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Ve lo immaginate il buon
Filippeschi alzarsi di buon ora per andare a fare i «blitz» al
mercato, con tanto di codazzo di giornalisti embedded pronti a registrare ogni parola, ogni alzata di ciglio del
primo cittadino? Magari insieme al fido ragioniere comunale, pronto col
pallottoliere, le mezzemaniche e la matita all’orecchio a registrare fedelmente
la quantità di «abusivi» in piazza? E con accanto anche lo “sceriffo”, il capo
dei vigili urbani Bortoluzzi, con la divisa stirata e il baffetto tirato a
lucido a uso e consumo di telecamere e flash,
pronto con i suoi fidi uomini a tenere la folla festante alla debita distanza
dal sindaco, mentre guarda con occhio bellicoso i pericolosi extracomunitari (probabilmente ignari della
messinscena) rimuginando fra i denti frasi del tipo «ora vi caa la befana»?
Stamattina le civette del Tirreno
annunciavano a caratteri cubitali: “Blitz del sindaco tra gli abusivi del
mercato”: e abbiamo pensato a un Filippeschi modello Rambo, deciso una buona
volta a farla finita con i suoi nemici dichiarati a suon di mitragliatrice e
bombe a mano. Poi abbiamo sfogliato con calma le pagine della cronaca pisana, e
il titolo interno ci ha fatto tirare un sospiro di sollievo: nessuno
spargimento di sangue, solamente la solita cronaca di ordinaria miseria della
politica e dell’informazione cittadina. Niente da dire, stavolta il giornalista
al seguito ha dato il meglio di sé, e il titolo scelto per questa mattinata di
ordinaria follia sembra suggerire un botta e risposta tra un tipico pisano medio,
esasperato dall’orda famelica dei vu
cumprà, e il sindaco che risponde prontamente rassicurando lui e l’opinione
pubblica tutta: “E l’ordinanza antiborsoni? «È pronta!»” (leggere per credere:
Il tirreno, 10 gennaio 2009, cronaca di Pisa, pagina III). Non manca, lo
scrupoloso giornalista, di annotare diligentemente le parole del suo diretto
superiore: «sono stati contati più di 80 abusivi […] L’abusivismo è un
fenomeno di illegalità ma anche di sicurezza vista la tensione che suscita nei
commercianti regolari» e via con altre amenità del genere. Il Filippeschi, a
quanto pare, viaggiava affiancato dal segretario della Confesercenti Sbrana che
invece ci è andato giù più duro: «abbiamo chiesto al prefetto la costituzione
di una task-force dedicata all’abusivismo e composta dalle varie armi».
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Lasciamo perdere il resto, chi vuole se lo legga qui.
Mancava ancora un’uscita del
genere sui “giornali” cittadini, un’uscita che ricorda da vicino i metodi della
propaganda modello Istituto Luce degli anni Venti, quando l’antico presidente
del consiglio di un regime ormai lontano si faceva fotografare e riprendere
dalle prime rudimentali telecamere bianco e nero proprio lì, dove la cronaca
più scottante richiedeva la sua presenza in prima persona: a mettere la prima
pietra di un edificio, cemento e cazzuola alla mano; a falciare le messi
estive, a torso nudo, con la falcetta ben arrotata, o a bordo di un roboante
trattore …
Sarà che le proteste degli ultimi
tempi stanno facendo il loro effetto? Sarà che l’immagine dei fratelli e delle
sorelle senegalesi scesi
in piazza con i cartelli che chiedevano “Lavoro e dignità” accanto a
“Filippeschi vergogna!” stanno cominciando a muovere qualche coscienza, di
quelle che per esempio votano a “sinistra”? Sarà che la cosidetta “ordinanza
antiborsoni” ha cominciato a dare il
voltastomaco non solo ai soliti contestatori no global, ma anche a qualcuno che, nei calcoli elettorali del
nostro beneamato sindaco, conta
qualcosina di più? Come ad esempio gli intellettuali pisani che, usciti da uno
storico letargo, si fanno addirittura promotori di petizioni
anti-Filippeschi, o come Adriano Prosperi che addirittura dalle colonne di Repubblica
spara a zero sulla attuale Giunta cittadina. Un’uscita del genere, mai vista a
memoria di pisano, testimonia solo dell’imbarazzo del nostrano Filippeschi, e
della sua disperata ricerca di intercettare i favori di quella parte (pur
sempre piccola, non ci facciamo illusioni) dell’opinione pubblica che ha capito
quanto sia vuota la non-politica a cui ci ha abituato l’attuale Giunta. Proprio
nell’imminenza dell’uscita di quel “pacchetto
sicurezza” razzista e incivile, fiore all’occhiello del centrosinistra
pisano convertito al più becero interventismo leghista. E torna troppo bene a
questo punto citare Adriano Prosperi, quando nel citato articolo di Repubblica,
riferendosi all’editto filippeschiano, così si esprime: «Non chiedete da quale
parte politica viene quell’ordinanza. La cosa non è importante, non più. La
politica, sia quella delle lotte dei partiti, sia l’antica paziente arte del
possibile è morta. Rimane solo la caccia al favore degli elettori».