Koonda Holaa live @ Caracol.

Il primo appuntamento live della nuova stagione del Caracol di Pisa è di quelli imperdibili, arriva infatti il 7 ottobre 2009 Koonda Holaa, molto semplicemente, un genio, che presenterà i brani di 10 Acres Of The Finest Sand, fresco di stampa per Bar La Muerte.
Per descriverne storia e caratteristiche ecco alcune note trovate in rete, anche se per farsi un’idea di quello che accadrà si consiglia di venire a vedere con i propri occhi.
 
La storia di Kamil Krůta (aka Kamilsky, aka Koonda Holaa) va ricercata
alla pagina della metà degli anni ‘80.
Nella Cecoslovacchia comunista agisce la punk band F.P.B. (Fourth Price Band), un’istituzione nella quale Krůta rimane per meno di due anni. Nel 1989 viene imprigionato e condannato a due anni, per aver distrutto una statua del primo leader comunista del paese.
Successivamente arriva in Germania e a Monaco fonda l’Illegal Immigration, un free impro commando musicale che più tardi evolverà negli Pseudo Pseudo (batteria e due chitarre) con Milan Novy alla batteria.
 
Pseudo Pseudo è rimasta una lontana influenza del passato per le band nelle quali i due hanno poi lavorato successivamente (Lightning Bolt, Vialka, Usaisamonster, etc), ma tuttavia l’originalità senza tempo della loro registrazione "Boucher Voayger" rimane imbattuta.
Nel 1992 eccolo in California (dove rimane tre anni) a collaborare con gente come Linda Sibio, Jim Cert, Lukas Ligeti, Exene Cervenka, Steve Mackay, Mike Watt e Lydia Lunch.
Nel 1995 (nel frattempo la moglie Tracy Reinstein diviene anche suo manager personale) si unisce al Freak Show Live che i Residents esibiscono a Praga (tutti sold out). Influenzati dalla band americana sono i cechi Už Jsme Doma con i quali Kamil resta il tempo di sei mesi e 80 concerti.
 
Torna in USA e rivampa gli Pseudo Pseudo prima di formare Koonda Holaa
And The Beetchees
.
Grazie alla preziosa opera della Bar La Muerte arriva il quarto lavoro di Kamilsky e compagni. ‘10 Acres Of The Finest Sand’ è un disco “enorme”. Che si muove solo apparentemente in magniloquente lentezza, ma che ha il pregio di sprofondare in atmosfere di pura trascendenza e magia. Psichedelia sciamanica dai toni lisergici che lascia spazio, nella parte centrale delle otto composizioni, all’ispirata scrittura dall’intenso profumo “americana”, trascinata dalla voce sul registro Julian Cope versione Mefisto.
 
Un guru del deserto Mojave (dove vive
ormai da qualche anno), condottiero ricoperto di autentiche cicatrici dell’anima, che sarebbe piaciuto all’Herzog kinskiano di un’epoca fa.
Un cobra verde, a sonagli. Emanuele Tamagnini
Una bizzarria sonica a nome Koonda Hoolaa che definire folle è poco. Il diretto responsabile di ciò è tal Kamilsky, un Cecoslovacco scappato negli USA dove vive in una roulotte nel deserto di Joshua Tree, tra la valle dove stava Captain Beefheart e quella dove stanno oggi i Queen of the Stone Age.
 
Autore con Joseph Budenholzer dei Backworld delle musiche di “Matrikamantra” di Lydia Lunch e
strumentista nelle esibizioni live dei Residents, nonché tecnico del suono ai concerti di NON e Death In June. Ma dimenticate questi nomi, tranne forse qualcosa dei Residents, perché il suo suono ha ben poche affinità con essi, sorta di primitivo graffito e cacofonia demenziale che evoca il teatro dell’assurdo e l’irriverenza della satira spinta.
 
Sconvolge e stravolge tutti i possibili parametri del rock’n‘roll insieme a brani di stars celeberrime come Steely Dan e Frank Zappa, accarezzando l’idea di un disegno caotico teso a provocare sentimenti di anarchia, ribellione e profondo disordine intellettuale.
Koonda hola è una one-man band, un ratto del deserto del Mojave, che ingrassa con la sua dieta di sole stando per metà dell’anno a parigi.
 
Il suo suono attuale è stato definito come western/noir mistica psichedelia amerikana ma potrebbe anche essere definito world music. Ovviamente di un mondo che non esiste. La musica suona come la meditazione di un uomo con tre pallottole rimaste ed una lunga via da percorrere.
Le canzoni sono saghe di tempi trascorsi vivendo in auto ed autoimposti esili dal proprio passato pornografico.
"10 Acres Of The Finest Sand" quarta edizione.
 
Per koonda holaa è attualmente un’altra rivoluzione nella sua lunga carriera musicale. Viaggiando per sentieri polverosi con i suoi (oramai defunti) Pseudo Pseudo e pagando i suoi debiti con i Residents, Exene Cervenka of the X, Lydia Lunch, Steve Mackay and Mike Watt, il sassofono ed il basso di IGGY POP & the Stooges, Uz Jsme Doma, Marshall Allen, Otto Von Schirach, Slymenstra of GWAR ed innumerevoli altri progetti che vanno indietro fino alla metà degli anni 80.
 
Ingresso 5 € Riservato Soci Arci
Per informazioni:
Circolo Arci Caracol
via Battichiodi 8/10 PISA
www.myspace.com/circolocaracol
Questa voce è stata pubblicata in Cultura, Arte e Sport. Contrassegna il permalink.