in questi giorni abbiamo ricevuto dal suo ufficio l’invito a partecipare il 30 dicembre all’incontro che si svolgerà al Centro Espositivo San Michele degli Scalzi su "Il contributo delle associazioni nelle attività culturali del Comune di Pisa. Un bilancio di fine anno e un brindisi per il futuro".
Il titolo dell’incontro ci appare come sensibile indizio di una attenta e seria riflessione maturata sul tema della cultura e delle associazioni che a Pisa si occupano di conservare e diffondere il valore dei patrimoni e delle attività culturali. Svelata dall’occorrenza di un brindisi per il futuro, questo titolo profuma di promessa, quella di un festeggiamento che sembrerebbe nascondere il più profondo intento di suggellare la volontà di un concreto impegno futuro da parte dell’amministrazione comunale nonché l’intento di una maggiore consapevolezza e reale sostegno in merito. Un significato che, ci permettiamo di interpretare, viene riconosciuto quindi come giusto obiettivo da perseguire e conquistare.
Condividiamo lo spirito lieto di questo messaggio ma purtroppo non potremo unirci a tale prematuro festeggiamento e le esporremo di seguito le motivazioni. Per quanto riguarda noi, "il bilancio di fine anno" ci vede fare i conti con il risultato di una situazione di politica culturale che se a livello nazionale con i suoi tagli ai bilanci mette a serio rischio l’intera struttura di organizzazione, gestione e diffusione delle ricchezze culturali del nostro paese, a livello locale trova puntuale risposta nell’indifferenza che la sua amministrazione ha dimostrato nei confronti del nostro Istituto, nonostante i trent’anni (!) di continua attività, dedita alla cultura, alla conservazione di un patrimonio storico unico, alla sua diffusione e valorizzazione.
Lei saprà che i rapporti tra il nostro Istituto e il Comune erano regolati fino a poco tempo fa da una convenzione, scaduta il 29 novembre scorso. A marzo di quest’anno e alla fine di ottobre abbiamo indirizzato alla sua persona e all’Assessorato alla Cultura due lettere con la richiesta di un incontro per verificare se c’era la possibilità di un rinnovo di tale convenzione, che le ricordiamo coinvolgeva anche la Provincia e il DSU. Perché il Comune ha preferito soprassedere e ignorare la nostra richiesta?
Dunque, non ci sentiamo di festeggiare con Lei l’anno che verrà, anche perché, per noi sarà un anno ancora più difficile degli altri, accentuato dalla mancanza di un qualsiasi aiuto da parte delle amministrazioni locali, scelta quest’ultima che metterà a serio rischio anche l’apertura al pubblico e agli studiosi del nostro centro. Inoltre, constatiamo che la sua amministrazione si ricorda della cultura solo raramente e non ha la minima considerazione per chi, come la Biblioteca Franco Serantini, si sforza di lavorare, con rigore e a costo di grandi sacrifici, allo scopo di conservare la memoria sociale e politica degli ultimi due secoli di questa città. Un lavoro che è riconosciuto dalla Regione Toscana e dalla Sovrintendenza ai beni archivistici, che hanno dichiarato da anni il nostro Istituto un "patrimonio di interesse storico nazionale". Le ricordiamo, infine, che l’Istituto è collegato alla Rete nazionale degli Istituti storici della Resistenza e dell’antifascismo, ed è l’unica struttura dell’intera provincia, esclusa l’università, specializzata nella storia del Novecento.
Noi consideriamo che tutto questo rappresenti una ricchezza per la nostra città e non solo e che debba essere fonte di interesse per chi, la città, la rappresenta, affinché si concretizzi il promettente propostito dell’incontro al quale siamo stati invitati.
Riteniamo che la sua scelta di interrompere i rapporti con il nostro Istituto, sia una scelta miope, in contraddizione con l’impegno preso dalla precedente giunta Fontanelli in merito alla ricerca di una nuova sede e alla valorizzazione del nostro patrimonio.
Distinti saluti
Il direttore Franco Bertolucci