Ad una settima dall’assemblea degli utenti e dei lavoratori della Biblioteca della Facoltà di Economia, indetta per fare il punto sugli effetti drammatici dei tagli alle risorse previste per i servizi integrativi, ci siamo ritrovati ad affrontare, come previsto, una drastica riduzione nell’orario di apertura. Da lunedì 8 Marzo infatti la chiusura è stata anticipata alle 18:00. In una facoltà in cui le ultime lezioni finiscono alle 19:10 il nuovo orario rende di fatto inaccessibile la Biblioteca a una buona parte degli studenti.
Nella fascia oraria dalle 18:00 alle 20:00 l’affluenza degli studenti è sempre stata notevole, e nelle ore che vanno dalle 20:00 alle 23:00 era garantita la possibilità anche agli studenti lavoratori di accedere ai materiali didattici e agli spazi fondamentali per lo studio.
Inoltre gli effetti dei tagli riguardano non solo le aperture e il diritto allo studio degli studenti ma anche 17 lavoratori esternalizzati che erano impiegati in queste fasce orarie. Infatti ognuno di loro ha perso il 50% delle ore lavorative e si ritrova con stipendi da fame.
Alla luce di tutto ciò oggi,11/03/10 abbiamo deciso di tenere aperta la Biblioteca oltre l’orario di chiusura previsto, garantendo così a tutti quanti gli utenti di rimanere a studiare fino alle 20:00.
Il nostro intento, attraverso questa protesta, è chiarire quanto le Biblioteche non possano considerarsi un generico servizio ma parte integrante della didattica e luogo fondamentale per la ricerca.
Per questo condanniamo le scelte economiche, finanziarie e politiche dell’Ateneo che colpiscono ancora una volta le fondamenta della formazione universitaria e i soggetti più deboli che la fanno vivere. Perciò chiediamo che i singoli Consigli di Facoltà, i Presidi e il Senato Accademico si esprimano in maniera forte e decisa impegnandosi a trovare nuove risorse per il sistema bibliotecario e a ripensare le sue politiche di gestione.
Come studenti e lavoratori non siamo disposti a vederci negato il diritto allo studio e il diritto al lavoro, dato che solo su questi si può fondare l’università pubblica che noi difendiamo.
Studenti e lavoratori della biblioteca di Economia.
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