La 133 è ormai applicata senza opposizione dai rettori, e nel momento in cui emerge la distruzione che sta provocando, si impone una retorica che la giustifica con la poca meritocrazia del sistema universitario.
Questa riforma non risolve i problemi reali: si smette di investire nella ricerca, gli interessi e il potere dei baroni non vengono scalfiti, prolifera invece la precarietà per ricercatori e studenti. I primi vedono ridursi la sicurezza di un reddito e la possibilità di accedere a un posto fisso, per gli studenti invece scompare il diritto a una formazione di qualità e si introduce il meccanismo del debito individuale. Il tutto coronato da un modello di gestione verticale e dall’ingresso di privati che non avranno neanche l’obbligo di investimento.
Già in questi mesi la differenziazione dei fondi ha innescato una guerra tra poveri per la spartizione delle briciole del fondo di finanziamento ordinario. La barbarie che ne è conseguita è sotto i nostri occhi: chiusura di interi corsi di studio, bandi di contratti di insegnamento gratuito, diminuzione dell’offerta didattica, riduzione del servizio bibliotecario con conseguenti licenziamenti, tentativo di aumento delle tasse per i fuori corso, tagli ai dipartimenti e alla ricerca. Questo è il prezzo da pagare perchè l’università di Pisa possa fregiarsi dell’inutile titolo di “ateneo virtuoso”.
In questo contesto è necessario rilanciare un percorso di ampio respiro, che veda insieme studenti e precari, ricercatori e bibliotecari, senza identitarismi, ma con la consapevolezza di dover incidere nei meccanismi decisionali che li vedono esclusi nonostante siano le componenti che col loro lavoro e le loro idee mantengono in piedi la baracca.
L’assemblea di ateneo convocata per Mercoledì 25 Novembre dalla lista studentesca Sinistra per, in maniera del tutto auto-referenziale, deve essere quindi trasformata in un momento di tutto il movimento nascente contro la riforma Gelmini.
Abbiamo visto come lo scorso anno il movimento sia stato forte quando ha saputo organizzarsi in mille modi diversi contemporaneamente, praticando obiettivi comuni in forme molteplici, valorizzando le differenze. Un’assemblea di ateneo, per definirsi tale, non è né di Sinistra per, né del rettore, né di qualsiasi gruppo politico. L’assemblea di ateneo è di tutti.
Trasformiamo l’assemblea di mercoledì nell’inizio di un percorso che riesca a fare proprie le scommesse lanciate dall’assemblea nazionale del 20 Novembre, che individui delle date e dei progetti che tengano conto delle specificità locali e del contesto nazionale.
ore 10.30 polo carmignani
assemblea d’ateneo
studenti e precari dell’università di pisa