Poco dopo le 20, più di duecento compagne e compagni hanno rotto isigilli posti dalla questura milanese e rioccupato il Cox 18. Almomento i compagni sono dentro Cox 18 e sul posto sono arrivati alcunidigos e delle volanti della polizia. La liberazione dello spazio, sottosequestro, arriva nel giorno stesso dell’udienza durante la quale gliavvocati del comune di Milano hanno giocato a scaricabarile con laquestura, cercando di togliersi da ogni responsabilità rispetto albarbaro atto di chiusura del centro sociale.
L’udienza, davanti al giudice civile sul ricorso del Conchetta controlo sgombero del 22 gennaio, non ha portato ad alcuna conclusione. Ilsindaco Moratti ha presentato una memoria in cui dice di non averenulla a che fare con lo sgombero, partito – a suo dire – dallaPrefettura e dalla Questura. E non dal vicesindaco De Corato cheproprio il giorno precedente, in un’interrogazione parlamentare rivoltaal ministro Maroni, aveva espressamente chiesto la chiusura dei centrisociali e l’accelerazione degli sgomberi.
Dunque un atto, quello della rioccupazione, che rilancia non solo lanecessità di difendere lo spazio, i libri, l’archivio e le attività diCox 18, ma l’intera agibilità politica degli spazi sociali a Milano,rinnovando l’invito alla partecipazione dell’importante corteo previstoper sabato 28.
(fonte infoaut)