa e tentata estorsione.

Così anche nel 1998 la Prefettura nega la certificazione, così rischiano di saltare tutti gli appalti. Aversa Petroli ricorre al Tar ed al Consiglio di Stato ed entrambi ricusano la domanda perchè i legami parentali “rappresentano elementi, univoci e non contestati, da cui ragionevolmente può dedursi che sussisteva il pericolo di infiltrazione mafiosa”.

Questa sentenza oltre agli affari di famiglia danneggia gravemente anche Nicola, quel “pericolo di infiltrazione mafiosa” può svilupparsi per osmosi anche al lato politico. Lo stesso sottosegretario ha ammesso di aver aiutato qualche azienda in difficoltà ad ottenere il certificato antimafia ma non è dato sapere se questi aiutini sono stati anche forniti alle aziende di famiglie.

La prefettura cambia idea così il nuovo prefetto Maria Elena Stasi sollecita il comitato per l’ordine e la sicurezza a riconsiderare il caso, con una procedura – come dice lo stesso prefetto – che “si usa di rado”. Alla fine la Aversana Petroli supera lo scoglio antimafia ed alle ultime elezioni la Stasi è eletta alla Camera con il Pdl, il suo sponsor è stato, indovinate voi chi?

Possibile che nessuno voglia capire chi sia questo Nicola Cosentino? Certo, anche quando concordanti le dichiarazioni dei pentiti vanno verificate ma sul sottosegretario è calato un silenzio spettrale.

D’Ammaro Rocco per Reportonline

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