Il new deal di Filippeschi: meno servizi e più telecamere. A rischio decine di lavoratori e lavoratrici

Pisa – Nella sola zona pisana i tagli nei Servizi si aggirano intorno ai 650 mila euro, mentre solo per l’installazione di telecamere di videosorveglianza se ne spenderanno in tre anni 700 mila. Previsto un incontro in Comune con una delegazione di operatori sociali.
Nelle stanze dei bottoni sembra abbiano già deciso tutto. Verranno effettuati tagli ai servizi sociali di indubbia importanza (riduzione del danno, tratta e prostituzione, adolescenti e perfino progetti per bambini in ospedale), e si investirà in vigili urbani e telecamere. Assume caratteri forti la dura presa di posizione del sindaco Fontaneschi che dall’inizio del suo mandato ha fatto ben capire quale sarà la linea di questa giunta. Repressione e ossessione per il controllo e la sicurezza. Rischiano però in questo caso, il posto di lavoro una trentina di operatori sociali.
Nel programma triennale dei lavori pubblici (2009-2011) sono previste, infatti, 250 mila euro per telecamere a circuito chiuso e voto elettronico nella sala delle Baleari, 700 mila euro per l’ampliamento dei sitemi di videosorveglianza ( di cui 300 mila nel 2009, 250 mila nel 2010, e 150 mila nel 2011). A questi dati va aggiunta l’assunzione di 10 vigili urbani che dovranno far rispettare le varie ordinanze promosse dal sindaco Filippelli.Però saranno tagliati progetti importanti sulla riduzione del danno (100%)da alcol e sostanze stupefacenti, prgetti sulla tratta e sulla prostituzione (50%), progetti per adolescenti (25%), e per bambini (25%). Da una parte si investe nella sicurezza chiamiamola repressiva, dall’altra la società della Salute – zona pisana usa le forbici per circa 650 mila euro.
Ma chi pagherà per la scelta di tagliare i fondi del sociale? Ricadrà sulle lavoratrici e sui lavoratori senza lavoro, le loro famiglie, ricadrà su tutta quella fascia di persone che hanno bisogno di quel servizio, i cosiddetti utenti. Ricadrà sull’intera comunità pisana. Nel rimpallo delle responsabilità tra società della salute e Comune della zona pisana, da molti osannata come esperimento all’avanguardia nelle politiche sociali, tutti prendono tempo (i progetti sono ancora attivi tramite proroghe). L’assessora Settimelli tace, è quasi surclassata dall’onnipresenza del sindaco Filippesconi. Ironia della sorte pare che nei progetti approvati non sia stato tenuto conto dell’adeguamento contattuale. Per cui le cooperative dovrebbero coprire per legge gli aumenti mentre dal "pubblico" arriverebbero meno soldi. Da una parte poni in essere una grave crisi all’interno delle piccole cooperative, dall’altra apri la strada all’ industria cooperativistica, quella dai grandi numeri e dalla mentalità poco cooperativistica che si occupano in particolarmodo delle RSA). Per esempio la SdS della Valdera ha mantenuto in piedi il sistema. Tramite uno spostamento di fondi. Perchè a Pisa non solo non si è provveduto a racimolare 650 mila euro (non sono una grande cifra all’interno del bilancio di un comune) ma anzi è stato finanziato un sistema di videosorveglianza di Orwelliana memoria per una somma di poco superiore? La scelta purtroppo non sembra tecnica. Sembra puramente politica. E’ certo che le ordinanze anti-borsoni (fatta a misura contro i senegalesi), anti-prostitute (non si vede = non esiste), anti-accampamenti (a discapito delle comunità rom) sono pienamente in linea con la scelta strategica di non finanziare interventi a favore di prevenzione, riduzione del danno e interventi socio-educativi. Le telecamere sono solo la ciliegina sulla torta di una impostazione di un modello di intervento sociale. E non è certo progressista.
 
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