Casa dolce casa: studenti e migranti nella morsa degli affitti irregolari

Pisa_Come ogni anno, quando si arriva al
mese di settembre, si torna a parlare di mercato degli affitti nella
città della torre. I problemi sono sempre gli stessi, le denunce
pure, le soluzioni, invece, mancano sempre.

Da decenni le amministrazioni non
intervengono per risolvere in modo radicale l’emergenza abitativa e
nascondono la testa sotto la sabbia, prodigandosi nell’offrire
soluzioni tampone, negando di per sè la vera natura del problema.

L’ultima denuncia viene dal sindacato
inquilini del Sunia, che parla di un mercato in nero che si aggira
intorno al 70% per gli studenti: si calcola che più di 16.000
studenti siano in affitto senza regolare contratto.

Ma per ragionare del futuro sarebbe
bene che l’amministrazione cittadina riflettesse un attimo sulle
scelte di questi anni. Se l’edilizia pubblica è ferma al palo,
nonostante proclami e promesse, e se il privato specula su migranti e
studenti con affitti improponibili, il pubblico cosa fa per garantire
il diritto alla casa?

Oltre alla continua svendita del
patrimonio immobiliare, alla cartolarizzazione e alla
privatizzazione dei servizi, l’amministrazione sarebbe dovuta
intervenire in modo forte contro tutti quegli agenti che
destabilizzano il mercato degli affitti.

Invece no. I grossi patrimoni
immobiliari (privati e pubblici) rimangono lì, vuoti e abbandonati
(palazzo Pampana, ex-Enel, ex-mattonaia), la regolamentazione degli
affitti tramite contratti concordati non ha avuto alcun effetto
sull’insieme del fenomeno, tanto da non poter essere nemmeno
calcolata come strumento di lotta alla speculazione, senza parlare di
requisizione ed esproprio.

Con la requisizione l’amministrazione
cittadina potrebbe per qualche anno dare un pò di fiato a tutte
quelle famiglie (italiane e non) che al momento non riescono a pagare
l’affitto. Ma le giunte Fillippeschi e Fontanelli non si sono
dimostrate così forti da mettere in discussione la lobby del mattone
di questa città. Anzi. Si costruisce dappertutto, ma chi comprerà?.

Un’altra esperienza che si sta
diffondendo (in realtà a livello internazionale è già affermata) è
quella dell’housing sociale. L’housing sociale però non dispone di
strumenti capaci di risolvere i problemi, ma solo di strumenti tesi a
contenere il dramma di centinaia di famiglie. Il risultato è che in
Italia quando si entra in emergenza abitativa non se ne esce più. A
Pisa non è diversa la situazione. Il costo? Altissimo. In pochi anni
di sostegno all’affitto (contributi ordinari e straordinari) nulla è
stato risolto, ed i capitali spesi dalle amministrazioni non sono
stati altro che uno spostamento di denaro dal pubblico al privato.
Ovvero, il privato continua a lucrare sugli affitti, l’inquilino
chiede aiuto e il pubblico, invece di mettere uno stop alla
speculazione, continua a versare soldi ai padroni di casa. Non si
interviene sulle regole e non si colpiscono gli interessi economici.

A Pisa da tanti anni c’è chi si
ribella a questa condizione: sono nate tante esperienze che hanno
cercato di dare una risposta a precari, migranti e studenti. Negli
anni le occupazioni (l’ultima a maggio in via dell’occhio, dietro il
comune, da parte di attivisti del progetto Prendocasa) si sono
succedute sempre con più frequenza, senza contare le cosiddette
occupazioni “bianche”.

Quando lo stato non fa il suo dovere,
la gente comune si organizza e si riprende i propri spazi, la
propria vita. E non può essere condannata.

Una riflessione in più emerge
dell’inchiesta del Sunia. In centro ormai abitano anziani, studenti e
migranti. I proprietari si sono spostati nei centri vicini e le
case del centro vengono affittate ai prezzi che conosciamo, senza
rispettare le norme igieniche sanitarie o di sicurezza. Se in un
alloggio vivono 10 persone (studenti o migranti), la colpa è degli
inquilini o del padrone di casa, che da un alloggio ricava 1.000 euro?
Magari chi si lamenta sulla stampa della “movida” notturna è lo
stesso che va a prelevare l’affitto ogni 5 del mese, senza rilasciare
nemmeno una ricevuta.

C.Muraglione

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