Le critiche del Progetto Rebeldìa al protocollo sugli spazi sociali: non c’è partecipazione e trasparenza

Riceviamo e pubblichiamo: 
 
In primo luogo teniamo a sottolineare che in merito alla comunicazione
delle istituzioni sugli spazi sociali avvenuta in sala delle Baleari il
metodo seguito è la conferma che l’amministrazione comunale ancora una
volta non ricerca la partecipazione ma costruisce solo occasioni di
facciata che non servono a risolvere i problemi della città : il
percorso interistituzionale che il Comune di Pisa sta portando avanti
condurrà alla pubblicazione di un bando per la gestione di uno spazio in
città che sarà aperto a tutta la cittadinanza, perchè, dunque, invitare
solo il Progetto Rebeldia?

Nel merito del protocollo abbiamo sollevato numerose critiche. Ad
esempio ci chiediamo come enti quali l’Università abbiano potuto firmare
il protocollo e impegnare soldi senza sapere di che stabile si
trattasse, notizia ufficiale di stamani è stata che l’edificio in
questione sarà uno stabile in Via Saragat di proprietà delle ferrovie,
che costerebbe ai 4 enti 300.000 in affitto per 5 anni, contratto
rinnovabile per altri 5.

Ci chiediamo perchè questo sforzo positivo e nuovo come quello di
mettere d’accordo 4 enti pubblici sullo stanziamento di fondi non possa
prevedere un investimento concreto per il futuro invece di un affitto
concesso ad un ente privato che ha gran parte delle sue strutture in
terreni demaniali.

E’ necessario però distinguere chiaramente i piani, siamo infatti
convinti che l’assessora Ciccone miri a mescolare questa proposta con la
trattativa con le associazioni del Progetto Rebeldía.

Com’è ovvio nessuna trattativa che riguardi il futuro delle attività del
Progetto si può svolgere senza la partecipazione alla stessa delle
associazioni che lo compongono.

L’individuazione di una soluzione per le attività delle associazioni è
un’impegno preso pubblicamente con noi dalla Giunta Fontanelli prima e
confermato dalla Giunta Filippeschi dopo il suo insediamento.

Parlando dunque della "questione rebeldía" siamo convinti, oggi più di
ieri, che l’unilateralismo messo in campo negli ultimi mesi
dall’assessora Ciccone non sia un metodo nè trasparente nè efficace, sia
dal punto di vista del Progetto Rebeldía che da quello degli interessi
pubblici.

Procedendo su questa strada il rischio di perdere ancora una volta tempo
prezioso è concreto, ma questo non è mai dipeso e non dipenderà da noi,
ma avverrà certamente se non si tornerà a confrontarsi nelle sedi
opportune con le associazioni del Progetto Rebeldía, cosa che non
avviene da oltre 10 mesi.

Infine invitiamo l’assesora Ciccone a interrompere immediatamente i suoi
tentativi di dividere le associazioni del Progetto Rebeldía, tentativi
politicamente ingenui che comunque non andranno a buon fine e certamente
non contribuiranno all’individuazione di una soluzione positiva per le
associazioni e per la città.

Come sempre siamo ben disponibili al dialogo e per questo sollecitiamo
ancora una volta la convocazione del tavolo tecnico unico metodo di
lavoro individuato e condiviso sia dai 4 enti che dal Progetto Rebeldía.

Progetto Rebeldía, www.rebeldia.net

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