Firmata dal sindaco il 26
gennaio, e già ribattezzata “anti-degrado”, la nuova ordinanza si colloca nel
disegno di sicurezza previsto dal Comune e dalla Prefettura all’interno del
Patto Per Pisa Sicura.
E’ sicuramente un’ordinanza
complessa che va al di là della lotta ai “writers” ed agli imbrattatori; più
precisamente identifica tra i principali fattori da combattere (poiché ledono
il pubblico decoro) “il deposito di
rifiuti di qualsiasi natura, il lasciare in stato di abbandono immobili o
casolari, gli imbrattamenti dei muri ed arredi urbani, i disturbi alla quiete
pubblica ed alla tranquillità delle persone con emissioni sonore, con
schiamazzi e, in genere, l’incuria nella tenuta dei luoghi.
Per ristabilire l’ordine e la
sicurezza la nuova ordinanza prevede una discreta serie di obblighi e divieti,
alcuni anche interessanti: ad esempio i proprietari dei locali sono tenuti alla
pulizia anche degli spazi circostanti, ed a concedere il libero e gratuito
utilizzo dei bagni a chiunque lo richieda.
Vengono i brividi invece nel
leggere le decisioni riguardo agli immobili sfitti; è certamente vero che i
numerosi stabili vuoti di cui la città è piena sono una vergogna, ma
probabilmente le motivazioni del Comune sono diverse da quelle di chi ha sempre denunciato questo scandalo. Infatti
il problema che è sempre stato evidenziato da diversi gruppi politici è
l’esagerato ed inaccessibile prezzo degli affitti, innalzato proprio dalla
presenza di abitazioni sfitte (anche di proprietà comunale: vedi la Mattonaia). Il problema
del Sindaco, invece, sembra semplicemente il loro aspetto! Ed ecco arrivare
l’obbligo di tenerli in buono stato, di garantirne il decoro, e –colmo dei
colmi- blindarne gli accessi “in modo che
non siano possibili intrusioni ed occupazioni abusive anche temporanee”.
Cioè impedire a persone con un reale bisogno di casa di utilizzare questi
immobili che sarebbero altrimenti destinati solo alla speculazione edilizia!
L’ordinanza continua con una
serie di divieti (e conseguenti sanzioni) più meno importanti, ci limitiamo a
segnalare quelli per noi più interessanti:
–divieto di buttare la spazzatura fuori dai cassonetti. Sembrerebbe
sensato. Sicuramente senza senso è la decisione, di cui è arrivata notizia, che
molti cassonetti saranno videosorvegliati. Siamo consapevoli di questa passione
morbosa del Sindaco per le telecamere, ma
invece che buttare i soldi così sarebbe meglio iniziare a pensare ad un
programma serio di raccolta differenziata, altrimenti il degrado potrà anche
sparire dalla nostra vista, ma ritornerà nei nostri polmoni dopo un passaggio
all’inceneritore (o termovalorizzatore, che dir si voglia);
–divieto di scrivere sui muri e attacchinare manifesti. Qui si
potrebbe aprire un dibattito a parte; ci limitiamo a ricordare la campagna
portata avanti non molto tempo fa da un nutrito cartello di collettivi e
associazioni per l’annullamento di fior fiore di multe per attacchinaggi
abusivi. Questi gruppi rivendicavano il diritto a pubblicizzare le loro iniziative
culturali e sociali al di fuori degli inaccessibili e troppo onerosi canali di
pubblicità autorizzati. Evidentemente bisogna ricominciare tutto da capo, per
il Sindaco è più importante tutelare il ciclo mercificato di pubblicità e
vendita di prodotti, piuttosto che garantire libera espressioni a gruppi che,
quasi sempre senza nessun guadagno personale, da anni rendono viva questa città
con la cultura, la politica, la socialità dal basso;
–divieto di sfruttare gli animali per l’accattonaggio. Qui si raggiunge
l’assurdo. Non commentiamo la decisione in sé, ci limitiamo a far notare che il
Comune, così interessato a tutelare gli animali dallo “sfruttamento”, se ne
fotte altamente di chi invece sfrutta le persone. Risale alla metà di dicembre
un’ordinanza che criminalizza e stigmatizza le prostitute, che, non c’è neanche
bisogno di ricordarlo, sono quasi sempre vittime di tratta e sfruttamento.
Evidentemente per il Sindaco queste ragazze contano meno dei cani.
Al di là dei singoli aspetti ci
interessa fare qualche considerazione: questa ordinanza si colloca in perfetta
continuità con quelle che la hanno preceduta: l’ordinanza “anti-baraccopoli” e
quella “anti-prostituzione”. E’ ormai chiaro qual è il concetto di sicurezza
per il Sindaco, una sicurezza che criminalizza i più poveri, perché sono quelli
che peggio possono difendersi, che nasconde le prostitute così sembra che non
ci siano più, una sicurezza che taglia fondi al sociale per investirli in
telecamere, che abbellisce i palazzi vuoti invece che farci abitare le persone,
che fa sparire i rifiuti dalla strada invece che pensare a riciclarli.
Una sicurezza che nasconde i
problemi sotto il tappeto invece che affrontarli e risolverli.
Filippeschi non si ferma: scatta l’ordinanza "anti-baraccopoli"