Dopo il corteo cittadino di sabato ancora arresti a Livorno e a Pistoia

All’indomani del corteo per la liberazione degli arrestati, che ha visto sfilare centinaia di persone lungo le strade di Livorno, la Questura di Pistoia torna all’attacco con nuovi arresti che sembrano ormai far parte di una strategia di rappresaglia contro alcune persone che hanno semplicemente preso parte ad un’assemblea pubblica contro le ronde.
Vinz 
La notizia:

Questa mattina verso le 6.30 la polizia ha perquisito la casa di due compagni del Movimento Antagonista Livornese nell’ambito dell’inchiesta per i fatti di Pistoia dell’11 ottobre. Ad entrambi è stata notificata la misura degli arresti domiciliari. Sembrerebbe a prima vista una svolta per le indagini in corso, invece i due perquisiti e arrestati non sono altro che due dei denunciati che furono portati in questura l’11 ottobre stesso dopo essere stati prelevati da un’assemblea pubblica. Quindi nessuna novità sulle dinamiche della vicenda a seguito di un’azione che ha sorpreso tutti, a iniziare dall’avvocatessa Davini che segue gli arrestati. Infatti non si capisce come mai debbano essere dati gli arresti domicialiari dopo un mese a chi era già denunciato a piede libero. C’è il pericolo di fuga, reiterazione dell’atto o inquinamento delle prove dopo così tanto tempo?
Misure ingiustificate dal punto di vista procedurale e legale ma di alto contenuto politico e repressivo.
Perquisizioni e arresti anche a Pistoia. Due compagni sono agli arresti domiciliari, anch’essi fra coloro che furono prelevati dall’assemblea pubblica. Quindi niente di nuovo anche a Pistoia.

Tratto da Senza Soste.

Di seguito il volantino diffuso durante il corteo di sabato, che acquista un significato ancora più forte visto la risposta arrivata stamani a danno di altri compagni arrestati:

Fatti di Pistoia: ancora ingiustizia e repressione

Ancora una volta scendiamo in piazza per denunciare la rappresaglia politica che la questura di Pistoia ha messo in atto nei confronti di 3 compagni prelevati da un’assemblea pubblica contro le ronde e arrestati. Una rappresaglia avvenuta dopo due ore da un’irruzione nella sede fascista di CasaPound, quando la polizia ha scelto senza prove e per presunta affinità politica di portare tutti i partecipanti di quell’assemblea in questura. Una rappresaglia perpetuata anche dall’autorità giudiziaria che proprio ieri ha respinto il ricorso sia per l’arrestato che per i due agli arresti domiciliari.

Una decisione che lascia tutti sorpresi sia per l’estraneità ai fatti di tutti e tre, sia alla luce della diffusa solidarietà che gli arrestati hanno trovato fin dall’inizio in vasti settori della politica e della società, confermato anche dall’appello fatto dal Comitato dei familiari e amici di Alessandro ed Elisabetta a cui hanno aderito esponenti politici del Pd, consiglieri comunali, rappresentanti dei lavoratori (Rsu) di importanti fabbriche del territorio, sportivi, artisti e semplici cittadini che conoscevano bene il lavoro politico e sociale che Alessandro e Elisabetta portavano avanti in città con la loro militanza nel Movimento Antagonista Livornese.

Un atteggiamento incomprensibile da parte dell’autorità giudiziaria che, visti gli scarsi elementi che ha in mano e l’impossibilità di inquinamento delle prove da parte degli accusati, può essere letto solo come una volontà di colpire politicamente e preventivamente un’area politica che sta lavorando su temi come l’antifascismo e l’antirazzismo oltre che a fianco dei lavoratori per far valere i propri diritti in fase di smantellamento.

In una fase di profonda crisi economica e di risveglio di frange fasciste e autoritarie, le istituzioni politiche e repressive della Toscana hanno scelto un attacco frontale verso quelle voci fuori dal coro del conformismo politico condiviso da Pd e PdL. Una repressione a 360 gradi fatta di denunce, processi e addirittura perquisizioni e accuse di terrorismo come avvenuto a Firenze con i militanti del Cpa. Misure ingiustificate sia politicamente che giuridicamente in rapporto anche a episodi del tutto marginali rispetto invece alla vera emergenza che si sta riscontrando in molte città: quella dell’intolleranza e della violenza fascista verso gay, immigrati e soggetti “deboli”.

Continueremo a lottare per le nostre idee e perchè venga fatta giustizia. E per questo abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti/e

Ale, Eli, Ale liberi

Movimento Antagonista Livornese

 
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