Riportiamo di seguito due interventi sulla questione delle "ronde", prima una brevissima, ma efficace, lettera inviata dalla storica Alessandra Kersevan. Segue il comunicato dei Cobas che alle “ronde” volute dal Governo, propone l’opposizione di un protagonismo dei cittadini finalizzato a ristabilire servizi sociali, occupazione, tolleranza e civiltà.
Lettera al Messaggero Veneto, giornale di Udine. È breve perché ormai non ci sono più tanti ragionamenti da fare….
Alessandra Kersevan:
LETTERA CON PREGHIERA DI PUBBLICAZIONE
Leggo sui giornali di oggi che la Destra-Fiamma tricolore e anche Alleanza nazionale «si organizzano per mettere il proprio marchio sulle associazioni di volontari della sicurezza». Poi leggo che il ministro Maroni ha detto di «non chiamarle ronde, ma volontari per la sicurezza».
Mi è venuto in mente che le Camicie nere si chiamavano "milizia volontaria per la sicurezza nazionale".
Ho sentito più di un un brivido lungo la schiena.
Grazie per l’attenzione.
Alessandra Kersevan
Di seguito i Cobas (Pisa) rispondono a quei commercianti pisani che chiedono le ronde in città:
Comunicato stampa
Alle “ronde” volute dal Governo, e non solo, opponiamo un protagonismo dei cittadini finalizzato a ristabilire servizi sociali, occupazione, tolleranza e civiltà
In qualunque modo si voglia affrontare l’argomento, è innegabile che nella nostra città c’è chi ha tutto l’interesse a creare allarme sociale e un costante ricorso alla repressione: ora dei migranti, ora dei “graffitari”, ben presto di cittadini e lavoratori contrarie alle decisioni del Governo, della Giunta e di alcune società collegate (come la Sepi, tanto per dirne una).
La presenza dei soliti 4 leghisti, cioè 4 miserevoli esemplari dell’odio sociale, davanti all’asilo di Ghezzano (per provocare e ingiuriare sessanta Rom, di cui circa la metà bambini, rimasti senza uno straccio di alloggio a causa delle piogge di 10 giorni fa), dimostra che nei nostri territori l’intolleranza organizzata verso gli emarginati, fortunatamente, non ha diritto di cittadinanza e consenso.
E questo, malgrado da più parti ci si ostini incivilmente su ordinanze antiborsoni, su piani di sfratto e di dispersione di associazioni e aggregazioni sociali, su aumenti delle tariffe dell’affissione pubblica di manifesti e cartelli, su sanzioni esose contro l’affissione in spazi non consentiti.
Esiste un reale degrado del centro e, ancora più, dei quartieri periferici, solo che le cause vanno individuate nelle scelte edilizie e urbanistiche della Giunta comunale e nella riduzione dei finanziamenti dei progetti destinati alle fasce sociali più deboli, ai ragazzi e ai migranti.
Nella nostra città (e provincia) serve un nuovo protagonismo dei cittadini che contrasti i provvedimenti locali e le scelte scellerate del Governo nazionale. Un protagonismo che rivendichi il potenziamento dei servizi e l’attuazione di progetti sociali decisi coi cittadini, l’assegnazione di spazi da autogestire alle associazioni che aggregano ragazzi e giovani su iniziative culturali, spazi che così verrebbero sottratti ai piani del Comune, il quale intende svenderli per fare cassa o per favorire gli immobiliaristi di turno.
C’è bisogno di questo protagonismo civile e sociale, altro che di ronde. E se proprio si vuole vigilare, allora che si vigili per segnalare discariche abusive e strade dissestate, marciapiedi disastrati, servizi non funzionanti.
Confederazione Cobas