Riportiamo dal sito di Infoaut la cronaca dei fatti di ieri e il comunicato del Network Antagonista:
Nessuna risposta del Comune alle richieste dei migranti, "Casa Lavoro Residenza". Il presidio sotto il Comune diventa corteo per le vie della città. Il prefetto latita, la polizia carica selvaggiamente sotto la prefettura e in piazza Castello. Migranti e solidali rispondono con determinazione e armamentario di fortuna; la polizia disperde il presidio a suon di lacrimogeni.
(27/01/09) Quest’oggi, in concomitanza con l’incontro tra gli assessori del Comune di Torino (Giuseppe Borgogno e Marco Borgione) e i migranti occupanti di via Bologna e corso Peschiera, si è tenuto un partecipato presidio sotto la sede comunale, indetto dal Comitato di solidarietà con profughi e migranti oltre che dagli immigrati stessi, i quali hanno riempito lo spazio antistante il palazzo con il loro slogan "Casa Lavoro Residenza" per tutto il pomeriggio.
L’incontro non ha ottenuto nessun riscontro, continuando la scia di immobilismo intrapresa da tempo dal Comune di Torino sulla questione migrante, posta da anni. L’assessore Borgione ha addirittura avuto la spocchia di alzarsi dal tavolo di confronto, sordo alle richieste dei migranti e incurante dell’urgenza del problema posto. Il presidio ha per questo deciso di occupare la strada di fronte al palazzo comunale, dopo oltre 2 ore di attesa di un qualche risultato e risposta. Casa, lavoro e residenza: queste le richieste dei profughi occupanti degli stabili, con l’ultima caratterizzata da una centralità prioritaria per la valenza che questa va ad assumere nelle dinamiche burocratiche e di agibilità del nostro paese. Rivendicazioni accompagnate dalla richiesta dell’assunzione delle proprie responsabilità istituzionali di fronte alla minaccia di sgombero che incombe sullo stabile di corso Peschiera.
Il blocco del traffico, all’uscita della delegazione dal Comune, è diventato quindi corteo spontaneo per le vie del centro, nella rabbia per l’ennesima non risposta degli assessori e nella determinazione di chieder conto sulla questione all’autorità del governo in città (la prefettura).
Il corteo, arrivato sotto la prefettura in via Po, ha chiesto di essere ricevuto in delegazione dal prefetto, che in un primo momento ha accettato, chiedendo però di aspettare 5 minuti. Passata oltre mezz’ora, nel continuo ripetere dello slogan "Casa Lavoro Residenza" da parte dei migranti e nella chiarezza della volontà del prefetto di non incontrare i profughi, la polizia posta a difesa della prefettura ha caricato i manifestanti, i quali si sono quindi mossi nella piazza antistante gli uffici, luogo nel quale la polizia è tornata a caricare selvaggiamente i migranti e i solidali, scena ripetutasi per ben 4 volte! Un ragazzo del comitato di solidarietà è stato accerchiato e picchiato da 10 agenti della polizia, la quale ha sparato diversi lacrimogeni e rincorso i manifestanti per le vie del centro. Migranti e solidali del comitato di solidarietà hanno però risposto con determinazione alla violenza poliziesca, difendendosi e contrattaccando con quanto offriva la piazza: bottiglie, bastoni e cubetti di porfido. La polizia spara decine di lacrimogeni per disperdere i manifestanti.
Migranti e comitato sono quindi tornati nello stabile di corso Peschiera, dove è stata tenuta una conferenza stampa per denunciare le modalità con le quali le autorità cittadine hanno trattato la questione impellente dei migranti, con il silenzio e la polizia.
[comunicato stampa del network antagonista torinese]
Quotidiani: "Prefettura attaccata"; Chiamparino: "rifugiati manipolati dai centri sociali", Mortola: "piano premeditato di ricerca dello scontro".
Ogni volta che in questa città un problema reale si palesa in tutta la sua concretezza, andando aldilà delle dichiarazioni salottiere cui si riduce oggi "la politica", scatta la panoplia di politici e giornalisti, dalla mistificazione al giudizio preconfezionato, fino alla pura e semplice menzogna.
Come compagni e compagne del network antagonista non abbiamo nessun problema nel rivendicare politicamente le forme di resistenza messe in campo ieri sera come risposta a una presa in giro che sta durando da troppo tempo. Quello che non accettiamo è di essere accusati di manipolazione di soggetti terzi ingenui. Ce n’è uno buono per ogni stagione: gli studenti medi, gli universitari.. oggi i migranti! Dietro tutto, a Torino ci sono sempre gli autonomi ( o i centri sociali).
Scorciatoia comoda che, a ben vedere, mostra tutto il disprezzo e la sufficienza che si ha verso i governati. Una retorica che si perde nei decenni. La soggettività politica dei soggetti sociali non esiste per chi comanda; dietro ci deve sempre essere un cattivo consigliere che manipola e specula: l’eterno racconto del complotto. Nelle parole del sindaco Chiamparino sono sedimentati secoli di sapere coloniale. Dietro le sue dichiarazioni ci sta questa convinzione: che "i poveri negretti profughi non possono essere in grado di decidere e praticare la resistenza e lo scontro". Ben altro abbiamo visto ieri sera! Abbiamo apprezzato e sostenuto l’esplosione di una rabbia giusta e spontanea di decine di uomini e donne stanchi di essere presi in giro. Una consapevolezza – correggeteci se sbagliamo – che a quanto pare si sta ripetendo a diverse latitudini del nostro paese… Quello che è successo in piazza Castello è tutto da leggere nella linea che va da Lampedusa a Massa, da Castelvolturno alla spontaneità che invase Milano dopo l’omicidio di Abba.
La giornata di ieri è inoltre esemplificativa delle due facce del potere istituzionale: carota e bastone. La differenza qualitativa è che ieri sera la ricetta non ha più funzionato perché i dirett* interessat* (i rifugiati-occupanti di corso Peschiera) non hanno più digerito la carota che gli assessori Borgione e Borgogno continuano a somministrargli da mesi (un anno e mezzo per quelli di via Bologna), rimpallando verso l’alto o verso il basso le responsabilità, giocando con troppa disinvoltura con la vita di uomini e donne che, per giungere nel nostro paese, hanno attraversato mari e deserti per fuggire da guerre, persecuzioni e carestie.
Uomini e donne che però hanno dimostrato di non accettare la presa in giro, ed è qui che è scattato il bastone del vice-questore Spartaco Mortola, decorato sul campo a Genova per la mattanza alla scuola Diaz. Ha poco da cianciare il signor vice-questore di "piani preordinati" e "aggressioni premeditate". Il dato reale con cui lui e i suoi colleghi devono fare i conti è la determinazione di quei rifugiati e degli italiani e italiane che li hanno accompagnati. Uomini e donne (molte donne) che non hanno avuto paura di difendersi e contrattaccare le cariche vigliacche e pesanti delle forze dell’ordine anche perché, con buona pace di Mortola, per arrivare nel nostro paese hanno affrontato prove e difficoltà ben più dure che le sue manganellate intimidatorie, per quanto infami queste possano essere.
Ribadiamo: come compagni e compagne del network antagonista torinese non abbiamo nessun problema nel rivendicarci la serata di ieri, che fosse opera nostra o di altri. Chiamparino e i suoi colleghi invece dovrebbero piuttosto preoccuparsi dell’emergere di una questione migrante dentro le nostre metropoli e, al suo interno, di una più specifica questione rifugiati e richiedenti-asilo. Non lo dicono gli/le autonomi/e, lo dicono i fatti che si stanno ripetendo e che continueranno a succedere nei nostri territori. Loro il compito di affrontare una questione politica centrale dei nostri tempi, a viso aperto, in tutta la sua portata. Sarebbe il loro lavoro… Ci crediamo poco: la politica oggi è mera gestione dell’esistente e non abbozza altro che governance di basso profilo, per portare a casa la poltrona, uno stipendio, quattro precarissimi equilibri. Altro abbiamo nei nostri programmi, per questo sabato saremo di nuovo in piazza, di fronte a quella stessa prefettura che ci ha respinto.
Contro il pacchetto sicurezza! In solidarietà con la popolazione di Lampedusa! Con i migranti che lottano! Contro la violenza della polizia e lo sgombero di corso Peschiera!
Network Antagonista torinese
csoa Askatasuna – csa Murazzi
collettivo universitario autonomo – Kollettivo studenti autorganizzato