Galleria Foto. Video. Pisa_Stamani già dalle 10.00 un nutrito gruppo di persone si è data appuntamento di fronte al Rettorato sul lungarno Pacinotti, in vista della seduta del Senato Accademico. Tra i partecipanti: alcuni studenti, lavoratori strutturati e esternalizzati delle biblioteche e precari della docenza e della ricerca.
Il motivo del presidio era stato diffuso da un comunicato, già pubblicato su questo blog e da un volantino più specifico a firma degli studenti di Università 2.0.
Tutti insomma si aspettavano che il Senato discutesse con calma della richiesta, formalmente protocollata, di un Senato Accademico pubblico e straordinario, per avere un momento in cui discutere con tutti gli interessati, del futuro delle biblioteche a fronte dei tagli. La richiesta presentata dai precari della ricerca e della didattica in data 5 Maggio, aveva come allegato l’appello per la salvaguardia delle biblioteche, con 700 firme in calce a cui si devono sommare le 200 firme raccolte “a mano”, tra docenti ordinari e tecnici amministrativi strutturati.
Nessuno poteva immaginare, se non i più maliziosi, che il Rettore avrebbe ignorato una richiesta che perveniva da una parte così ampia di mondo accademico e non solo. Così invece è stato, tra le comunicazioni del Rettore in apertura del Senato, nessun cenno alla richiesta presentata attraverso l’ufficio del protocollo, mentre non sono mancati gli accenni ad altre questioni, peraltro molto importanti, come la richiesta studentesca di sospensione della didattica per l’assemblea d’Ateneo di domani e l’annosa questione della stabilizzazione del personale tecnico amministrativo a tempo determinato.
Vista la “dimenticanza” del Rettore, ha preso subito parola il rappresentante dei collettivi in Senato, chiedendo se i presenti fossero a conoscenza di tale richiesta. Il Rettore spinto a ricordare, ha subito liquidato la faccenda dicendo che lui non è disposto ad indire nessun Senato accademico pubblico.
Sulla base di alcune imperfezioni presenti nell’appello diramato dall’assemblea per la salvaguardia delle biblioteche – aggiunge – in vista del prossimo Senato che si svolgerà il 9 giugno, incarica il professor Barbuti, suo delegato nel comitato di indirizzo e controllo delle biblioteche, a relazionare in merito alle politiche bibliotecarie dell’Ateneo, al solo Senato, senza nessuna apertura al pubblico.
La notizia, tra l’incredulità e lo sconcerto, arriva fuori dal palazzo, mentre i manifestanti erano alle prese con una conferenza stampa.
Dunque i lavori del Senato vanno avanti e niente viene concesso alle circa mille persone che vogliono solo un po’ più di democrazia nei processi decisionali dell’Ateneo, per salvaguardare il futuro delle strutture bibliotecarie.
Nel frattempo il rappresentante degli studenti rende noto di aver contestato la proposta del Rettore di inserire la richiesta di sospensione della didattica, per il gionro 13 dalle 10.00 alle 13.00, nell’ordine del giorno alle varie ed eventuali. Questo perchè, spiega il rappresentante, non si è mai vista una cosa del genere, la sospensione dipende esclusivamente da un decreto che deve essere emanato dal Rettore, dunque ogni sorta di votazione in merito, non ha valore. La risposta del Rettore a tale protesta è incontrovertibile: “la richiesta l’hanno fatta a me, io faccio come voglio”.
Il piccolo sovrano ancora una volta punta i piedi.
Inizia intanto a generarsi un forte scontento tra le persone preseni al presidio, finchè ad un certo punto i manifestanti decidono di entrare pacificamente in Senato per fare una comunicazione e poi lasciar proseguire i lavori.
Si assiste dunque ad un’incursione degli studenti e dei lavoratori dentro al Senato Accademico, che ovviamente arresta i lavori all’ordine del giorno.
Si susseguono una serie di interventi da parte, prima dei precari della ricerca della didattica, poi da parte di alcuni lavoratori delle biblioteche e infine da parte studentesca.
Riportiamo di seguito l’intervento principale a cura di un precario della Ricerca:
Il Rettore in ultima istanza, sembra aver aperto la seduta del prossimo Senato ad un delegato (forse più di uno…) tra i presenti al presidio.
Questo non solo – secondo gli studenti – non è un segnale di apertura, ma conferma che il Rettore non ha ben compreso che la problematica è avanzata da una molteplicità di soggetti che preoccupati per il futuro dei centri bibliotecari, vogliono un momento di confronto aperto a tutti, non negoziabile al ribasso, attraverso la presenza di delegati che vanno a raccogliere per conto di tutti le ragioni del delegato del Rettore.
Da registrare che aldilà dello studente dei collettivi, nessuno in Senato ha aperto bocca di fronte all’ennesimo atteggiamento di chiusura del Rettore. La situazione è invece cambiata con l’arrivo dei partecipanti al presidio, nel senso che alcuni presidi hanno poi finalmente preso la parola. Di seguito la lettere che i precari della ricerca e della didattica hanno inviato a tutto il personale strutturato dell’Ateneo, in merito ai fatti di oggi.
Pisa, 12 maggio 2009
Una breve nota soltanto per informarvi sullo svolgimento del presidio che, come annunciato, si è tenuto stamattina davanti al rettorato in concomitanza con il Senato Accademico.
In data 5 maggio 2009 avevamo regolarmente protocollato la richiesta di un Senato Accademico Straordinario e Pubblico, sottoscritto da 180 fra docenti e personale tecnico-amministrativo strutturato, per discutere in modo trasparente i tagli che stanno colpendo le biblioteche del nostro Ateneo. Ebbene, per ragioni che non sono state rese note, nell’o.d.g. del Senato di oggi non è stato inserito neppure un cenno alla richiesta da noi presentata e sottoscritta da molti di voi. Un gesto di grave mancanza di rispetto da parte delle autorità accademiche nei confronti del corpo universitario che sono chiamate a dirigere. Perciò, dopo averne ampiamente discusso, i presenti al presidio (ricercatori precari, studenti, bibliotecari e lavoratori esternalizzati) hanno deciso di interrompere momentaneamente la seduta del Senato Accademico per chiedere conto del silenzio sul documento regolarmente presentato all’Ufficio Protocollo. Si è così svolta una discussione civile, senza alcun accenno polemico, al termine della quale il Rettore si è impegnato in pubblico ad avviare un’istruttoria sullo stato delle biblioteche e a concedere la presenza di un nostro rappresentante (non è ben chiaro di quale componente universitaria, tuttavia) a un futuro Senato Accademico (non pubblico) che dovrebbe affrontare la questione dei tagli alle biblioteche. È stato fatto presente al Rettore e ai Senatori che il problema appare ben più urgente e che si ritiene opportuno un momento di discussione pubblica (si tratti o meno di un Senato) prima che la pausa estiva finisca per far prevalere l’indifferenza. Il Prof. Bruno Mazzoni, tra i 180 firmatari della richiesta, ha invitato il Rettore, il Direttore Amministrativo e altri membri del Senato Accademico a partecipare all’assemblea di Ateneo che si terrà domani mattina. Il presidio ha quindi lasciato la sala dove si stava tenendo il Senato Accademico, che ha ripreso regolarmente il suo corso.
Vi riportiamo questi fatti, perché crediamo che tutte le persone che vivono l’Università di Pisa, da studenti, da docenti, da tecnici, debbano conoscere il modo in cui vengono prese le decisioni che riguardano il futuro loro e del nostro Ateneo. I ricercatori-docenti precari hanno a cuore una Università che sia pubblica, democratica e che funzioni. Si parla spesso di “eccellenza”, ma poi si cessa di acquistare i libri e si mette a repentaglio il funzionamento delle biblioteche.
Continueremo il nostro percorso, a cominciare dall’assemblea di Ateneo di domani, alla quale siete tutti caldamente invitati a partecipare (ore 10:30, Polo Carmignani). Ringraziamo quanti hanno firmato la richiesta di un Senato Accademico Straordinario e Pubblico ed esortiamo ciascuno, nei limiti delle proprie possibilità e competenze, a fare la sua parte in difesa delle biblioteche dell’Università di Pisa.
Grazie per l’attenzione.
Ricercatori-docenti precari dell’Università di Pisa
Finiti gli interventi durati circa 15 minuti, con botta e risposta tra i senatori e partecipanti al presidio, quest’ultimi hanno abbandonato la sala del Cherubino, per lasciare continuare i lavori al Senato.
Ancora adesso, mentre scriviamo, aspettiamo la fine della seduta, curiosi di sapere cosa ne sarà della sospensione della didattica richiesta per l’assemblea d’Ateneo di domani.
L’assemblea di domani sembra dunque essere l’unico momento pubblico di discussione, in cui ognuno potrà portare il proprio contributo in merito al futuro delle biblioteche e alle politiche dell’Ateneo più in generale.
Altro punto all’ordine del giorno per la giornata di domani, riguarda i problemi inerenti le recenti trasformazioni dell’azienda per il diritto allo studio Universitario. Domani mattina, alle 10.30 c/o il Polo Carmignani, sia i lavoratori delle biblioteche, sia i lavoratori del Dsu, discuteranno insieme agli studenti delle varie problematiche nei rispettivi settori, a fronte dei tagli.
Ultima nota, uscendo dalla sala del Senato, gli studenti hanno invitato i presidi e le massime autorità accademiche all’assemblea pubblica di domani, conteremo in quanti raccoglieranno l’invito.
Vinz